(UNWEB) Todi. Era un fantasma, diretto da Lorenzo Lavia e scritto da Arianna Mattioli, aprirà la XXXIV edizione di Todi Festival nella serata di Giovedì 3 Settembre presso il teatro Comunale di Todi. Lo spettacolo teatrale originale, coprodotto da Savà Produzioni Creative con il Teatro della Contrada di Trieste in collaborazione con Todi Festival, vede in scena per la prima volta insieme Ninni Bruschetta, Lodo Guenzi, Matteo Branciamore, Lorenzo Lavia.
L'autrice e il regista, insieme a Lodo Guenzi, hanno presentato lo spettacolo nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Perugia presso Mercato Vianova, nella centralissima via Mazzini. Con loro il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano e il Direttore Artistico di Todi Festival Eugenio Guarducci.
"Siamo orgogliosi - dichiara il Sindaco di Todi, Antonino Ruggiano - di rinnovare la felice formula della presentazione della Prima del Festival qui al Mercato Vianova, ospiti di una delle famiglie di imprenditori che, da sempre, sono vicine al Festival. Quest'anno ci troviamo a presentare Era un fantasma, una delle produzioni più intriganti della nuova stagione di prosa che andrà ad iniziare e che vedrà il nome del nostro Festival e della nostra città nei migliori teatri del Paese. Avere a Todi la possibilità di godere della prima nazionale di questo spettacolo, con un cast di questo livello, ci gratifica e ci dà coraggio. Todifestival, anche nel periodo buio che stiamo vivendo, si conferma la patria delle produzioni teatrali nazionali, nella certezza che, anche e soprattutto oggi, c'è necessità di promuovere la Cultura e il Teatro".
"Voglio ringraziare Monica Savaresi di Savà Produzioni Creative - afferma Eugenio Guarducci, Direttore Artistico di Todi Festival 2020 - non soltanto per aver pensato al Todi Festival come contenitore dove far debuttare questo spettacolo, ma anche per aver sempre creduto, insieme a noi, nella possibilità di arrivare a una meta che alcuni mesi fa non era affatto scontata. Il suo coraggio, unito alla tenacia del Regista Lorenzo Lavia e degli altri attori protagonisti che saranno sul palcoscenico del Teatro Comunale e ovviamente il testo originale di Arianna Mattioli, ci hanno convinto fin dall'inizio, tanto da affidare loro l'importante ruolo di apripista di questa 34esima Edizione".
Era un fantasma è la storia di una famiglia in attesa. Un tragicomico ritratto di una disfunzionalità incantata dalla ricerca della normalità, di una famiglia tranciata che cerca goffamente di ricucirsi a pugnalate, di un esercizio di massacro domestico che avrà un sapore conosciuto anche dallo spettatore più candido. Claudio (Ninni Bruschetta) attende, durante una lunga giornata l'arrivo di suo figlio Arturo (Matteo Branciamore). Con lui, in uno strenuo passaggio di tempo, gli altri due figli, Tommaso (Lorenzo Lavia) e Romano (Lodo Guenzi). Il tentativo è quello di non affrontare l'unico argomento che dovrebbero affrontare e che goffamente cercano di evitare da molti anni. I quattro si sfidano a volto scoperto, mostrando ognuno le proprie armi, ognuno le proprie debolezze. Il tutto utilizzando fino alla fine il codice del sarcasmo, dell'ironia, della goliardia, dell'etichetta che impone il "saper vivere". Cinismo, crudeltà, odio che diventano ora presa in giro, ora semplice allenamento.
"Quando si scrive un testo - afferma l'Autrice, Arianna Mattioli - è difficile immaginarlo messo in scena, spesso è deludente. Quello che ho visto è stato superiore ad ogni mia aspettativa: uno spettacolo elegante, rigoroso e classico nella sua contemporaneità".
"Era un fantasma - dichiara il regista Lorenzo Lavia - è uno spettacolo duro e leggero nello stesso tempo che mette a nudo le relazioni tra persone intime come possono essere i familiari, e rivela come quel luogo paradisiaco chiamato famiglia possa spesso trasformarsi nell'esatto contrario, anche se non se ne può fare a meno. Il lavoro sul testo è stato di destrutturazione e adesione. Soltanto così sono riuscito ad entrare nelle trame della drammaturgia e a renderle vive sulla scena".
"Un testo - aggiunge Lodo Guenzi - che parla di famiglia, di nostalgia della mamma, di quanto è faticoso essere borghesi, di quante volte fai il giro del mondo senza uscire di casa e di quanto, se non esci mai, non sei mai a casa".
"Andare in scena con un nuovo spettacolo - conclude Monica Savaresi, Fondatrice e CEO di Savà
Produzioni Creative - rappresenta sempre un momento carico di emozione, quasi mistico, per la liturgia che ogni volta si consuma. Farlo con uno spettacolo che approfondisce le relazioni familiari in un periodo storico come quello attuale, rende questo momento ancora più denso di significato e di sentimento. Forse non c'era un periodo migliore per debuttare con un testo come Era un fantasma".
La Scena di Era un fantasma è di Gianluca Amodio, i Costumi Alessandro Lai, il Disegno luci di Pietro Sperduti
IL GRECHETTO DI TODI ROCCAFIORE LIMITED EDITION
Durante la presentazione, protagonista anche il Grechetto di Todi Roccafiore Limited Edition, bottiglia ufficiale di Todi Festival 2020 presentata per il quinto anno consecutivo grazie alla partnership con Cantina Roccafiore. Come nei quattro anni precedenti la bottiglia avrà un'etichetta d'autore: il manifesto ufficiale del Festival, quest'anno affidato all'arte di Roberto Bernardi e Raphaella Spence. Una bottiglia che, come sottolinea Luca Baccarelli, titolare di Cantina Roccafiore, rinforza il connubio con il Todi Festival all'insegna di prestigiose etichette realizzate da grandi artisti. "Roccafiore - ricorda Baccarelli - è da sempre vicina agli artisti contemporanei con partnership e progetti come Scrigni d'autore, consistente nel realizzare un'opera d'arte all'interno di una cassetta di legno solitamente contenente vino pregiato".
LA CANTINA ROCCAFIORE
Todi, e in particolare le campagne che la circondano sono uno spicchio d'Umbria di una bellezza rara. È qui che alcuni anni fa Leonardo Baccarelli e suo figlio Luca hanno avuto l'intuizione: dare forma a un'idea e a una passione attraverso il primo vigneto. Oggi Roccafiore è la bandiera di Todi nel mondo. L'azienda è nata agli inizi degli anni 2000 e si estende su una superficie di oltre quindici ettari vitati nella frazione di Chioano, in località Collina. Sotto l'attenta supervisione delle firme enologiche dell'altoatesino Hartmann Donà e di Alessandro Biancolin, prendono vita etichette straordinarie. Vini che comunicano ciò che tutti i migliori vini dovrebbero saper trasmettere: quella sinergia quasi magica tra uomo e natura, tra terreno, microclima e varietale.