pdf(UMWEB) Terni. La notizia di sabato scorso del rinvio a giudizio da parte del giudice dell'udienza preliminare del tribunale di Terni di una coppia che ha utilizzato la pratica dell'utero in affitto per concepire un figlio, deve costituire un'occasione per assumere una posizione ferma e decisa sull'argomento, visto che in Italia la Legge 40/2004 prevede per tali tipi di reati una sanzione amministrativa fino a 600mila €.

Claudio Iacono, candidato nella lista per il Popolo della Famiglia alle prossime elezioni comunali di Terni, nonché Presidente del PdF Umbria, ha dichiarato che "In un momento particolarmente intenso per le vicissitudini nazionali - scontro istituzionale con la mancata formazione di un governo (ndr) - e con la campagna elettorale in corso, può sembrare inappropriato indirizzare l'attenzione ad una questione come quella dell'utero in affitto. Il nostro è un plauso verso il magistrato che ha avviato un procedimento che mira a salvaguardare le vittime di questa vicenda: i bambini, le donatrici di ovuli e le gestanti, nell'intento di stroncare questo mercato che trasforma le persone in cose, definendo accordi contrattuali e relativo prezzo per ciascuna prestazione".

"Non consentiremo mai che il nostro territorio incentivi pratiche come quelle dell'utero in affitto e proporremo che la maternità surrogata venga sempre considerata per quello che è: una vera e propria forma di schiavitù". Ha concluso Claudio Iacono, ricordando che il contrasto a qualsiasi forma di maternità surrogata rappresenti un modo per realizzare una autentica ecologia umana, non meno importante di quella che anni fa proponeva interi comuni denuclearizzati.


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