Primi segnali positivi dai dati 2015, ma sono ancora molte le questioni da affrontare nel 2016
(ASI) Perugia. “Bene i primi segnali positivi per il turismo umbro, ma è ancora presto per dire di aver lasciato alle spalle i tempi bui. E, soprattutto, si può fare di più per consolidare il trend e sfruttare a pieno tutte le potenzialità di questo settore strategico in favore dell’intera economia”.
Federalberghi Umbria Confcommercio commenta così gli ultimi dati della Regione che riassumono l’andamento dell’Umbria turistica nello scorso anno.
I dati ufficiali sul movimento turistico, resi noti di recente, parlano di un +3,18% negli arrivi e +0,88% nelle presenze (rispetto al 2014); in sostanza, il totale dei turisti che hanno scelto l’Umbria nel 2015 (2 milioni 395 mila) è cresciuto di circa 74 mila unità rispetto all’anno precedente.
Secondo Federalberghi molti elementi hanno concorso a determinare questo “piccolo successo”. Alcuni hanno un carattere esogeno, come il fattore climatico, che ha penalizzato un certo turismo invernale e, soprattutto, il ritorno ad un turismo “domestico” come reazione al terrorismo internazionale, che ha scoraggiato i viaggiatori verso le mete ritenute a rischio.
Parte di questo successo nasce invece dalle azioni orientate all’obiettivo comune della destagionalizzazione, come nel caso della “campagna di Natale” di Regione e Federalberghi, o degli spot televisivi della campagna condotta dai GAL, che sicuramente hanno avuto un impatto positivo sul turismo verso l’Umbria.
E’ proprio sulla collaborazione virtuosa tra ente pubblico e soggetti privati che, secondo Federalberghi, c’è ancora molto da lavorare, a partire dal rapporto con i Comuni che non sempre dimostrano la giusta attenzione verso il settore e le imprese del comparto. Ad esempio sul fronte dell’imposta di soggiorno.
“Abbiamo scritto a tutti i Comuni umbri che l’hanno applicata, chiedendo di farci sapere a quanto ammonta la raccolta e, soprattutto, come si intende utilizzare i fondi che ne derivano. Il Comune di Magione ci ha risposto subito, e presto ci incontreremo per discutere di questo argomento. Spoleto ha scelto di investire nell’operazione Don Matteo. Gli altri Comuni tacciono. Perfino il capoluogo, dal quale ci attendevamo scelte molto diverse in merito all’imposta di soggiorno, sembra aver scelto la linea del silenzio”.
Quella dell’imposta di soggiorno - che non può continuare ad essere applicata a macchia di leopardo nella regione, peraltro senza alcuna ricaduta significativa per il settore che se ne fa carico - resta dunque una questione aperta per Federalberghi, che ricorda anche gli altri temi da affondare in questo 2016, per dare ossigeno al turismo umbro, che comunque attende una ripresa generale dell’economia per poter guardare con ottimismo al futuro.
- L’eccessivo peso delle imposte locali, ad esempio, che sono arrivate ad un livello non più sostenibile per le imprese.
- La necessità di realizzare una programmazione della promozione turistica sempre più condivisa.
- Il nodo irrisolto della scarsa funzionalità delle infrastrutture, che in vario modo continua a penalizzare l’Umbria.
- Le minacce per le imprese che danno lavoro a migliaia di persone in Umbria rappresentate, ad esempio, dalle proposte di legge che intendono “potenziare” l’accoglienza a basso costo e l’utilizzo di strutture destinate ad una accoglienza gratuita o a offerta.
- Il peso crescente del sommerso nel turismo, che grazie alla rete – come ha dimostrato una recente indagine Federalberghi e Incipit Consulting - ha assunto anche in Umbria dimensioni inquietanti, configurando rischi concreti in termini di sicurezza sociale, evasione fiscale e contributiva, lavoro nero, mancata tutela dei consumatori.
“L’assessore regionale Fabio Paparelli - conclude Federalberghi - condivide le nostre preoccupazioni circa i rischi dell’economia sommersa nel turismo. A lui, e alla seconda Commissione consiliare, abbiamo chiesto un confronto urgente su questi temi, anche per presentare le nostre proposte di modifica al Testo Unico sul Turismo”.