(UNWEB) Perugia – Una Regione che può vantare solidità finanziaria e affidabilità dei conti, situazione che permette di non applicare la leva fiscale, a beneficio di cittadini e imprese, e di affrontare investimenti e scelte strategiche. Sul fronte della ricostruzione post-terremoto, il lavoro di questi mesi consentirà a gennaio 2018 di chiudere definitivamente la fase emergenziale e di entrare a pieno titolo nella fase di ricostruzione pubblica e privata.
È questo, in sintesi, il quadro tracciato oggi a Palazzo Donini nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno dalla presidente della Regione Catiuscia Marini, insieme a tutti i componenti della Giunta regionale: il vicepresidente Fabio Paparelli e gli assessori Luca Barberini, Fernanda Cecchini, Giuseppe Chianella e Antonio Bartolini.
“L’Umbria – ha detto la presidente Marini, ricordando come la Regione abbia tra l’altro sempre rispettato il pareggio di bilancio e non sia mai stata sottoposta a piani di rientro in sanità – ha una pressione fiscale tra le più basse d’Italia, invariata nell’ultimo decennio, per l’ottavo anno consecutivo da quando sono alla guida della Regione. Un’invarianza confermata nella manovra di bilancio per gli anni 2018/2020 nella quale confermiamo tutti i servizi e affrontiamo scelte strategiche per l’Umbria”.
Soffermandosi sulla ricostruzione nelle aree colpite dagli eventi sismici del 2016, la presidente ha ricordato che “si entrerà nella fase attuativa dei Piani approvati, tre dei quali per l’edilizia scolastica per complessivi 60 milioni di euro che riguarderanno anche edifici fuori dall’area del cratere, e i due Piani delle opere pubbliche con risorse per circa 30 milioni di euro ciascuno. Una fase attuativa – ha rilevato – che vedrà il protagonismo diretto degli Enti territoriali, Regione, Comuni e Province”.
“Grazie alla programmazione e alle risorse stanziate – ha aggiunto – nel 2018 entreremo nella fase molto importante della ricostruzione pubblica e di quella privata. Nella prossima seduta della Giunta regionale discuteremo del disegno di legge regionale che guiderà la ricostruzione, definendo gli aspetti non solo sotto il profilo edilizio-urbanistico, ma anche socioeconomico. A disposizione ci sono oltre 100 milioni di euro di risorse aggiuntive, di cui 56 milioni per il Fondo europeo di sviluppo regionale e circa 52 per la programmazione dello sviluppo rurale, che si aggiungono al miliardo e mezzo di euro delle risorse della programmazione comunitaria per il periodo 2014/2020”.
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La presidente Marini ha tenuto a sottolineare la “positiva collaborazione con il Governo nazionale che ha garantito supporto istituzionale e finanziario per molte scelte strategiche dell’Umbria, dai trasporti all’ambiente alla ricostruzione” e ha reso noto che sono stati definiti con il Governo i termini per due accordi per l’impiego delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc), rispettivamente con il Ministero delle Infrastrutture e trasporti sul tema delle infrastrutture e della riqualificazione urbana e con il Ministero dei beni culturali, per complessivi 40 milioni di euro, e per un programma di interventi su dissesti idrogeologici e prevenzione in particolare nell’area del cratere del sisma.
Il vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Fabio Paparelli ha sottolineato come il 2017 mostri “indicatori importanti che rilevano come l’Umbria sia nel gruppo delle regioni che agganciano la ripresa, quali l’export che in Umbria è cresciuto del doppio rispetto alla media nazionale, il 6,4 rispetto al 3,3% nazionale” e ha ricordato alcuni dei risultati della programmazione regionale in materia di internazionalizzazione e ricerca e sviluppo, oltre alla significativa ripresa del turismo nei mesi di settembre/ottobre. “Una situazione che va consolidata ed è la sfida che ci poniamo per il 2018, chiedendo alle parti sociali di dare il proprio contributo”.
