valencia 1(UNWEB) Perugia “L’Unione Europea ha bisogno di un programma di investimenti credibile e ambizioso per generare una crescita sostenibile e posti di lavoro di qualità, superando l’insostenibile situazione che vede l’ampliamento del divario fra le regioni più povere e quelle più ricche e un calo degli investimenti del 15 per cento”.

Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo alla riunione straordinaria del Gruppo Pse del Comitato delle Regioni d’Europa, di cui è presidente, che si svolge a Valencia, in Spagna, e che ha affrontato oggi il tema “Investire in Europa, investire nelle persone”.
“Chiediamo una politica dell’Ue più attiva – ha sostenuto – perché è questo allo stesso tempo il principale strumento di investimento e la più importante espressione di solidarietà all’interno dell’Unione, che deve basarsi su dieci priorità, a cominciare da quella di prepararsi per il futuro, inserendola in un programma di rilancio coordinato e globale per rafforzare la quarta rivoluzione industriale in atto in Europa”.
“Al primo posto – ha proseguito – bisogna mettere il capitale umano, concentrando l’attenzione su un’istruzione di qualità, sulla formazione e la formazione professionale per risolvere il problema della disoccupazione giovanile, promuovere la parità di genere e l’inclusione sociale, combattere la povertà. Altrettanto importante è che una forte politica di coesione si applichi a tutte le regioni della nostra Unione mentre sarebbe controproducente un’assistenza finanziaria rivolta esclusivamente alle regioni più povere”.
“C’è poi la questione del livello dei fondi per la coesione nel bilancio Ue, attualmente non sufficiente, che non consente – ha rimarcato – di rispondere alle sfide del cambiamento climatico, della migrazione e della globalizzazione. Ribadiamo il nostro appello per una ‘regola d’oro’ – ha detto – che preveda che il cofinanziamento da parte degli enti locali e regionali nel quadro della politica di coesione dell’Ue sia escluso dalle regole del patto di stabilità e crescita”.
“Quinta priorità è quella di valutare la qualità dei progressi compiuti – ha proseguito – e non soltanto le cifre perché, come mostra l’indice di progresso sociale, le regioni con il più alto Pil pro capite non sono necessariamente le più avanzate sotto questo aspetto”.
“Tutte le parti interessate – ha detto inoltre la presidente -devono avere una voce in capitolo nelle decisioni che le riguardano, con il rispetto del principio di partenariato in tutte le fasi di programmazione e attuazione. E non ci deve essere nessuna ‘frontiera’ all’interno dell’Unione Europea, destinando una quota più elevata dei fondi di coesione specificatamente alla cooperazione territoriale europea, incoraggiando la solidarietà fra le regioni e i paesi vicini dell’Ue”.
“Si deve servire l’interesse pubblico, non il profitto privato – ha aggiunto, continuando ad illustrare le priorità per il consolidamento della politica di coesione – C’è poi l’esigenza di un’ulteriore semplificazione, per rendere più agevole la richiesta di fondi dell’Ue ed evitare sin dall’inizio che piccole e medie imprese, associazioni e i piccoli Comuni rinuncino a presentare domanda”.
“Serve, infine, intelligenza e flessibilità – ha concluso la presidente Marini – Chiediamo, pertanto, la creazione di una riserva con le somme non impegnate, che non dovrebbero essere restituite agli Stati membri, per poter far fronte alle sfide nuove e impreviste che dovessero presentarsi”.


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