134112048 2898637533706599 3507747435464092421 o(UNWEB) Perugia. L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza con 13 voti favorevoli (Lega, FdI, FI, Tesei presidente) e 8 contrari (Pd, M5S, Patto civico, Misto) la risoluzione della maggioranza che approva e recepisce i contenuti del Documento di economia e finanza regionale 2021-2023 predisposto dalla Giunta di Palazzo Donini.

L’Aula di Palazzo Donini si è espressa dopo le relazioni di maggioranza, Daniele Nicchi (Lega-presidente Prima commissione) e minoranza, Donatella Porzi (Pd- vicepresidente Prima commissione) [lancio Acs: https://tinyurl.com/relazione-Defr-Umbria] (link is external) e gli interventi della presidente della Regione, Donatella Tesei, e del portavoce delle opposizioni Fabio Paparelli [lancio Acs: https://tinyurl.com/relazioni-Defr-2] (link is external).

Numerosi gli EMENDAMENTI alla risoluzione presentati dai consiglieri regionali. APPROVATO a maggioranza (con l’astensione della minoranza) un emendamento a firma Stefano Pastorelli, Valerio Mancini, Eugenio Rondini, Daniele Nicchi, Paola Fioroni (Lega), che impegna l’Esecutivo regionale ad “avviare lo screening per la prevenzione del cancro allo stomaco su aree ad alta intensità epidemiologica, in particolare in Alto Tevere e in Alto Chiascio; a riqualificare e valorizzare gli ex ospedali appartenenti al patrimonio della Regione e delle Asl al fine di potenziare e migliorare l’assistenza sanitaria e socio-sanitaria territoriale; a migliorare la sicurezza delle strade ricadenti sul territorio regionale, anche in collaborazione con Anas, le province e i comuni dell’Umbria; a sostenere il trasporto sociale a rilevanza sanitaria, con particolare riferimento a quello operante su più comuni; a predisporre misure per la promozione e valorizzazione della tradizione culturale e religiosa al fine di accrescere la capacità di attrarre e il senso di appartenenza che stimolano curiosità e interesse; a patrocinare, ove necessario, le rievocazioni storiche tradizionali più importanti; a incentivare la fruizione degli itinerari turistici, artistici e culturali, sia museali che religiosi, dei borghi e città d’arte, favorendo l’indotto del turismo, principalmente enogastronomico e del commercio, soprattutto di prodotti tipici e oggettistica artigianale; a valorizzare i percorsi e sentieri naturalistici, soprattutto all’interno dei Parchi umbri, compresi quelli cosiddetti ‘terapeutici’; a potenziare l’offerta dell’Aeroporto ‘San Francesco d’Assisi’; a programmare e agire, in materia di salute e welfare per gli anziani non autosufficienti e le persone con disabilità, consolidando i percorsi di autonomia e autodeterminazione con il potenziamento dei progetti di vita indipendente, attraverso l’implementazione dei progetti personalizzati, il budget di salute integrato e l’assistenza indiretta, e anche rafforzando le misure previste in favore delle residenze e dei centri diurni colpiti dall’emergenza Coronavirus”.

Approvato anche un SUB EMENDAMENTO a firma Daniele Carissimi e Enrico Melasecche (Lega) che impegna l’Esecutivo “a realizzare e/o riqualificare le strutture ospedaliere nell’Umbria Meridionale dando precedenza a quelli obsoleti e inadeguati dal punto di vista sismico o comunque non rispondenti alle normative di settore, avviando i necessari percorsi di fattibilità”.  Su questo punto si è registrato un serrato confronto tra maggioranza e opposizioni, relativamente ammissibilità del testo e alla sua congruità:  il sub emendamento è stato poi approvato a maggioranza.