L’assessore regionale alla Salute, coesione sociale e welfare Luca Barberini ha ricordato l’importante programmazione in materia di sanità e sociale: “Dopo il Piano di prevenzione, è stato approvato il Piano sociale e avviato il percorso per la definizione del nuovo Piano sanitario. Tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione umbra, abbiamo riorganizzato i modelli assistenziali enfatizzando i due pilastri della prevenzione e del territorio. A inizio 2018 – ha detto fra l’altro – prenderà avvio il progetto delle aggregazioni funzionali territoriali, per garantire la continuità del servizio sanitario senza ricorrere al presidio ospedaliero”. Per quanto riguarda il welfare, il 2017 “è stato un anno straordinario in cui è stata data risposta a temi fondamentali come il ‘dopo di noi’, l’autosufficienza, la povertà integrando leggi nazionali, risorse comunitarie e regionali”.
L’assessore Fernanda Cecchini ha richiamato i risultati nella capacità di spesa delle risorse dello sviluppo rurale che vedono l’Umbria al secondo posto in Italia, con un target di spesa per il 2018 che è stato già superato quest’anno grazie anche alla buona tenuta e agli investimenti delle imprese agricole”.
Quanto alla cultura, l’assessore Cecchini ha sottolineato l’importanza dei 12 milioni di euro per l’attuazione di progetti che riguardano “attrattori culturali, a vantaggio della complessiva economia della regione” e gli oltre 800mila euro stanziati dal Ministero dei beni culturali destinati alle zone terremotate. In materia ambientale, “è stato un anno complicato sul fronte della gestione dei rifiuti, ma abbiamo dimostrato di essere in grado di dare soluzione ai problemi e, se ogni soggetto farà la sua parte come ha fatto la Regione, possiamo guardare con fiducia al futuro”.
“I risultati ottenuti sono il coronamento di un serio lavoro, svolto tenendo conto del contesto e delle risorse finanziarie” ha detto l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti Giuseppe Chianella che, oltre al Frecciarossa da Perugia e agli interventi sulla Ferrovia Centrale Umbra, si è soffermato in particolare sulle trattative in corso per l’estensione dei contratti di servizio con Trenitalia e Busitalia che consentirebbero il rinnovo del materiale rotabile: “investimenti per 186 milioni di euro in treni e 35-37 milioni per nuovi autobus con l’Umbria – ha rilevato – che è tra le prime tre-quattro regioni che hanno avviato questo percorso”.
Per quanto riguarda il terremoto, l’assessore Chianella ha inoltre riferito che, nella riunione della cabina di regia nazionale, è stato approvato “il Piano delle opere pubbliche con 1 miliardo di investimenti, di cui 250 milioni destinati alle chiese e ho chiesto che, per questa tranche, l’Umbria possa usufruire di una percentuale maggiore nella ripartizione dei finanziamenti. Nella riunione, si è stabilito poi che il Durc congruità adottato dall’Umbria dopo il sima del 1997, con alcune modifiche, venga applicato in tutte le quattro regioni terremotate”. Con il Governo si sta poi discutendo del rifinanziamento degli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche: “180 milioni complessivi nei prossimi quattro anni”.
L’assessore alle Riforme, Agenda digitale e Istruzione ha richiamato innanzitutto i positivi dati dell’Agenda digitale, con “una percentuale della popolazione umbra servita da internet che oggi è verso l’80 per cento, con investimenti per circa 80 milioni di euro, la realizzazione del Digipass in nove zone sociali e i due progetti strategici per Monteluce quartiere digitale e per Terni da attuare nel 2018 verso Umbria 4.0”.
L’assessore Bartolini ha ricordato gli interventi per l’edilizia scolastica per oltre 60 milioni, in aggiunta a quelli per le scuole danneggiate dal sisma; per il diritto allo studio universitario (“nel 2017 finanziate 4410 borse di studio per 22 milioni di euro”) così come il primo posto ottenuto dall’Umbria per la più alta percentuale di bambini iscritti agli asili nido: “il 37 per cento, superando di gran lunga l’obiettivo posto dall’Unione europea per il 2020, ma il nostro obiettivo è arrivare al 50 per cento”. Positivi i risultati dell’Umbria nelle attività di formazione rivolte ai Neet, i giovani che non sono impegnati nello studio né in ricerca di lavoro né nella formazione: “alla fine dei corsi, il tasso di occupazione è del 50 per cento”.