Tra le tante cose da fare sembra che la più importante di tutte sia la guerra agli innocui cartelloni dell’Associazione Pro Vita.
(ASI) "A Perugia la campagna propagandistica tesa alla rimozione del manifesto pro vita, illustrante un feto di 11 settimane, che viene esposto in 6 punti strategici della città, non si placa minimamente.
L'imbrattamento dei manifesti con della vernice, avvenuto in queste ore, non cede nemmeno lo spazio di una tregua rispettosa sul confronto dei principi non negoziabili.
Salgono le proteste da parte dei consiglieri comunali di opposizione e quelle del potente sindacato CGIL, che entrambi chiedono di togliere i manifesti dalle strade.
Per il POPOLO DELLA FAMIGLIA-Umbria il manifesto pro vita è un'occasione unica per rilanciare la discussione sulla legge 194 che per 40 anni ha consentito la pratica abortiva senza che si potessero innescare degli ausili alternativi alla mentalità di chiudersi alla vita.
A fronte del problema della denatalità regionale in crescita anno dopo anno, non si può continuare a fare finta di niente.
La vita deve essere salvaguardata; non c'è nessun motivo che giustifichi lo smantellamento del messaggio promozionale pro vita visibile in questi giorni a Perugia; è ora di fare un bilancio dei risultati conseguenti alla difesa ideologica di posizioni totalizzanti che eludono la presenza di un nascituro, condannando la società ad un consapevole dissolvimento.
Il Popolo della famiglia ritiene che la battaglia politica per difendere la vita è un presupposto irrinunciabile, i valori che si legano a questo aspetto non sono né futili e né negoziabili. Oscurare in questo momento le analisi favorevoli alla vita, non aiuta la donna a maturare delle decisioni consapevoli in autonomia pro-choice".
A quanto afferma in una nota Claudio Iacono - Presidente del Popolo della Famiglia - Umbria
Foto - via Fonti Coperte - Perugia - 11 maggio 2018