BOCCIATI invece gli emendamenti proposti dalle minoranze. In particolare sono stati respinti i 20 proposti come primo firmatario da Thomas DE LUCA (M5S) che chiedevano la condivisione con l’Assemblea legislativa dei progetti per il  Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr); di porre come priorità il riequilibrio territoriale delle aree interne e dell’Umbria meridionale; di promuovere una strategia per la coesione territoriale e contrasto dello spopolamento dell’appennino e delle aree rurali; di realizzare nuove strutture ospedaliere nell’Umbria meridionale; di potenziare il sistema di soccorso in emergenza, ripristinare il 118 notturno a Todi e Marsciano, rivedere il progetto del numero unico Umbria-Marche; di ripristinare il registro tumori; di rimodulare il piano regionale per la qualità dell’aria, con particolare attenzione alla conca ternana; di accelerare su un ciclo virtuoso dei rifiuti; l’adozione di strumenti per la gestione delle emergenze causate dal dissesto idrogeologico e dai cambiamenti climatici; politiche di contrasto alle dipendenze; politiche a sostegno delle persone con disabilità; politiche di contrasto alle nuove povertà; politiche attive per combattere ogni discriminazione; la ripubblicizzazione del servizio idrico; la regionalizzazione dei grandi impianti idroelettrici; sostenere le comunità energetiche da fonti rinnovabili; promozione e sostegno alla filiera della canapa industriale; tutelare la fertilità dei suoli; revisione del sistema dei parchi regionali; promozione dello slow tourism, dei cammini spirituali e della rete escursionistica e cicloturistica regionale.

Respinti anche due emendamenti a firma Andrea FORA (Patto civico) per promuovere gli stati generali della formazione con la promozione di poli formativi territoriali; per la riorganizzazione funzionale della rete ospedaliera, potenziando la medicina territoriale. Bocciati anche quattro emendamenti a firma di Vincenzo BIANCONI (misto) per utilizzare sia i big data che gli small data nella costruzione dell’offerta turistico-esperienziale; a garantire un adeguato smaltimento delle pratiche qualora le risorse umane dell’ufficio speciale per la ricostruzione non dovessero risultare non sufficienti; individuare un unico fondo destinato ai progetti di assistenza personale autogestita per tutte le persone non autosufficienti; sostenere la ripartenza dell’area colpita dal sisma 2016. Bocciato anche un emendamento a firma Tommaso BORI, Michele Bettarelli, Simona Meloni, Fabio Paparelli, Donatella Porzi (Pd), Thomas De Luca (M5S) e Vincenzo Bianconi (Misto) che chiede di attivare un tavolo regionale al fine di coordinare e supportare i comuni in modo da velocizzare l’esame delle pratiche del bonus 110 e del sisma bonus; e di incentivare l’uso del bonus per il superamento delle barriere architettoniche.

INTERVENTI DEFR

Vincenzo BIANCONI (Gruppo misto): “Documento condivisibile rispetto alla rappresentazione macro economica e sul focus relativo all’Umbria. Molte previsioni sulla ripresa economica sono discordanti, convergendo però tutte sulla difficoltà della ripresa che per l’Umbria sarà più lenta rispetto ad altre regioni italiane. Per questo bisogna lavorare su nuovi modelli di sviluppo cambiando metodo di lavoro. Questo documento doveva partire da una visione di comunità per arrivare ad un progetto concreto, definito nello spazio e nel tempo. Chi governa è chiamato ad aprire ad un nuovo modo di fare politica mettendo al centro le persone in un contesto di processi trasparenti. È mancata la partecipazione. L’ultimo baluardo per contrastare la povertà è dato dal lavoro e quindi dalla forza delle imprese. Le proposte avanzate sono apprezzabili, ma sembra una relazione del passato più che una programmazione per il futuro. Si rischia di restare ad una manifestazione di intenti. Troppi gli ‘inglesismi’ utilizzati nella programmazione dell’area economica. La medicina per curare la nostra economia, per il 95 per cento costituita da piccole-medie imprese è prevedere strumenti di sostegno specifici utili alla loro sopravvivenza, per poi ovviamente passare all’incentivazione della competitività. Occorrono piani di intervento mirati su specifici settori poiché ognuno è stato colpito dalla crisi in maniera diversa. Vanno concordate azioni con i vari soggetti economici. Bisogna garantire alle imprese, soprattutto a chi non può permetterselo, le giuste consulenze per la loro sopravvivenza. Per questo andrebbe meglio impiegato l’utilizzo di Sviluppumbria e Gepafin. Necessaria una mirata transizione tecnologica, rispettosa e alla portata di tutti. Rispetto al turismo si parla di strumenti innovativi come i big data, ma bisogna prendere in considerazione anche gli small data. Mi auguro che non sia stato cancellato il Masterplan triennale che andava predisposto entro il 2020, ma ad oggi non emanato. Rispetto alla sanità, ben venga una sana riorganizzazione per la riduzione degli sprechi, ma attenzione a non tagliare servizi per le persone, soprattutto per le fasce più deboli. É importantissimo garantire continuità all’assistenza rispetto alla disabilità e la non autosufficienza. Auspico buon senso per la costruzione di un’Umbria più forte, che deve passare per un maggiore confronto e partecipazione”.

