Agriturist Umbria: "Una profonda anomalia che va sanata anche in virtù del lavoro che questi svolgono nel promuovere sapori del territorio soprattutto nelle aree rurali, mete sempre più ricercate dai turisti".
(UNWEB) PERUGIA – Il decreto del 24 gennaio 2024 di attuazione del decreto del 4 luglio 2022, recante la definizione dei criteri e delle modalità di utilizzazione del "Fondo di parte corrente per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell'agroalimentare italiano", esclude gli agriturismi dall'accesso ai contributi. Un bando nato per valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano con uno stanziamento di risorse pari a 76 milioni di euro.
Agriturist quindi non ci sta e parla di "profonda anomalia". Sono soprattutto le aziende agrituristiche – sottolinea infatti la sezione di Confagricoltura dedicata al settore – ad occuparsi con sempre più qualità della somministrazione di prodotti tipici del territorio e quindi a promuovere la cultura del cibo a km zero. Un lavoro attento e mirato per promuovere sapori locali soprattutto nelle aree rurali, mete sempre più ricercate dai turisti.
Non si capisce quindi l'origine di questa "inaccettabile esclusione". "Stiamo quindi chiedendo al Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) - dichiara Confagricoltura - un passo indietro e di rivedere l'atto prima possibile (il bando apre il 1° marzo e chiude il 30 aprile) in modo da inserire tra i soggetti che possono beneficiare dei contributi anche le attività di ristorazione delle aziende agricole".
Il provvedimento limita inopinatamente gli incentivi in questione alle sole imprese di ristorazione del codice Ateco 56.10.11, (oltre a quelle della produzione di pasticceria fresca - codice ATECO 10.71.20, gelaterie e pasticcerie - codice ATECO 56.10.30), escludendo quindi le imprese di ristorazione connesse alle aziende agricole che hanno, come noto, un differente codice Ateco (56.10.12).
Confagricoltura ritiene pertanto tale esclusione "ingiustificata e non in linea" con le previsioni di legge che non danno indicazioni in merito alla selettività dei soggetti beneficiari del provvedimento e chiede una estensione della previsione di accesso agli incentivi che rivestono interesse anche per le aziende agricole che praticano la ristorazione connessa alle attività di coltivazione e/o allevamento.
È quindi difficile ipotizzare l'esclusione di luoghi della ristorazione fortemente connessi con le produzioni DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e biologiche e che sono divenuti un punto di riferimento dell'enogastronomia italiana e del turismo collegato.
E su questo aspetto Agriturist sottolinea che le aziende agrituristiche in base alle diverse leggi regionali, devono utilizzare nella ristorazione prodotto proprio o del territorio nella quasi totalità.
Il rischio con questa impostazione è quindi quello che non solo si vadano ad escludere gli agriturismi con ristorazione, ma si vadano a finanziare, con un provvedimento promosso dal Masaf, anche strutture di ristorazione poco collegate con gli obiettivi generali della misura.