(ASI) Perugia – "Ho rappresentato al presidente di Poste Italiane, Luisa Todini, la necessità di un approfondimento e di un confronto sulla questione del Piano di ridimensionamento degli uffici postali che così come è stato reso noto, determinerebbe in Umbria – e nel resto del Paese – gravi disagi alle popolazioni".
E' quanto riferisce la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che ha avuto un incontro con la presidente di Poste Italiane, Luisa Todini, per affrontare alcune questioni di carattere istituzionale e al margine del quale le ha rappresentato la delicata questione del ridimensionamento degli uffici postali in Umbria che, secondo lo stesso piano, dovrebbero essere chiusi in Provincia di Perugia (Castel Ritaldi, Annifo e Capodacqua, Perugia Piazza Partigiani, Sant'Egidio e Ripa, Villastrada e Gioiella, Collazzone), e in quella di Terni (Collestatte, Porchiano, Schifanoia e Capitone, Sugano, Melezzole), mentre per altri è previsto un ridimensionamento del servizio.
La presidente Marini ha quindi chiesto alla Presidente Todini di non procedere ad alcuna decisione rispetto all'attuazione del Piano per consentire un approfondito confronto con la Regioni italiane la cui Conferenza è stata già convocata dal Presidente Sergio Chiamparino per la giornata di domani, cui parteciperà per la Regione Umbria la vice presidente, Carla Casciari, e nel corso della quale le stesse Regioni intendono avanzare all'amministratore delegato, Francesco Caio, proposte al fine di ricercare soluzioni che d'intesa con i Comuni interessati possano consentire il mantenimento dei servizi postali sul territorio e contribuire allo stesso tempo all'abbattimento dei relativi costi.
Per cioò che riguarda l'Umbria la presidente Marini ha ribadito che "la Regione è disponibile a mettere a disposizione anche il proprio patrimonio immobiliare pur di scongiurare la chiusura degli uffici periferici di Poste Italiane in Umbria".
"Condividiamo, infatti, pienamente – ha dichiarato la presidente Marini - le preoccupazioni che sono state rappresentate prima di tutto dai cittadini specie quelli di alcune zone rurali e montane interessate dalle eventuali chiusure che determinerebbero gravissimi disagi, preoccupazioni che sono state espresse anche dall'Anci regionale e da alcuni parlamentari, oltre che dai sindacati".