(UNWEB) Crescono le esportazioni dell’agroalimentare umbro che fanno registrare un balzo del 25,6%. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti Umbria sulla base dei dati sul commercio estero dell’Istat nel primo semestre del 2024, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Complessivamente - sottolinea Coldiretti - sono stati esportati all’estero beni agricoli e alimentari per un totale di 560,7 milioni di euro nel corso del primo semestre dell’anno, contro i 446,4, del 2023, con l’import passato invece da 558,9 milioni di euro del primo semestre 2023 a 719 milioni di euro dei primi sei mesi del 2024.

Numeri e produzioni raggiunti nonostante le crescenti tensioni internazionali e gli alti costi di gestione per le imprese - commenta Albano Agabiti Presidente Coldiretti Umbria - e che vanno sempre più difesi e incrementati con un sistema di regole condiviso dalla concorrenza sleale e dalle contraffazioni, a partire dagli accordi commerciali stipulati dall’Unione Europea dove serve l’applicazione del principio di reciprocità. Ma è importante anche colmare i ritardi infrastrutturali di tutto il nostro Paese che costano all’agroalimentare nazionale circa 9 miliardi di euro di mancate esportazioni, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga. Gli strumenti più importanti per competere - ribadisce Agabiti - restano il territorio, la qualità e la distintività, accompagnati da politiche sempre più mirate e da strategie aziendali che tengano conto anche dell’evoluzione dei mercati.

I risultati positivi delle esportazioni agroalimentari però, non si sono ancora adeguatamente “trasferiti” alle imprese agricole, con distorsioni che permangono nel passaggio degli alimenti lungo la filiera dal campo alla tavola - aggiunge Mario Rossi Direttore regionale Coldiretti. Il nostro impegno mira tra l’altro proprio a migliorare e potenziare i rapporti di filiera che valorizzano il cibo italiano, tutelando i redditi degli imprenditori agricoli, alle prese non solo con l’aumento dei costi di gestione ma anche con un clima che influisce sempre più negativamente sulle loro attività.

E per rafforzare le nostre eccellenze sui mercati - ribadisce Rossi - è prioritario anche estendere l’etichetta di origine su tutti i prodotti alimentari venduti in Europa per garantire la tracciabilità. Per questa ragione prosegue la raccolta firme presso gli uffici zona Coldiretti e nei mercati di Campagna Amica, riguardo alla nostra petizione europea di iniziativa popolare per la trasparenza sul cibo.


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