(UNWEB) Norcia. Viabilità, delocalizzazione delle attività produttive, rimozione delle macerie, demolizioni e soluzioni abitative a Castelluccio di Norcia: sono stati questi i principali argomenti al centro dell’incontro che si è tenuto nel pomeriggio di oggi a Norcia tra gli abitanti della città e gli agricoltori di Castelluccio, e il commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, l’assessore regionale all’Agricoltura e all’Ambiente, Fernanda Cecchini. Presenti il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, il direttore regionale Diego Zurli, il dirigente della Protezione civile regionale, Alfiero Moretti. Scopo dell’incontro era quello di raccogliere le istanze dei cittadini e trovare soluzioni per dare continuità alla vita della comunità e alle attività produttive.


Relativamente alla viabilità, la presidente Marini, dopo aver evidenziato che, pur facendo il sistema della viabilità capo all’Anas, la Regione Umbria d’intesa con la Provincia di Perugia per accelerare i lavori ha stabilito che la viabilità nell’area umbra è di competenza della Provincia che è soggetto attuatore diretto dei lavori, ha specificato che “l’intervento sulla strada di congiunzione tra Norcia e Castelluccio non è solo relativo alla rimozione dei sassi, ma di messa in sicurezza di tutta l’area della montagna e richiede un lavoro complesso da portare avanti in lotti distinti. Per tre dei quali – ha detto - sono già stati effettuati gli affidamenti, mentre per un quarto si sta completando la fase dell’affidamento. L’obiettivo è rispettare il cronoprogramma, lavorando insieme per affrontare questa fase trovando le giuste soluzioni tecniche”.
Dopo aver raccolto le istanze e preoccupazioni degli agricoltori di Castelluccio di Norcia, il commissario Errani ha detto che “bisogna cercare di concretizzare tutto il possibile. Ci vogliono tempi operativi certi, partendo dalla convinzione che non sarà come prima del 24 agosto, ma non bisogna rinunciare. Ricostruire richiede fiducia – ha sottolineato - bisogna ricostruire questo spirito e costruire una metodologia seguendo passo passo i vari passaggi senza perdere di vista l’obiettivo, aggiustando il tiro via via. Bisogna ragionare in modo pragmatico, verificando il rispetto degli impegni”.
“L’impianto della ricostruzione c’è già – ha proseguito - Lo Stato ha fatto uno sforzo grandissimo. Ora è il momento di costruire un’idea di ricostruzione attraverso la definizione delle perimetrazione e la ridefinizione degli aggregati. Ci sono stati quattro eventi sismici e ogni volta si è dovuto ricominciare da capo”. Ig/segue
“Non è stata un’emergenza ordinaria – ha ricordato il commissario per la ricostruzione Errani - e dobbiamo studiare anche nuove procedure e individuare un nuovo modo per la tracciabilità delle proprietà. Solo insieme si darà ordine alle priorità verificando di volta in volta”.
Nell’incontro a San Pellegrino, la presidente Marini ha ricordato che “siamo entrati nella fase operativa; l’ordinanza 19 disciplina la ricostruzione e i cittadini avranno tutto il supporto degli uffici regionali per le informazioni. In questa frazione abbiamo avuto danni significativi e, quindi, vanno definiti aspetti non secondari che in alcuni casi potranno essere individuati in un percorso di confronto con i cittadini finalizzato a garantire in tempi certi una ricostruzione in massima sicurezza anche con verifiche geologiche”.
“Un incrocio perfetto tra prezziario e computo parametrico garantisce una ricostruzione corretta - ha detto Errani - ma serve un criterio di equità e solidarietà. Le ordinanze si possono modificare e adeguare alle esigenze perché nessuno è in grado di rispondere a priori con un’ordinanza a problemi che sorgono in seguito. Ciò vale anche per le scadenze che devono tener conto delle situazioni. Dobbiamo discutere riducendo i tempi, ma nel caso della perimetrazione è importante il confronto, ma bisogna necessariamente trovare una sintesi – ha rilevato - pensando che non si può ricostruire com’era prima e dov’era prima, perché una volta ricostruito rischiamo che non ci sia più nessuno perché il terremoto ha fatto da acceleratore ad un processo di spopolamento già in atto”.

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