vergaglia(ASI) Orvieto - "La geopolitica del prezzo del petrolio influenza i costi delle famiglie, così arriva una stangata il prossimo trimestre con le tariffe energetiche subiranno un’impennata che si traduce in un incremento del 6,5% per quelle elettriche e dell’8,2% per quelle del gas.  
Questo avviene anche nel nostro territorio in conseguenza delle tensioni internazionali che impattano sulla filiera energetica che vengono tradotte nell’aggiornamento trimestrale dell’Autorità regolazione dell’energia, delle reti e dell’ambiente sulle bollette per gli utenti del mercato a maggior tutela. Insomma nonostante la vicinanza di Corbara ed i relativi impianti energetici idroelettrici e nonostante la fortissima potenzialità di autoproduzione diffusa in termini di energia e ad esempio biometano che potrebbe e dovrebbe avere una città come Orvieto, ci ritroviamo a pagare come è più di altri comuni equivalenti in Italia ed in Europa. E' opinione del M5S che si debba ripartire dalla capacità di iniziativa e di servizio dei comuni. Qui di seguito la proposta di Lucia Vergaglia:
«Innanzitutto bisogna tutelare intanto da subito ed a livello governativo i cittadini e le fasce più deboli lavorando ad esempio sulla riduzione dell'IVA per la prima parte delle forniture di gas, fare le dovute informazioni sul bonus elettrico come faceva il comune quando gestiva anche lo sportello dell'energia in Piazza della Repubblica ed infine c'è bisogno di incentivare l'autoproduzione, il risparmio e come comune si prenda qualche tempo per fare un'analisi tecnica approfondita se sia possibile con questi costi dell'energia sia sensato il riattivare gli impianti idroelettrici della Netti che sono di proprietà, appunto, comunali. Non possiamo fare il lavoro di Regione e Governo ma ci è possibile pungolarli, e nella faretra dell'arco del comune c'è più di una freccia però sia chiaro che anche se si tratta di agire subito e vedere i primi risultati entro un anno ma senza dubbio si tratta di operare in una strategia pluriennale che abbia efficacia anche sul lungo periodo.
Andiamo quindi con ordine partendo dal primo punto: nelle nostre bollette di gas, energia e persino dell’acqua potabile si applica l’Iva del 10% e viene calcolata non solo sul costo della fornitura ma anche sui costi accessori e delle accise includendo nella base imponibile le addizionali regionali e le accise. Il decreto legislativo 504 del '95, testo unico delle accise, ed in questo andrebbe riformato per impedire questa iniquità la cui illegittimità è ribadita in una lunga serie di sentenze di merito e sul su per cui un’imposta non costituisce mai base imponibile per un’altra. Da parte nostra interesseremo per le vie politiche il Governo ma chiederemo anche ai comuni, l'ente più vicino ad imprese e cittadini, di pronunciarsi con una apposita mozione. Questo è un atto formale e costa zero e va fatto al più presto.
Sul lungo termine invece una iniziativa da portare avanti è quella relativa ad una tariffazione puntuale delle forniture di gas o metano. Per queste la normativa in vigore distingue tra uso per cottura che pagherebbe l'Iva in forma agevolata al 10% e quella per il riscaldamento la cui aliquota è del 22%. Volendo fare una tariffazione puntuale oggi lo scorporo risulterebbe complesso e difficile da applicare, ed anche i molti che hanno riqualificato energeticamente la casa e che quindi consumano meno gas o metano per riscaldarsi si trovano un maggiore aggravio in percentuale. Su questo tema c'è bisogno di progetti pilota in cui si riesca a fare una tariffazione puntuale che potrebbero essere finanziati in parallelo all'Ecobonus. Secondo il settimo Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’ENEA presentato due settimane fa nel 2017 grazie all'Ecobonus sono stati portati avanti oltre 420.000 interventi per un investimento di quasi quattro miliardi di euro. Un trend sicuramente significativo e da cogliere per una strategia di efficentamento pubblico e privato pluriennale ridotte emissioni, non pagare più quanto non dovuto ed un aumento generale del valore degli immobili sono degli obbiettivi concreti ma ambiziosi; tuttavia anche se messi in campo subito ma non si otterranno i risultati domattina.
Poi c'è bisogno di maggiore informazione su bonus elettrico, bonus gas e sulle altre opportunità di risparmio per i cittadini. Quando al piano terra di piazza della Repubblica l'ufficio comunale relazioni con il pubblico era a sua volta punto Enel era tutto più immediato, oggi non è così. Germani può sicuramente riprendere in mano la situazione che oggi lascia in difficoltà i più fragili tra i cittadini.
La spinta all'autoproduzione ad esempio con il fotovoltaico nelle scuole e per gli edifici pubblici in aree non vincolate, il miglioramento della classificazione energetica e la spinta ala produzione locale ad esempio di biometano in questo momento non sembrano essere temi sul tavolo del primo cittadino. Eppure sono le basi per quella resilienza territoriale e di comunità, quegli esempi locali di capacità energetica diffusa che renderebbero un paese come l'Italia davvero sempre più energicamente indipendente e non soggetto, o meno soggetto, agli sbalzi d'umore degli sceicchi. Questo per non parlare del fatto che avendo la diga di Corbara sul territorio ed avendo l'idroelettrico Netti di nostra proprietà sin dal 2005 dovremmo avere un surplus energetico notevole invece che subire come e più dei comuni italiani ed europei di dimensioni comparabili al nostro. Spesso ai politici si chiede di cominciare a mettere a valore le risorse, noi chiediamo di capire prima quanto costa riattivare la Netti e con questi prezzi decisamente alti dell'energia che avvicinano il BEP, cioè il punto di pareggio del necessario investimento, ci chiediamo come mai non si metta allo studio una soluzione come, ad esempio, quella degli impianti idroelettrici di Crespi d'Adda nel bergamasco, recuperati a nuova vita. L'argomento energia tocca a fondo la vita dei cittadini ed un comune può e deve essere alleato di famiglie ed imprese, e nel nostro caso può farlo in molti modi. Però è un argomento complesso che va abbracciato nel suo complesso e non va trattato alla stregua dell'interrogazione sulle buche con cui si apre ogni Consiglio comunale, anzi è un setaccio importante per separare le posizioni dei politici che guardano allo sviluppo cittadino da quelli che invece vogliono ripetere stancamente le parole di sempre in attesa di uno Stato che non aiuta o di una regione matrigna con cui prendersela. Gli amministratori in carica si rimbocchino le maniche ed affrontino anche questo problema mentre chi guarda alle elezioni del 2019 non stia li a sperare in un inciampo a danno dei cittadini e faccia subito le sue proposte, così come le facciamo noi: senza paura e senza tenere le opportunità nascoste per un proprio calcolo. Ogni ritardo infatti lo pagano i cittadini di tasca loro e questo non è giusto.» Lo dichiara, Lucia Vergaglia, capogruppo Movimento 5 Stelle, Consiglio comunale della città di Orvieto.


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