Andrea FORA (Patto civico per l’Umbria): “Nella discussione del più importante documento per la programmazione regionale evidenzio il dato legato alla mancanza di concertazione e partecipazione. Sono consapevole della difficoltà di condividere l’atto con la società civile, il mondo economico ed il tessuto associativo, ma questo è fondamentale per predisporre linee strategiche di sviluppo. Su questo punto bisogna migliorare fortemente. Questo documento parte ovviamente dalla situazione in atto, ma si inquadra in un livello di programmazione che è simile a quello degli ultimi anni. Va tuttavia riconosciuto che oggi la programmazione si fonda su incertezza e variabilità che renderanno evidente la necessità di definire al più presto linee di indirizzo con il Governo a partire dal Recovery fund. Bene ha fatto la presidente Tesei a rivendicare un giusto ruolo delle Regioni nella programmazione delle risorse. La non definizione del ruolo delle Regioni e la programmazione europea, non strutturalmente definita, rendono difficilmente pianificabile il ‘progetto industriale’ della Regione. Mi sarei aspettato dalla Giunta regionale, seppure alla luce di tutte le debolezze e precarietà dovute a fattori oggettivi, scelte strategiche chiare, nette e coraggiose, puntando su azioni selezionate ed aree di investimento per il rilancio della nostra economia. È il tempo in cui vanno fatte scelte coraggiose non solo con approccio ragionieristico. In tema di sanità propongo all’Aula un impegno che coinvolga Comuni e Università per ridefinire una riorganizzazione complessiva della rete ospedaliera con l’obiettivo chiaro di spostare risorse al territorio investendo sulla continuità assistenziale e sulla medicina territoriale. L’esperienza che stiamo vivendo con la pandemia ci indica investimenti in questo senso. Serve una strada che disegni gli obiettivi che si intendono raggiungere”.

Stefano PASTORELLI (LEGA): “La crisi economica legata alla Pandemia ha investito anche l’Umbria, con una grande incertezza sulle prospettive. Turismo e commercio sono stati i primi settori colpiti, seguiti dagli altri, con molte imprese che rischiano di non sopravvivere. Il decremento demografico e l’invecchiamento della popolazione hanno aggravato gli effetti dell’emergenza, così come la bassa produttività, l’insufficiente rete dei trasporti, le basse retribuzioni. Bisogna aumentare la fiducia indispensabile per sostenere la ripresa e gli investimenti. Positivo che la Regione voglia adottare già nel 2021 una strategia di medio-lungo periodo per attrarre imprese e rilanciare il turismo. Bisogna lavorare molto sullo sviluppo dell’offerta e della promozione turistica e culturale. Importante agire sul sistema del credito, sostenere la Fondazione contro l’usura, puntare sul capitale umano e il sistema infrastrutturale. La famiglia deve essere sostenuta in tutto il progetto di vita, contrastando la denatalità e supportando i servizi. Servono progetti personalizzati per malati e disabili. La ripresa dell’Umbria potrà avvenire utilizzando i fondi europei per creare lavoro, sostenere le imprese e aiutare le famiglie. In sanità bisognerà investire nel fascicolo digitale e nel Cup digitale, riorganizzando l’assistenza ospedaliera potenziando la prevenzione e l’offerta territoriale. La Pandemia ha reso ancora più chiara l’importanza dell’assistenza territoriale. Valutiamo positivamente gli indirizzi per la manovra di bilancio 2021/3, senza aumenti della pressione fiscale e con un sostegno agli investimenti”. 

