(UNWEB) Norcia – “Nel corso di questi mesi abbiamo fatto delle scelte precise e certamente difficili, non solo per assistere le popolazioni colpite dal sisma, ma per mantenere intatte le diverse comunità ed evitare così il pericolo dello spopolamento di questo territorio”. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini nel corso del suo intervento al Consiglio comunale aperto che si è tenuto stamani a Norcia; presenti, tra gli altri, il vicepresidente della Giunta regionale Fabio Paparelli e gli assessori Fernanda Cecchini e Antonio Bartolini.
Fra le scelte operate durante la fase di emergenza postsisma, la presidente Marini ha ricordato quella di “riaprire al più presto le ‘zone rosse’ appena le condizioni di messa in sicurezza lo hanno consentito, piuttosto che mantenerle estese fino a quando la ricostruzione vera e propria non fosse stata avviata. Questo – ha rilevato - ha permesso alla popolazione di riappropriarsi gradualmente dei luoghi simbolo della comunità di appartenenza e di evitare che la gente se ne andasse altrove”.
“Dall’inizio della crisi simica ad oggi – ha ricordato - abbiamo assistito ad oltre 72 mila scosse. La direzione che abbiamo preso è stata quella di impegnarci parallelamente, sia nella gestione dell’emergenza che della riduzione graduale delle zone rosse, anche facendo tesoro degli errori che, su questo fronte, sono stati fatti in passato. Per quanto riguarda le casette – ha proseguito Marini – abbiamo dovuto assistere circa 1700 persone per circa 800 nuclei familiari. Su questo versante – ha spiegato – avremmo potuto decidere di dare sistemazione a chi non poteva più accedere alla propria abitazione in altri appartamenti distanti dalle zone di residenza, ma la scelta delle casette ci ha consentito di mantenere i legami con il luogo di origine. Al 30 ottobre saranno consegnate tutte le casette ai destinatari individuati, con una coda delle ulteriori 99 casette successivamente ordinate dal Comune di Norcia che verranno consegnate entro novembre”.
Nell’evidenziare che le norme che sovrintendono alla gestione dell’emergenza sono distinte da quelle della ricostruzione e gestione ordinaria, la presidente ha poi sottolineato che l’Umbria “è in possesso di un patrimonio di esperienze che non si può o perdere. La ricostruzione – ha aggiunto – deve essere veloce, ma deve essere fatta bene per esser sicura. Dai terremoti precedenti – ha proseguito - abbiamo imparato molto. Dopo il 1979 l’Umbria si è dotata di una legge per il controllo delle costruzioni e nell’81 abbiamo recepito le norme relative alla classificazione sismica del territorio”.
“Dopo il sisma del 1997 – ha rilevato - si è scelta la strada di aumentare il miglioramento sismico degli edifici, è stata operata la riclassificazione e la microzonazione sismica del territorio. Questo bagaglio di norme e conoscenze renderà più veloce questa ricostruzione favorita, rispetto al passato, anche dal fatto di poter contare su risorse certe. I privati, ad esempio, possono avvalersi del credito d’imposta che permetterà ai cittadini di decidere con i propri tempi e di poter accedere alle risorse senza aspettare gli stanziamenti per le singole regioni”.
“L’obiettivo comune – ha sottolineato - è quello di elevare il grado complessivo di sicurezza mantenendo le comunità sul proprio territorio. E ciò vale per tutti gli edifici, privati e pubblici, fra i quali gli edifici scolastici, dove oggi si è fatto un salto di qualità con l’adeguamento sismico. In questo contesto – ha proseguito - rappresenta un passaggio fondamentale anche la messa in sicurezza e il ritorno alla piena fruibilità dei beni culturali che costituiscono un tratto distintivo dell’Umbria e del suo territorio, sono una risorsa spirituale e di identità del territorio”.
“Come Regione – ha detto ancora la presidente - siamo impegnati a costruire con le forze economico-sociali, con le comunità e le amministrazioni locali un percorso condiviso per definire una ricostruzione che, attraverso uno sforzo di programmazione e le risorse a disposizione, facciano ritornare i luoghi colpiti vivi e vitali. Relativamente alla ‘governance’, il processo di ricostruzione sarà più veloce, sicura e di qualità se verranno messe a leva le competenze presenti sul territorio, con un ruolo maggiore delle amministrazioni territoriali, Regione e Comuni. In Umbria – ha concluso Marini – abbiamo gente di qualità, e questa è una sfida che possiamo cogliere e che siamo in grado di vincere”.