(ASI) Lettere in redazione. Perugia. La riorganizzazione della raccolta domiciliare in centro storico è oggetto di una politica dirigista, che contrariamente a quanto sbandierato dal Vice-Sindaco Barelli, non ha avuto alcuna forma di reale confronto e condivisione con i cittadini, i quali, da oggi, si trovano a dover lavorare doppio a favore della Gesenu, pur pagando una tariffa salatissima e ingiustificabile per i servizi resi e i risultati ottenuti.
Agenda 21, anch’essa sbandierata dal Vice-Sindaco Barelli, quale ambito di partecipazione in materia ambientale e di gestione dei rifiuti, non ha mai visto la partecipazione (in quanto mai invitate) delle associazioni degli utenti e consumatori, che per legge nazionale sono le uniche deputate a dire la loro sull’organizzazione dei servizi, la loro efficacia e sostenibilità economica. Una Gesenu, che dopo l’interdittiva antimafia e le indagini penali a tutto campo (anche sui contratti conclusi dai comuni), continua, come se nulla fosse, a dare “ordini” ai cittadini di Perugia. Il servizio di raccolta dei rifiuti è vincente quando si personalizza, come fanno le realtà più virtuose, non quando si calano modelli dall’alto. Ventidue sono i cittadini che hanno scritto per nostro tramite al Comune di Perugia, a Gesenu e alla Asl, per contestare il nuovo sistema di raccolta tramite mastelli: per le dimensioni, non adatte certamente alle dimensioni e tipologie di moltissimi immobili del centro storico, per motivi igienico sanitari: perché non si possono lasciare i mastelli tutta la notte fuori, su suolo pubblico, alle intemperie, per dirla con un eufemismo, per poi riportarseli in casa, magari quando ci sono malati cronici e persone immunodepresse, piuttosto che bambini, che sono i soggetti più a rischio di malattie. Per non avere coinvolto i cittadini nell’individuazione della riorganizzazione del servizio e non avere ascoltato le richieste e necessità effettive delle persone, per esempio di coloro che hanno pannolini e pannoloni da smaltire. Per essersi presentati, Comune e Gesenu, alle tanto sbandierate assemblee pubbliche dopo aver già comprato i mastelli, quindi, deciso unilateralmente cosa fare. Doppio sarà il lavoro per i cittadini, che si fanno “servitori” di Gesenu, piuttosto, che fruitori dei servizi del Gestore, dovendo lasciare i mastelli per tutta la notte per poi recuperarli al mattino, provvedere al loro lavaggio, alla loro manutenzione e custodia. Quando sarebbe stato facilissimo sostituire i precedenti sacchetti già usati per la raccolta, con sacchetti dotati di transponder o microchip. Il Comune, come di consueto, totalmente sordo alle istanze intelligenti dei cittadini, soprattutto quelli in maggiore difficoltà, riscontra il nostro reclamo, “minacciando” i cittadini e ricordando loro che la legge in materia di rifiuti “stabilisce in modo univoco che la gestione dei rifiuti, in quanto connessa al soddisfacimento di bisogni primari della collettività locale, costituisce “attività di pubblico interesse” prevalente rispetto agli interessi privati e rispetto alla quale i singoli utenti devono adeguare i propri comportamenti, sottostando alle regole ed agli obblighi fissati dall’Amministrazione Competente”. Pertanto, non avere spazi all’interno dell’abitazione, voler tutelare la propria salute e voler pagare il giusto per un servizio che Gesenu dovrebbe fare ai cittadini e non il vice versa rappresentano per il Comune di Perugia un mero interesse privato e una istanza da coartare, con la minaccia, non tanto velata della sanzione. In tutto questo quadro, la Asl si disinteressa della salute dei cittadini, trincerandosi dietro l’incompetenza in materia di gestione dei rifiuti. Siamo alle solite, in questo Paese vige la regola del “Tutti contro Uno”, dove il Tutti rappresenta il muro di gomma della burocrazia che impone e non governa e che, se può, se ne lava le mani, e l’Uno è il cittadino, che deve pagare e subire. Per questo continueremo a raccogliere firme e i reclami dei cittadini.
Movimento difesa del Cittadino
Il Vice-Presidente
Valentina Bonaca