Squarta291116(ASI) La storia della IMS Isotta Fraschini ex Pozzi di Spoleto, il famoso sito metallurgico chiuso dal 2014 a seguito dello scempio causato dall’ex proprietà capitanata da Gianfranco Castiglioni, arrestato per bancarotta fraudolenta e per gli stessi reati il prossimo 11 dicembre a Varese sottoposto a giudizio da quel Tribunale, ritorna a far parlare di se.                                                                         

Il consigliere Marco Squarta (FdI) annuncia di aver presentato una interrogazione a risposta immediata relativa al futuro dei dipendenti delle aziende Ims e Isotta Fraschini (ex Pozzi) di Spoleto.

Nel documento Squarta spiega che “nel corso di un incontro con una delegazione dei dipendenti di Ims e Isotta Fraschini, ricevuta a palazzo Cesaroni dalla presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria e dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Fabio Paparelli, i lavoratori hanno chiesto notizie e chiarimenti rispetto al proprio futuro, anche in vista del termine della cassa integrazione. In quella occasione, nel luglio scorso, l’assessore Paparelli ha fatto il quadro della situazione, rassicurando i lavoratori rispetto al fatto che nel mese di settembre avrebbe invitato una rappresentanza dei lavoratori per fare nuovamente il punto della situazione e fornire un aggiornamento rispetto alle manifestazioni di interesse e di trattative in corso, alla presenza dello stesso curatore fallimentare. Ad oggi – rileva Squarta - l’unica certezza è che la cassa integrazione per gli operai del settore ghisa è in scadenza a marzo 2018 e per gli operai del settore alluminio è stata rinnovata fino ad aprile 2018: se non interverranno novità sostanziali, gli stabilimenti alla scadenza definitiva della Cigs andranno inevitabilmente incontro alla chiusura. Nessuna convocazione dei lavoratori è ancora intervenuta da parte dell’assessorato e nessun chiarimento è stato fornito rispetto alle manifestazioni di interesse e alle trattative che sarebbero in corso con possibili acquirenti, pure recentemente riportate dalla stampa”.

Oggi sono oltre 200 famiglie spoletine le quali vivono in un totale stato di insicurezza economica.

Nelle ultime settimane sembra emerge l’interesse al sito di Santo Chiodo composta da una cordata di imprenditori. Fonti ufficiose parlano di presunti investimenti provenienti dalla Cina e di un Piano Industriale redatto da un noto professionista del settore.

In tutti i casi i tempi stringono e le tremende scadenze si avvicinano velocemente.

 

Rosario Murro - Agenzia Stampa Italia


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