Assisi2016(ASI) Assisi. Dopo la Giornata Mondiale di Preghiera di Assisi, convocata da San Giovanni Paolo II il 27 ottobre del 1986, la Comunità di Sant’Egidio ha raccolto l'invito finale del Papa in quello storico incontro delle religioni: "Continuiamo a diffondere il messaggio della Pace e a vivere lo spirito di Assisi".

Da allora, nel corso di 30 anni, Sant’Egidio ha scelto di far vivere lo “spirito di Assisi” costruendo nel tempo una vasta rete di rappresentanti di fedi e culture, appartenenti a oltre 60 Paesi diversi, nell’orizzonte della pace. Ne è nato un lungo pellegrinaggio che è arrivato fino ad oggi, facendo sosta, di anno in anno, in diverse città europee e mediterranee, in collaborazione – per l’organizzazione degli eventi - con diocesi cattoliche, Chiese e altre istituzioni. “Pellegrini di pace” che, proprio grazie allo “spirito di Assisi”, si sono rivelati preziosi riuscendo a realizzare anche altri incontri nei momenti più difficili per il dialogo e il vivere insieme, come subito dopo l’attacco di New York alle Torri Gemelle o, più recentemente, di fronte alla crescita della violenza diffusa e del terrorismo.

Ai due incontri di Roma (1987 e 1988) ha fatto seguito quello di Varsavia, dal titolo " War never again ", nel settembre 1989, in occasione dei cinquanta anni dall'inizio della seconda guerra mondiale. Quindi gli eventi di Bari e di Malta e, nel 1992, quello di Bruxelles "Europa, religioni, pace ", sul tema dell'unità europea e del suo rapporto con il Sud del mondo.

Nel 1993 il pellegrinaggio ha fatto sosta a Milano e, negli anni seguenti, ad Assisi e poi a Firenze.

Una riunione particolare si tenne nel 1995 a Gerusalemme, nel cuore della Città Santa, sul tema "Insieme a Gerusalemme: ebrei, cristiani e musulmani".

Dopo un nuovo convegno a Roma e quello di Padova-Venezia, nel 1998, l'eccezionale Incontro di Bucarest "La pace è il nome di Dio", per la prima volta organizzato dalla Comunità insieme alla Chiesa ortodossa di Romania.

Scriveva Papa Giovanni Paolo II nella "Novo Millennio Ineunte": "... si pone la grande sfida del dialogo interreligioso, nel quale il nuovo secolo ci vedrà ancora impegnati (..) Il dialogo deve continuare".

Così è stato, dopo il 2000, in tante città europee. A Napoli, nel 2007, accompagnati da un forte messaggio di papa Benedetto XVI: "Nel rispetto delle differenze delle varie religioni, tutti siamo chiamati a lavorare per la pace e ad un impegno fattivo per promuovere la riconciliazione tra i popoli. E’ questo l’autentico "spirito di Assisi", che si oppone ad ogni forma di violenza e all'abuso della religione quale pretesto per la violenza”.

Nel 2009, a settant' anni dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale, il pellegrinaggio di pace ha toccato Cracovia, la città di Giovanni Paolo II, in Polonia. Nel 2010 è tornato in Spagna, a Barcellona. In un tempo difficile, di crisi economiche e di conflitti regionali che rendono incerti, impauriti e spaesati, le religioni si sono interrogate per ritrovare nel dialogo le energie spirituali da offrire ad un mondo senza visioni e quindi senza futuro. E' stata invece Monaco di Baviera, in Germania, la città europea raggiunta nel 2011 dallo Spirito di Assisi. Il titolo dell’incontro “Convivere – il nostro destino” ci ha ricordato il legame tra le religioni e tra i popoli di fronte alle sfide della pace e del vivere insieme. Nel 2012 a Sarajevo, poi di nuovo a Roma, ad Anversa e l’anno scorso a Tirana, in Albania.
In questa occasione Papa Francesco, che nel 2013 aveva ricevuto in Vaticano i partecipanti dell’incontro di Roma, ha sottolineato, in un messaggio, il valore dello spirito di Assisi: “Mentre mutano gli scenari della storia e i popoli sono chiamati a confrontarsi con trasformazioni profonde e talora drammatiche, si avverte sempre più la necessità che i seguaci di diverse religioni si incontrino, dialoghino, camminino insieme e collaborino per la pace, in quello “spirito di Assisi” che fa riferimento alla luminosa testimonianza di san Francesco”. E ha lanciato un appello in favore dell’accoglienza ai profughi che fuggono dalle guerre: “E’ violenza alzare muri e barriere per bloccare chi cerca un luogo di pace. E’ violenza respingere indietro chi fugge da condizioni disumane nella speranza di un futuro migliore”.

