franco bicini (UMWEB) Mercoledì, 10 ottobre, alle ore 17,30, alla Sala dei Notari, verrà ricordato Franco Bicini nel trentennale della sua scomparsa. Ai giovani giornalisti che non hanno avuto modo di conoscerlo, diciamo che Bicini ha legato il suo nome, non solo alla sua produzione teatrale che iniziò in giovanissima età, ma soprattutto alla fortunatissima serie di trasmissioni radiofoniche dal titolo “Qua e là per l'Umbria”dal 1959, anno in cui fu istituita la sede Rai a Perugia, fino al 1976.

Fu l'autore di personaggi, sketch, rubriche di grande successo, molto cari nel ricordo degli ascoltatori ancora in vita. L'incontro sarà introdotto da un saluto del Sindaco e sarà coordinato dal giornalista Gianfranco Ricci. Oltre a ripercorrere, attraverso un video, le tappe significative dell'attività del nostro autore, si offrirà al pubblico qualche stralcio di registrazioni di “Qua e là per l'Umbria” e, dal vivo, alcune scene della produzione che Bicini presentò al teatro Canguasto, da lui creato insieme a Mariella Chiarini nel cuore della vecchia Perugia, accanto all'Arco Etrusco.

Grazie per l'attenzione e per il tributo che vorrete rendere alla memoria di questo meritevole figlio di Perugia che per decenni ha deliziato le platee di spettatori e ascoltatori di tutta l'Umbria ed oltre. In allegato potete vedere una foto che ho trovato tra i documenti della sua attività degli anni Sessanta/Settanta che attesta, aldilà di qualsiasi mia affermazione, il seguito che ebbe nelle piazze dell'Umbria tutta, non solo a Perugia, con i suoi spettacoli.

Maggiori dettagli sull'attività di Bicini potrete trovarli nell'allegato che contiene il commento alle immagini che verranno proiettate nel filmato.

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Bicini era un autore dalla penna ben variegata, dotato di una vena fortemente satirica, ha improntato molta parte dei suoi testi alla critica di costume, raggiungendo spesso punte di acceso sarcasmo, ma poteva anche esprimersi in toni lirici e delicati, come dimostrano i tanti suoi componimenti in versi sui più disparati argomenti, che settimanalmente la Rai gli commissionava. Profondo conoscitore dell'animo umano, sapeva toccare il cuore della gente, perché andava aldilà delle apparenze, della superficie, scrutava e metteva in luce le pieghe più riposte dell'animo umano, come risulta dai personaggi delle sue commedie, che presentano sempre chiavi di lettura a diversi livelli: ci si può fermare alla battuta comica, ma si può anche andare oltre e cogliere la verità sottesa nei dialoghi, verità che spesso dischiude anche aspetti drammatici della realtà. E se le situazioni, legate al costume della società dell'epoca, alla cultura del momento, possono essere circoscritte nel tempo, quelle verità risultano sempre attuali; ecco perché i suoi testi sono proponibili anche oggi ed ecco perché, nel 2014 è stato possibile inaugurare il teatro comunale che porta il suo nome, con una sua commedia, “Quando piovono gli angioletti”, e una miscellanea del suo cabaret “Bicini show”. Strettamente legata alla sua fisionomia di autore sta l'uomo che ha sempre messo al primo posto la propria libertà e quella degli altri. Ha potuto esprimersi sempre senza censure, condizionamenti, pregiudizi, preoccupazioni di non dispiacere a qualcuno. Alieno da qualsiasi forma di servilismo, ben lontano dall'adulazione verso i potenti, ha vissuto, prodotto, rappresentato le sue opere sempre in maniera assolutamente autarchica, forte e pago solo del filo diretto col suo amato pubblico. E fu proprio perché non si aspettava niente dall'alto, che mise mano al suo portafoglio (e non era ricco), per fare del retrobottega di un bar, il teatro Canguasto, che costò ben venticinque milioni di lire del 1978!! La sua fisionomia così scolpita, piuttosto eccentrica, poteva indurre a considerazioni affrettate e superficiali sulla sua personalità. Allego due primi piani di Franco Bicini: uno da giovane, trasparente, con evidente l'espressione intensa della sua anima pensosa e profonda ed uno che lo ritrae con espressione quasi beffarda, una specie di maschera nell'atto di sferrare uno dei suoi ricorrenti colpi satirici, o, come ha scritto Antonio Carlo Ponti, con un volto da “Pierrot lunaire”. Tra le cose belle che ha lasciato in eredità, c'è uno smisurato amore per la natura, per la sua città e la sua gente, la sua combattività, la sua capacità di riconoscere il valore altrui, sempre alieno da qualsiasi forma di invidia e di intrigo.

LocandinaFrancoBicini


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