ORVIETO 4(ASI) Orvieto - La storica città etrusca della Rupe parte dal vino come volàno per un nuovo Rinascimento di tutto il Sistema Territorio e del suo vasto patrimonio e delle eccellenze artistiche, culturali, artigianali e gastronomiche, le cui peculiarità sono universalmente riconosciute ma non appieno valorizzate. È questo il senso del progetto “Orvieto diVino”, fortemente voluto da Riccardo Cotarella, presidente dell’Unione Mondiale degli Enologi, e lanciato all’unisono dal sindaco Giuseppe Germani e da Vincenzo Cecci, presidente del Consorzio Vino Orvieto, con la benedizione e l’apprezzamento non solo delle istituzioni, da Catiuscia Marini, assessore regionale all’agricoltura dell’Umbria, e dall’on. Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura della Camera, ma anche dai massimi esperti e cultori nazionali dell’enogastronomia, riuniti nella Sala dei 400 del suggestivo Palazzo del Capitano del Popolo, per l’affollata illustrazione del programma di iniziative volte a riportare le peculiarità e le eccellenze della Rupe e del suo hinterland all’attenzione nazionale e internazionale. Insomma, un nuovo Rinascimento. E già si consolida l’ipotesi di dare vita ad uno Spumante Orvieto DOC.


Il sindaco Giuseppe Germani ha ricordato che «il vino per Orvieto è un elemento che storicamente fa parte della città e del suo DNA», ha sottolineato che «fino dal VI secolo a.C. era coltivata la vite e prodotto un vino di qualità».
«Forse ci si è un po’ seduti sui successi del passato senza tenere conto che il mercato, invece, è diventato molto dinamico e competitivo. Così ora vogliamo fare sistema con tutto il territorio per riposizionare meglio il nostro vino e le diverse eccellenze di Orvieto in ambito non solo nazionale ma internazionale, ridandogli maggiore dignità e attrattività», ha detto il presidente Vincenzo Cecci sottolineando il Consorzio Vino Orvieto conta oltre un centinaio di soci e 33 cantine, una produzione di 10 milioni di ettolitri, di cui il 75% prende la strada dell’estero, in particolare USA, Canada, Germania e Regno Unito.
Le caratteristiche e le strategie dell’articolato progetto “Orvieto diVino” sono state illustrate da Patrizia Marin, responsabile comunicazione del Consorzio Vino Orvieto. In sintesi la prossima attività si incentrerà tra l’altro «su eventi locali anche con la partecipazione del qualificato team di esperti del Comitato Scientifico, di presenze e degustazioni e master class abbinate ad “Umbria Jazz Winter Festival”, azioni di incoming di giornalisti italiani e stranieri per promuovere il territorio di Orvieto e dell’Umbria, l’unicità dei suoi prodotti, valorizzare l’arte, la cultura, il cibo, il vino e la musica coinvolgendo personalità di prestigio». Ma anche «video per dare voce a questa stupenda area geografica» e «coinvolgimento di testate non solo del vino e della gastronomia ma anche del turismo per il raggiungimento di un target molto ampio di utenti».
Marin ha inoltra citato tra gli eventi a breve termine un incontro a Eataly Roma con il coinvolgimento delle varie realtà orvietane, un incontro con i sommelier a Roma, ma anche una partnership con l’Università IULM di Milano. E, soprattutto, il supporto di un qualificato e prestigioso Comitato Scientifico, coordinato da Riccardo Cotarella, di cui fanno parte Giorgio Calabrese, docente universitario specializzato in scienza dell'alimentazione; Oscar Farinetti, imprenditore e fondatore di Eataly; Luciano Ferraro, caporedattore del quotidiano "Corriere della Sera"; Fiammetta Fadda, critico gastronomico televisivo e di "Panorama”; Marcello Masi, sommelier e giornalista della Direzione della RAI per l'offerta informativa; Mario Morcellini, professore ordinario in Sociologia Processi Culturali e Comunicativi dell'Università Sapienza di Roma; Antonio Paolini, giornalista, critico gastronomico, curatore della Guida "I vini de L'Espresso"; Luciano Pignataro, giornalista, blogger, enogastronomo del quotidiano "Il Mattino"; Patrizio Roversi, famoso conduttore televisivo; Attilio Scienza, ricercatore e docente di viticoltura all’Università di Milano; Rocco Tolfa, sommelier e vicedirettore di RAI TG2; Bruno Vespa, conduttore televisivo di “Porta a Porta” RAIUno e produttore di vino; Enzo Vizzari, direttore de "Le Guide I Vini e Ristoranti de L'Espresso".