EMENDAMENTO: Screening per prevenzione cancro stomaco in Alto Tevere e Alto Chiascio. Riqualificazione vecchi ospedali per potenziare assistenza sanitaria e socio sanitaria. Maggiore sicurezza strade regionali, anche in collaborazione con Anas, Province, Comuni. Sostegno al trasporto sanitario. Valorizzazione tradizione culturali e religiose. Patrocinio per rievocazioni storiche più importanti e supporto a turismo nei borghi e nei parchi. Potenziare l'aeroporto regionale, il welfare per i non autosufficienti con progetti personalizzati e l’assistenza indiretta.

Thomas DE LUCA (M5S): “Decremento demografico e invecchiamento della popolazione sono segnali da non sottovalutare. Nel Defr ci sono linee programmatiche che indicano spesso soluzioni vaghe e astratte. Ci sono riferimenti interessanti senza però una declinazione concreta. Si parla di sostenibilità ambientale e poi si riduce il problema della qualità dell’aria a Terni ad una questione di caminetti a legna. Tutto ciò mentre ci sono inceneritori attivi e metalli pesanti nell’aria. I dati sulla qualità dell’aria, elaborati da Arpa, dicono invece che il riscaldamento domestico contribuisce per il 20 percento, così come il traffico e l’industria. Mi chiedo come può la Lega chiedere uno screening oncologico se non viene prima riattivato il Registro tumori. Serve una legge strutturale che garantisca la libertà di scelta nelle cure e la possibilità di una vita indipendente per malati e disabili gravi. Le strutture sanitarie della regione vanno riviste, garantendo omogeneità nell’accesso al diritto alla cura a tutti gli Umbri. Sulle dipendenze servono interventi a tutela dei ragazzi, che agiscano sulla riduzione del danno, agendo su una situazione di emergenza. Sui rifiuti, la scelta ineludibile riguarda il massimo recupero, l’esclusione della combustione e l’utilizzo di modelli già sperimentati in altre aree d’Italia. Va affrontato il tema della coesione territoriale, garantendo servizi e collegamenti a tutti i Comuni. Bisogna affrontare lo squilibrio con la parte sud dell’Umbria. Serve un percorso condiviso per affrontare un momento costituente”. 

Tommaso BORI (PD): “Documento insufficiente. Umbria ‘rimessa in moto’ ma c’è un crollo del Pil mai registrato prima, dell’11 per cento. Vero che ci sono difficoltà anche esterne ma non si può rivendicare con tanta baldanza una situazione che è drammatica. La concertazione annunciata con chi è stata fatta? Non con le parti sociali, le organizzazioni di categoria, non c’è stata nessuna concertazione. Pastorelli rivendica che l’Umbria è tra le realtà più efficienti in Italia, ma in che cosa? Da dove arriva tale giudizio? Non c’è riscontro nella realtà. Dobbiamo impostare diversamente il nostro lavoro e i nostri rapporti. Umbria era nel dopoguerra una delle realtà più depresse in Europa, vista come problema e non come risorsa. La classe politica di allora ha accettato la sfida: Comunisti, socialisti e democratico cristiani l’hanno trasformata in una locomotiva, creando il benessere su cui siano vissuti fino a poco tempo fa. Questa è la sfida che dovremmo sentire nostra, non fare propaganda. Nel 2020 qualcosa in Umbria è accaduto, ci sono più pensioni che stipendi, ma la Lega non ne parla. L’occupazione è calata anche per questo, qui il Pil crolla più che nel resto d’Italia. Nel documento non c’è un progetto per il futuro. Il lavoro primo fattore di salute, con inclusione, socialità, benessere. Dobbiamo puntare a questo ma nel documento non c’è questo obiettivo. Il Consiglio dell’economia e del lavoro è importante. Gli Atenei possono essere le realtà che danno una chiave di lettura della situazione ma non sono state coinvolte. Ad oggi, la prima opzione che inciderà sulla nostra economia è la possibilità di vaccinare popolazione, operatori e soggetti fragili per tornare alla normalità. Il vaccino ci consente di riprendere e dovremo essere in grado di svolgere una adeguata campagna di vaccinazione. Parlate di una sanità tra le realtà più efficienti d’Italia, ma in questa seconda ondata ce la siamo cavata molto male, a causa di dirigenti di fuori regione che non conoscono il territorio e che in estate, quando potevano farlo, non hanno programmato la risposta alla seconda ondata, che infatti è stata uno tsunami. Stipulati 19 contratti a fronte dei 3mila della Toscana e dei 5mila in Emilia. Contratti mensili, trimestrali, di emergenza, mentre gli altri assumevano. Tanti neospecialisti formati dalla nostra Università sono andati fuori regione, come gli infermieri, gli operatori sociosanitari. Non sono state pensate le strutture, i percorsi, che insieme al sottorganico costituiscono un danno per tutta la società. Dobbiamo cambiare marcia. Pensare a un nuovo volto per l’Umbria, che guardi ai prossimi venti anni. Abbiamo un sistema socioeconomico debole, fatto di subfornitori e non di creatori di prodotti finiti. Grazie all’Ue a Governo siamo ancora in piedi. Il Defr contiene solo scelte di ragioneria, una radiografia della situazione ma nessun progetto per il futuro.

EMENDAMENTO: Sisma bonus e ecobonus sono volano di sviluppo, il bonus del 110 per cento utile a recuperare in edilizia su lavori e mobilio. Chiediamo che la Regione faccia una campagna di comunicazione istituzionale e, per quanto riguarda gli enti locali che non riescono a stare al passo con le pratiche, chiediamo una concertazione per capire come sbloccare le pratiche”.

Roberto MORRONI (assessore regionale): “Il governo danese ha annunciato che l’attività petrolifera cesserà e sarà avviato un piano straordinario per i lavoratori e la loro riconversione. È un esempio che ci mostra come questo sia tempo di profondi cambiamenti, anche da prima dell’emergenza pandemica. Alla luce di quanto accaduto in questi mesi e ai cambiamenti dello scenario, l’accelerazione è stata sconvolgente. Primo punto fermo: noi tra qualche mese non saremo più quelli che eravamo e chi pensa di tornare a come eravamo sbaglia di grosso. Ci sono situazioni, vertenze, che dimostrano il perdurare di un atteggiamento, di tornare quello che eravamo, mentre i cambiamenti sono inarrestabili e richiedono un atteggiamento opposto, non mettersi di traverso rispetto alle trasformazioni in atto, non salvaguardare ciò che non può più essere salvaguardato. È un momento spartiacque tra chi cerca di utilizzare il cambiamento e chi cerca di frenarlo. Alcune critiche che ho sentito non hanno ragion d’essere, se misurate sulla base di quello che il Defr offre alla nostra valutazione. È un documento di programmazione che deve esplicitare le direzioni di marcia che il governo regionale intende perseguire. Mettiamo l’accento su alcuni binari di azione che rispondono a un’esigenza vitale, messa in luce dai ritardi di Pil e ricchezza che l’Umbria ha accumulato negli ultimi dieci anni. I bisogni attuali sono di modernizzazione dell’Umbria, frutto di inadeguatezza dei governi precedenti, rivoluzione digitale, rivoluzione green, attenzione al capitale umano, ammodernamento della Pubblica amministrazione. Sono delle matrici comportamentali su cui abbiamo iniziato a muovere i primi passi, con spending review, riduzione di dirigenti e direttori regionali, un percorso agli inizi ma annunciato. Il Pd alterna propositi di apertura e inviti alla conciliazione ma poi dimentica, scade in critiche pretestuose e senza una adeguata autocritica su quello che è successo negli ultimi dieci anni. Lavoro al centro, certo, perché l’Umbria non produce ricchezza come dovrebbe. Quindi centralità del lavoro ma non più l’equazione ‘lavoro uguale spesa pubblica’, una delle ragioni della crisi del sistema. Noi ne sostituiamo un’altra: ‘lavoro uguale centralità dell’impresa’, lavoro come risultato di uno sviluppo economico. I nostri sforzi sono orientati a far sì che nel nostro territorio nascano nuove imprese e si consolidino quelle esistenti. Guardo all’agricoltura, settore che ha tenuto meglio di altri, ma lo sforzo fatto con condivisione unanime è stato dire ok, fase difficile, crisi pandemica e economica ma mentre cerchiamo di tenere botta, cerchiamo di guardare avanti perché da ogni crisi si esce e il mondo è sempre diverso da come era prima. Dobbiamo attrezzarci al meglio per quando la crisi sarà passata, dovremo essere pronti. Sono 4 i cantieri aperti: aggregazioni, qualità, digitalizzazione e semplificazione. Tutti stiamo pensando a come dare corpo a queste linee strategiche che non saranno esaustive ma 4 ambiti dove si richiede un cambio di passo, perché l’agricoltura sia all’altezza delle sfide. Per l’Ambiente occorre costruire una nuova identità, con una strategia basata su sviluppo sostenibile, economia circolare, biodiversità. Giocheremo un ruolo d’avanguardia. Per il Piano rifiuti è stato istituito un Comitato tecnico scientifico che entro fine anno presenterà un lavoro di analisi su cui si innesterà l’iter legislativo per il nuovo Piano. Gli anni che abbiamo davanti saranno molto impegnativi, dovremmo dare corpo a grandi riforme. Trasporto pubblico, sanità, rifiuti, l’obiettivo deve essere chiaro anche alle forze di opposizione. Occorre ridisegnare il volto dell’Umbria, un luogo che deve dare opportunità. Serve però rispetto delle posizioni e consapevolezza di essere davanti a un’occasione storica, far scaturire senso del dovere e rispetto delle istituzioni, no spiriti partigiani. Se tutti saremo capaci di metterci su questa lunghezza d’onda, ce la faremo. E dobbiamo anche scaraventare nell’archivio della storia tante vecchie abitudini. Questo Defr è il primo passo per fare il bene dell’Umbria”.

Paola AGABITI (Tesei per l’Umbria - assessore): “A causa della pandemia sono stati messi in discussione stili di vita, modelli economici e produttivi. L’Umbria si presenta a questa sfida con grandi criticità strutturali che vengono da anni. Sin dall’inizio dell’emergenza abbiamo messo in atto tutti gli strumenti disponibili comunitari, nazionali e regionali con l’obiettivo di ristorare le categorie maggiormente colpite, sostenere la liquidità delle imprese, aumentare il clima di fiducia generale. Il nostro obiettivo è quello di creare un sistema regionale solido che permetta alla nostra regione di essere nuovamente competitiva ed attrattiva. Per rilanciare il territorio regionale c’è bisogno di una adeguata dotazione di infrastrutture fisiche, a partire da quelle digitali. Puntiamo sul potenziamento del sistema dell’istruzione, di una nuova politica per la cultura, puntando sui contenuti. Invertito il trend dei finanziamenti erogati dalla Regione con aumenti significativi delle risorse (Scuola, Cultura, Turismo). I due fattori determinanti saranno la capacità di favorire la crescita digitale ed un'economia più sostenibile. La manifattura ricoprirà un ruolo sempre più strategico, soprattutto per innovazione e sostenibilità. Grande importanza viene riservata al turismo con la messa a sistema delle enormi potenzialità di un territorio in grado di offrire paesaggio, cultura, ambiente, storia e bellezza diffusa. Per recuperare i flussi turistici perduti siamo pronti a mettere in campo campagne di comunicazione e progetti in grado di favorire una reale sinergia tra tutti gli operatori del territorio. In merito alla cultura, nei prossimi anni bisognerà concertarci sul potenziamento della capacità di diventare volano economico e sociale del territorio. Anche il settore sport riveste un ruolo strategico quale sviluppo sociale di un territorio e va dunque supportato. La qualità del capitale umano è uno dei più importanti fattori strategici. Per l’istruzione e il diritto allo studio è necessario concentrare ogni sforzo per favorire lo sviluppo di conoscenze e competenze delle giovani generazioni. Sarà fondamentale incrementare le opportunità assicurate dal sistema regionale dell’istruzione. Occorrono, tra l’altro, strutture scolastiche adeguate per questo sono previsti interventi importanti sull’edilizia scolastica. Le sfide da affrontare saranno dunque molteplici. Sarà importante gestire in maniera lungimirante ed efficiente le risorse europee. Si tratta di esigenze con le quali ci siamo già confrontati in sede di riprogrammazione dei fondi strutturali, un’operazione che ci ha consentito di superare alcune carenze cronicizzate e liberare risorse per fronteggiare l’emergenza Covid. Anche la nuova programmazione 2021-2027 dovrà essere ispirata alla massima responsabilità per garantire l’effetto moltiplicatore degli investimenti, fondamentale per il rilancio dei tanti settori colpiti dalla crisi. Per il settennato ‘21-’27 partiamo da una dotazione di 1,5 miliardi di euro tra Fesr Fse e Programma di sviluppo rurale. Dal negoziato con il Governo avremo le risposte, ma l’Umbria, per la politica di coesione, avrà comunque una consistente dotazione finanziaria poiché definita Regione in transizione e non più tra quelle europee maggiormente sviluppate. Anche il disegno programmatico definito dalla Commissione europea (Fesr Fse) è sostanzialmente definito e si baserà su cinque obiettivi strategici: un'Umbria più smart, più green, più connessa ed un’Europa più sociale e più vicina ai cittadini. Non vogliamo e non possiamo permetterci che l’Umbria sia fanalino di coda del centro nord per livelli di attuazione, come in passato, l’obiettivo è scalare la classifica adottando misure di semplificazione, gestione, rendicontazione e monitoraggio degli interventi, introducendo meccanismi di flessibilità organizzativa in grado di rispondere rapidamente ai cambiamenti in un contesto sempre più in evoluzione. Le risorse europee sono decisive. La manovra di bilancio regionale per il triennio 2021/2023 si basa su questi indirizzi: nessun aumento della pressione fiscale, salvaguardia degli equilibri di bilancio, garantire forte sostegno agli investimenti, finanziamento del trasporto pubblico locale. Altro elemento fondamentale sarà la capacità di cofinanziare gli interventi previsti, grazie alle risorse comunitarie”. 

Simona MELONI (Pd): “Quando si devono discutere atti così importanti va prevista una riunione d’Aula specifica. Il Defr è il documento più importante a livello amministrativo. Il documento non tiene conto di ciò che siamo diventati e che diventeremo. Il contenuto del documento non può continuare ad essere un richiamo al passato. Dopo un anno dall’inizio della legislatura bisogna guardare al futuro, mettendo al centro il benessere degli umbri. In un momento come questo, caratterizzato da una pandemia, l’ambizione del Governo regionale dovrebbe essere quella di tracciare binari nuovi”.


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