Stefano Vinti 2Il rappresentante di UmbriaLeft “I bassi salari non aiutano ad aumentare la domanda interna”

“Necessari nuovi investimenti pubblici. Obiettivo strategico la piena occupazione”

(UMWEB) – Perugia, – “Serve una svolta radicale, una svolta che definisca il ‘salario minimo’, che aumenti salari, stipendi e pensioni, che reintroduca l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e il contratto a tempo indeterminato come contratto tipo. Per fare questo, oltre che a livello nazionale, occorre definire in Umbria un ‘Piano regionale del lavoro’ imperniato su nuovi e massicci investimenti pubblici e che abbia come obiettivo strategico la piena occupazione”. È quanto chiede Stefano Vinti dell’associazione culturale UmbriaLeft in merito a quella che definisce la “grave questione salariale in Umbria”. “L’ultimo rapporto dell’Inps – ricorda infatti Vinti – conferma che la media dei salari nel settore privato in Umbria è del 13 per cento inferiore a quella nazionale. Un dato micidiale per l’economia umbra che mette drammaticamente in discussione la dignità del lavoro nella nostra regione e chiama all’assunzione di responsabilità il padronato dell’Umbria. In un quadro generale contrassegnato da un calo dei livelli occupazionali, dall’esplosione del lavoro precario e da bassi salari, il governo non trova di meglio che reintrodurre i voucher. Non da meno la Regione Umbria incapace anche solo di pensare a politiche attive del lavoro alternative a quelle liberiste, assiste così, impotente, a questo disastro sociale ed economico”. “La questione salariale rimane in Italia una questione irrisolta – conclude Vinti –. I bassi salari dei lavoratori non aiutano certamente a far aumentare la domanda interna di beni e servizi, con conseguente calo della produzione e dell’occupazione e determinando la stagnazione economica del sistema. Contrariamente alle politiche perseguite fino ad ora, questa situazione non si contrasta con la precarizzazione del lavoro e abbassando il potere d’acquisto dei salari”.


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