(ASI) Perugia. L’operazione condotta dall’Ispettorato repressione frodi (ICQRF) che ha portato alla scoperta di oltre 2.000 tonnellate di extravergine di oliva proveniente da Grecia e Spagna falsamente fatturato italiano, per un valore di oltre 13 milioni di euro, conferma l’allarme lanciato sul moltiplicarsi di frodi nel comparto.
È quanto sottolinea Coldiretti Umbria nel commentare positivamente l’operazione su di un complesso sistema di frode che prevedeva il ruolo di imprese “cartiere” pugliesi e calabresi che emettevano falsa documentazione attestante l’origine nazionale di olio extravergine di oliva, in realtà spagnolo e greco, che, attraverso triangolazioni documentali, arrivava agli imbottigliatori già designato come Made in Italy, pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato.
Un’altra spinta alle truffe - aggiunge Coldiretti - potrebbe venire anche dal via libera di un ulteriore contingente di 35mila tonnellate di olio tunisino a dazio zero approvato dalla Commissione internazionale del Parlamento Europeo. Il tutto - ricorda Coldiretti - in un anno importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale e anche umbra: dopo un 2014 disastroso con un crollo della produzione che aveva sfiorato anche l’80% in alcune aree della regione infatti, questa stagione aveva riportato un po’ di sorriso tra gli oliveti umbri con circa 50-55mila quintali di olio prodotto. Un settore, che può contare a livello regionale su quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30.000 ettari e permettono di produrre mediamente circa 70mila quintali di olio l’anno.
Diventa dunque ancora più urgente - conclude Coldiretti - arrivare all’attuazione completa delle norme già varate con la legge salva olio “Mongiello”, la n. 9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata.