tavolo terremoto 1(UMWEB) Perugia – “Per ciò che riguarda la ricostruzione post-sisma, l’obiettivo che abbiamo sempre sostenuto di voler perseguire è quello di realizzare non soltanto la ricostruzione fisica degli edifici, ma anche quella sociale ed economica di tutta l’area coinvolta.

Questo disegno di legge si muove su questa impostazione e si propone, appunto, di contribuire a raccordare la fase della ricostruzione con quella dello sviluppo delle aree maggiormente colpite, anche mediante uno strumento strategico, il Master Plan per lo sviluppo della Valnerina. Insomma, intendiamo cogliere questa opportunità come occasione di riqualificazione del territorio e degli insediamenti, dal punto di vista paesaggistico e della sostenibilità ambientale, nonché di valorizzazione delle attività economiche, specie quelle che connotano il territorio stesso e ne rappresentano le maggiori qualità”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in apertura dei lavori del “tavolo sisma”, riunitosi quest’oggi a Perugia, a Palazzo Donini, cui ha partecipato anche l’assessore regionale all’assetto del territorio, Giuseppe Chianella, nel corso del quale è stato illustrato il testo del disegno di recante “Norme per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 24 agosto, 26 e 30 ottobre 2016 e successivi”, adottato dalla Giunta regionale nella sua ultima seduta, e trasmesso all’Assemblea legislativa per l’iter di approvazione che auspicabilmente dovrebbe concludersi nel prossimo mese di settembre.
E’ stato il direttore regionale, Diego Zurli, ad illustrare il testo del disegno di legge che, fra gli obiettivi principali ha anche quello della riduzione della vulnerabilità sismica e del rafforzamento, con gli strumenti e le scelte disponibili nel campo delle attività edilizie ed urbanistiche, del senso di sicurezza, della percezione di sicurezza delle popolazioni, al fine di scongiurare ogni possibile fenomeno di abbandono e porre le condizioni per un convinto e sereno radicamento della residenza e delle attività economiche in un territorio che vede ripetersi con frequenza eventi sismici molto rilevanti.
Viene affrontato in varie fattispecie il tema delle delocalizzazioni – si afferma nella nota introduttiva dell’atto - laddove le condizioni delle aree di sedime attuali di edifici e insediamenti, anche a seguito di indagini aggiornate, non siano motivatamente in grado di garantire sicurezza o laddove la delocalizzazione consenta di incrementare la sicurezza degli insediamenti e degli spazi pubblici.
Dal punto di vista urbanistico non si prevede l’istituzione di nuovi strumenti. Per tutti i Comuni del cratere si prevede un migliore raccordo con la pianificazione di protezione civile. Per i Comuni maggiormente colpiti si prevede un utilizzo più snello e flessibile degli strumenti esistenti, raccordando espressamente alcune procedure e riconducendo alcuni pareri in seno alla Regione, anche mediante conferenze di servizi, in modo da comprimere i tempi delle procedure, senza sacrificare i processi di partecipazione e disciplinando. Ove possibile, anche i cosiddetti “tempi di attraversamento” tra una fase e l’altra. Viene imposta la contestualità della parte strutturale dei piani con quella operativa.
Particolare attenzione viene posta alla ripianificazione, per riqualificare e mettere a sistema le aree trasformate a seguito del sisma e delle attività svolte nella fase di emergenza.
Dal punto di vista edilizio si prevedono, con diversi gradi di flessibilità, interventi che riguardano l’assetto planivolumetrico degli edifici (aree di sedime, sagome, varianti del numero dei piani etc.), con particolari attenzioni anche alle fattispecie di edifici che presentano contiguità strutturale con altri immobili.
Un ulteriore elemento di novità del disegno di legge è quello che consente l’utilizzo temporaneo a fini abitativi delle pertinenze degli edifici, a particolari condizioni.
In materia di deposito e autorizzazioni sismiche viene specificato il raccordo fra le attività degli uffici regionali del Genio Civile e dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria.


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