Coldiretti LogoLe minacce: il falso cibo Made in Italy ed i cibi ultraprocessati

(UNWEB) Il cibo di qualità ha generato nel 2023 in Umbria 110 milioni di euro di valore economico tra comparto cibo e vino. È quanto emerge dai dati contenuti nel nuovo Rapporto Ismea-Qualivita 2024 sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg, rielaborati da Coldiretti Umbria. Come si evince dal Rapporto - spiega Coldiretti - l’Umbria conta 32 prodotti DOP IGP dei comparti cibo (11) e vino (21). Le certificazioni del cibo valgono per l’Umbria 41 milioni di euro, mentre le denominazioni del comparto vino, 69 milioni di euro di valore economico. L’Umbria - aggiunge Coldiretti - si piazza al quindicesimo posto nella classifica, guidata dal Veneto, per impatto per regione del valore Dop Economy 2023.

3.082 gli operatori umbri DOP e IGP: 1.978 nel comparto cibo e 1.104 per il comparto vino. Oltre all’eccellenza dei vini umbri - riferisce Coldiretti - tra le denominazioni principali del “comparto cibo” il Prosciutto di Norcia IGP, il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP e l’Olio DOP Umbria.

L’attenzione verso l’alimentazione è sempre più diffusa e le certificazioni rappresentano una garanzia in più per i consumatori - spiega Coldiretti Umbria. In un mercato sempre più globale, dando per acquisita la ricerca della qualità e il miglioramento continuo, distinguersi ed essere riconoscibili diventa un valore aggiunto. I prodotti a Dop contribuiscono ad arricchire uno straordinario patrimonio enogastronomico segnato da distintività e biodiversità alla base oggi di una filiera agroalimentare allargata, che vale oltre 620 miliardi di euro e rappresenta la prima ricchezza del Paese.

Oltre al cibo più amato nel mondo, l’agricoltura italiana - ricorda Coldiretti - garantisce peraltro autentici beni pubblici quali tutela del paesaggio, biodiversità, salute e benessere, contrasto ai rischi idrogeologici, coesione territoriale, baluardo allo spopolamento delle aree marginali, turismo, territorio, energie rinnovabili.

Una minaccia ai successi della Dop economy viene però dal fenomeno del falso cibo Made in Italy, il cui valore ha superato i 120 miliardi sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia. Ma avanzano anche i cibi ultraprocessati che rischiano di sostituire sulle tavole i prodotti naturali, sulla spinta dei grandi oligarchi mondiali dell’alimentazione, con gravi effetti sulla salute dei cittadini, a partire dalle giovani generazioni. Un fenomeno che spaventa oltre otto famiglie su dieci e contro il quale Coldiretti chiede una serie di misure che vanno da un’etichettatura chiara su questo tipo di prodotti al divieto dell’utilizzo nei distributori in scuole ed edifici pubblici, fino al potenziamento delle ore di educazione alimentare per gli studenti.


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