«Il Progetto per il settore vitivinicolo Umbro ha molti qualificanti punti di forza, ma pure diversi punti di debolezza, tra cui la frammentazione produttiva, resistenze a forme di cooperazione a livello di sistema, la non elevata riconoscibilità del prodotto ‘vino umbro’ all’estero», ha detto l’assessore regionale Catiuscia Marini, riconoscendo che «“Orvieto diVino” è una grande opportunità per il territorio e per l’Umbria perché mira non solo valorizzare le eccellenze, ma a colmare alcune di queste debolezze e dare vita ad un sistema territoriale». E nel confermare il suo apprezzamento ha promesso appoggio e risorse del Regione per queste iniziative.
Da parte sua l’on. Luca Sani ha emblematicamente sottolineato che «l’agricoltura italiana nel primo semestre 2016 ha registrato un aumento del suo Pil dell’1,8%, ossia il triplo di quello del manifatturiero» ed ha ricostruito l’iter del testo unico della promozione del vino alla Camera ricordando che «in esso, oltre alla semplificazione normativa, si introducono disposizioni per la valorizzano di iniziative come quella del progetto di Orvieto per favorire la formazione di sistemi di sviluppo della presenza sui mercati interno ed internazionale». E, quindi, ha espresso il suo plauso per l’impegno del Consorzio e del Comune della città della Rupe.
Il marchese Piero Antinori ha portato il suo sostegno all’iniziativa di “Orvieto diVino”. «La nostra famiglia crede nell’eccellenza di questa terra dove ho intrapreso la mia carriera istituzionale come presidente del Consorzio Vino Orvieto e con Renzo Cotarella, allora giovane enologo, come direttore», ha detto sottolineando che «Orvieto tuttora rappresenta per la nostra famiglia un importante business strategico sul quale intendiamo investire anche in forma collettiva sostenendo questo progetto di marketing di territorio».
Il vicepresidente del Consorzio, Fabio Vittorio Carone, dirigente della Ruffino, ha tratteggiato la case history della sua azienda come simbolo di successo del vino italiano soprattutto all’estero. E nell’applaudire l’unitarietà di intenti di vitivinicoltori e Comune orvietani ha rilanciato la proposta di «una produzione locale di ‘bollicine’, uno Spumante Orvieto Doc perché la base territoriale è idonea».
Consenso è venuto anche da Antonio Paolini. Dopo aver sottolineato che «con questo progetto-sistema Orvieto si pone come pilota del vino in Umbria e in Italia proiettandosi verso l’estero», ha sostenuto che «occorre un brand forte sui mercato interno ed internazionale, che dia una robusta identità al bicchiere».
Note gradevolissime dalla giornalista gastronoma televisiva Fiammetta Fadda, che ha posto diverse questioni primarie della gastronomia sottolineando «la centralità delle donne nella conservazione della peculiarità delle tradizioni locali in cucina in cui, soprattutto le nonne, mantengono in vita e promuovo la conoscenza della cucina tipica e concorrono a farla apprezzare ai più giovani». Ma ha anche espresso l’auspicio che «nelle iniziative del progetto orvietano ci sia anche l’adozione della festa della fioritura della vite come esaltazione primaverile di un processo produttivo agricolo ed enologico che ha reso l’Italia protagonista nel mondo».
Enzo Vizzari non ha lesinato i suoi amichevoli ma autorevoli rimbrotti per la perdita di peso dei vini di Orvieto e per questo ha accolto con un «era ora che si facesse qualcosa per riportare le produzioni enoiche di Orvieto nelle carte dei vini». Ed ha pure sottolineato la necessità di «valorizzare maggiormente le molte giovani professionalità che il territorio stanno esprimendo» auspicando che «crescano con il contributo degli imprenditori più anziani».
Infine Riccardo Cotarella, accogliendo con soddisfazione gli apprezzamenti e le significative adesioni istituzionali e delle varie professionalità che sono arrivati dai vari settori, ha sottolineato l'importanza di “Orvieto diVino” in questo momento storico e ha confermato che «il progetto sarà seguito e promosso non solo dal Comitato Scientifico ma, soprattutto, da un comitato esecutivo composto da giovani, con l'obiettivo di rilanciare Orvieto e il suo territorio».


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