(UMWEB) Todi. “Dobbiamo creare le condizioni perchè la cultura scientifica, tecnica e tecnologica, accanto a quella umanistica, diventi un investimento strategico sulla formazione, per una Università che sia realmente senza confini. L’esperienza che si avvia oggi a Todi va in questa direzione”.
Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo stamani, a Todi, alla inaugurazione del Polo tecnologico per l’Umbria dell’Università Internazionale Uninettuno, il primo Ateneo telematico per il rilascio di titoli accademici legalmente riconosciuti in Italia, in Europa ed in molti Paesi del Mediterraneo. Erano presenti il Rettore dell’Università Uninettuno, Maria Amata Garito, il sindaco di Todi, Antonino Ruggiano, ed i dirigenti scolastici dell’Istituto agrario Ciuffelli, Marcello Rinaldi, e del Liceo Iacopone da Todi, Sergio Guarente. Sarà proprio l’Istituto Agrario “Ciuffelli”, in base alla convenzione stipulata con Uninettuno, a rivestire il ruolo di Polo tecnologico per l'Umbria dell'Ateneo internazionale che vede 29 corsi di laurea, 17 corsi di master, 6 facoltà attive (beni culturali, psicologia, scienza della comunicazione, economia, giurisprudenza e ingegneria) ed una struttura “reticolare” sul territorio, con la sede centrale collegata a 30 poli tecnologici in Italia e 60 all’estero (164 le sedi d’esame in tutto il mondo).
Rivolgendosi in particolare agli studenti, la presidente Marini ha evidenziato come occorra abbandonare i luoghi comuni per far tesoro dei dati reali del Paese e della regione su cui occorre misurarsi anche rispetto alle scelte che riguardano percorsi formativi futuri.
“Al contrario di quanto si afferma - ha detto Marini - l’Italia ha pochi laureati. Tra i 27 Paesi europei ci collochiamo in una posizione di grande svantaggio. Sono inoltre pochissimi i laureati in possesso delle competenze che il mercato di oggi e dei prossimi anni ci chiede, in particolare nelle materie tecnico scientifiche e tecnologiche. C’è dunque necessità di chiarezza – ha proseguito Marini – così che studenti, famiglie ma anche istituzioni pubbliche e private che si occupano di formazione, di diritto allo studio, di legislazione, di Università possano attrezzarsi per recuperare un gap le cui conseguenze sono di accrescere la platea dei disoccupati sul territorio e la ricerca di competenze professionali per tutti i settori economico produttivi verso altri mercati del lavoro che sono in grado di offrirli e di metterli a disposizione di imprese e pubbliche amministrazioni”.
Per quanto riguarda l’Umbria Marini ha poi aggiunto che la regione ha un’ampia propensione alla formazione “qui c’è infatti un numero di laureati superiore alla media nazionale ed abbiamo praticamente azzerato gli abbandoni scolastici. Ma la regione è ancora debole per quanto riguarda la propensione alla innovazione e alla ricerca scientifica. La propensione – ha sottolineato la presidente - nasce con stimoli culturali di alta formazione ed in questo ambito – ha concluso - Uninettuno ha tutte le carte in regola per creare un ambiente favorevole per stimolare una comunità che voglia immaginare il proprio futuro”.
I presidi Rinaldi e Guarente hanno evidenziato che “con oggi si avvia una nuova esperienza per le scuole secondarie. Avere a Todi una sede universitaria - hanno detto - ha un significato simbolico per la città e per l'Umbria. A Todi - hanno proseguito - si è attivata una sinergia importante che rappresenta un investimento di alto livello formativo e culturale e che costituisce una ventata di rinnovamento che vede protagoniste le tecnologie telematiche che possono contribuire ad un nuovo umanesimo nell'ambito di una formazione permanente, inclusiva e flessibile”.
“Todi ha una tradizione millenaria culturale e storica - ha detto il sindaco Ruggiano. La città ha espresso nei secoli personalità di alto livello ed è sempre stata luogo aperto di contaminazioni e di dialogo. Vedere l’Università internazionale Uninettuno scegliere Todi come sede del suo polo tecnologico in Umbria ci inorgoglisce. Con questa presenza – ha concluso - passeremo da una scuola contemporanea alla scuola del futuro”.