Dal 18 al 20 settembre 2016, a 30 anni dalla prima grande preghiera mondiale, convocata da Giovanni Paolo II, si torna ad Assisi, da dove si era partiti. Ci ritroviamo in un mondo pieno di paure, per il crescere delle guerre, del terrorismo e della violenza diffusa. Ma proprio per questo si sente, sempre più, la necessità di confrontarsi, capire, difendere il vivere insieme che è speranza per l’umanità. Il titolo dell’incontro internazionale, “Sete di pace”, rende bene questo bisogno che sale dalle religioni e dai popoli.

 

Sete di Pace

Religioni e Culture in dialogo

 

Assisi – 18-20 settembre 2016

Tra le personalità che partecipano (oltre 300 al 20 luglio 2016):

Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli

Zygmunt Bauman, sociologo e filosofo, Regno Unito

Lech Walesa, ex presidente della Polonia

Tra i cristiani:

Theodoros II, Patriarca di Alessandria e di tutta l’Africa

Abuna Mathias, Patriarca della Chiesa Ortodossa Tewahedo di Etiopia

Protestanti da Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Svizzera, Belgio, Finlandia, Norvegia, Svezia, Brasile, Canada, tra cui:
Olav Tveit, Segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese

Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e Primate della Chiesa d’Inghilterra

Dal Vaticano:

Paul Richard Gallagher, Segretario per le Relazioni con gli Stati, Santa Sede

Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia

Cardinali italiani:

Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia

Edoardo Menichelli, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo

Francesco Montenegro, arcivescovo metropolita di Agrigento

Altri:

John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, Nigeria
Orlando Quevedo; arcivescovo di Cotabato, a Mindanao nelle Filippine

Altri cattolici:

Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei

Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna

Rappresentanti delle Chiese d’Oriente, anche da Paesi attraversati da conflitti come la Siria

Ebrei:

Partecipanti da Italia, Israele, Bosnia, Belgio, Turchia, Germania, Argentina,

tra cui:

Riccardo Di Segni, rabbino Capo di Roma

Israel Meir Lau, Ex Rabbino capo di Tel Aviv, Israele

 

Musulmani:

Partecipanti da Egitto, Indonesia, Iran, Iraq, Qatar, Arabia Saudita, Tunisia, Bosnia Erzegovina, Libano, Nigeria, Turchia tra cui:

Abd Al-Hay Azab, rettore dell’università di Al-Azhar, Egitto

Din Syamsuddin, presidente del Centro dell’Indonesian Ulema Council, Indonesia

Buddisti e altre religioni asiatiche da Giappone, Singapore, Cambogia, India

Personalità politiche e istituzionali dall’Italia, tra cui i ministri della Giustizia Orlando e dell’Istruzione Giannini

Personalità politiche e istituzionali da Germania, Lussemburgo, Albania, Bosnia, El Salvador, Unione Europea (il vicepresidente del Parlamento, Antonio Tajani)

Personalità del mondo della cultura da Italia, Polonia, Stati Uniti, Francia, Uzbekistan, Francia, Belgio, Turchia, Israele, Yemen, Costa d ‘Avorio, Camerun, Libano

Le adesioni aumentano giorno dopo giorno come anche l’iscrizione della gente comune, tra cui molti giovani.

 


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