“Proposta della Lega depositata da 18 mesi. Si fanno sentire solo adesso a pochi giorni dalle elezioni”

(UNWEB) “Prive di ogni fondamento, del tutto inconsistenti e, per di più, strumentali e tardive” così replicano il capogruppo della Lega Nord Emanuele Fiorini e il vicesegretario per l’Umbria, Virginio Caparvi, a quanto dichiarato dai sindacati degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini con riferimento alle modifiche apportate alla legge regionale 23/2003 per l’assegnazione delle case popolari”.

“Dove erano le associazioni sindacali quando negli anni la maggior parte dei cittadini umbri veniva esclusa dagli alloggi di edilizia residenziale sociale? Come mai, pur essendo noto che da diciotto mesi era stata depositata una proposta di riforma delle norme di riordino in materia di edilizia residenziale sociale, non hanno mai cercato un’interlocuzione con i proponenti, le altre forze politiche e le istituzioni? E da ultimo, per quale ragione tuonano solo a tre giorni dalle elezioni, nonostante la terza commissione avesse dato il via libera alla modifiche oltre due mesi fa?” Sono alcune delle domande che si pone, retoricamente, il Capogruppo Fiorini.

“Occorre subito dire che il comunicato delle associazioni è pieno di inesattezze assolutamente fuorvianti” – afferma Fiorini – “Basta, infatti, leggere il testo normativo riformato per rendersi conto che l’allungamento del requisito della residenza nel territorio regionale ad almeno cinque anni sia esclusivamente finalizzato a tutelare tutti coloro che credono in un futuro nella nostra Regione, tutti coloro che nati o residenti di lungo corso in Umbria hanno contribuito al benessere della nostra comunità, magari integrandosi nel tessuto socio-economico della stessa.

Basta leggere il testo della legge così come modificato per rendersi conto che lo spirito della nostra modifica non è quello di pregiudicare chi è privo di occupazione, ma è quello di venire incontro proprio a quanti oggi, a causa della gravi crisi economica, si trovano senza una casa e nell'impossibilità di pagare un affitto a prezzi di mercato

In buona sostanza le modifiche apportate hanno il solo scopo di salvaguardare gli umbri, anche non italiani purché integrati, che versano in reali condizioni di difficoltà economica. A tal proposito, si rammenta alle associazioni sindacali degli inquilini che il requisito soggettivo per l’assegnazione relativo all’attività lavorativa quinquennale stabile ed esclusiva o principale nella Regione sia previsto come alternativo e non esclusivo rispetto a quello della residenza da almeno cinque anni nel territorio regionale. Per questo, è del tutto pretestuoso ritenere penalizzati i lavoratori precari che, se residenti da oltre cinque anni in Umbria, ben potranno invece richiedere l’assegnazione degli alloggi, certi di avere meno concorrenza da parte di chi poco ha a che fare con il nostro territorio e la nostra comunità”

Una vittoria epocale, poi, l’aver consentito l’accesso agli alloggi di edilizia residenziale sociale anche ai coniugi proprietari di una casa ove assegnata all’altro coniuge in sede di separazione o divorzio. Non c’è bisogno di ricordare che già nel 2014 la Caritas, nel proprio rapporto annuale sulla povertà, aveva individuato nei padri separati i nuovi poveri, purtroppo in costante aumento.

Per questo – prosegue ancora l’esponente del carroccio – rimango del tutto sconcertato da quest’attacco portato ad una riforma dettata solo da necessità di effettiva tutela delle persone più deboli. A meno che – conclude – non vi sia una così netta e insanabile divergenza tra noi e loro su quali siano i veri interessi o i soggetti da tutelare”. E' quanto dichiara la Lega Nord Umbria.

 


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