(UMWEB) Perugia. All’indomani della sentenza del TAR in merito alla vicenda della realizzazione dello studentato sito in Via Enrico dal Pozzo, il Vice Sindaco Barelli ha annunciato che il Comune ricorrerà al Consiglio di Stato.
Come già ribadito anche nelle sedi ufficiali, riteniamo profondamente scorretto e goffo il tentativo di spostare sul piano della legittimità la realizzazione dello studentato a San Bevignate: la questione deve piuttosto essere affrontata sul piano delle scelte politiche e della capacità di governare i processi.
Da quando l’amministrazione universitaria chiese, su un terreno in parte di proprietà dell’Ateneo perugino, l’autorizzazione a realizzare l’opera, sono trascorsi 15 anni: un lasso di tempo durante il quale sono profondamente mutate le condizioni sia dell’Ateneo che del territorio. Infatti, il numero degli studenti è quasi dimezzato, le facoltà universitarie non si sono mai spostate dalla Conca e, all’interno del complesso di Monteluce, sta per essere inaugurato un collegio universitario realizzato proprio da ADISU.
Il Vice Sindaco Barelli, che nel 2014 aveva costruito la propria candidatura in maniera del tutto strumentale soprattutto sulla questione di San Bevignate a suon di conferenze stampa, comizi elettorali e fiaccolate nell’area interessata, dalla poltrona di governo ottenuta proprio grazie a quelle battaglie, oggi ha evidentemente cambiato idea e versione: il Comune di Perugia è passato dall’essere l’unico soggetto responsabile della vicenda, perché “certe aree devono essere intoccabili” nel 2014, a non poter incidere in alcun modo per dirimere la questione dopo 4 anni.
Riteniamo che Urbano Barelli, con il suo totale e colpevole immobilismo, abbia una pesante responsabilità sulla mancata soluzione del problema: sperando di trovare scorciatoie legali con cavilli e ricorsi invece di utilizzare gli atti amministrativi che la legge mette a disposizione del Comune, ha fatto solo perdere e passare del tempo. È il caso qui di ricordare che le concessioni edilizie sono in capo al Comune di Perugia, e che se Barelli, il Sindaco Romizi o la Giunta ritenessero di revocarle, è nelle loro facoltà farlo; come pure, è importante ribadire che ADISU è un ente strumentale al raggiungimento di obiettivi prestabiliti, ossia è mero esecutore, e non pianificatore.
Le decisioni, in ultima analisi, fanno capo soltanto a due soggetti: il Comune di Perugia e l’Università degli Studi. È a questi soggetti che spetta con urgenza di chiarire la situazione attraverso atti ufficiali e non tramite comunicati stampa, dibattiti improvvisati o ricorsi volti solo a procrastinare i tempi, dal momento che, come certificato dal TAR, il procedimento è in sé legittimo e regolare.
Crediamo sia profondamente scorretto scaricare le responsabilità sulle spalle della Regione, che sul nuovo studentato di Monteluce ha investito ben dieci milioni di euro, accogliendo le richieste delle due Università e dello stesso Comune di Perugia.
Come Gruppo consiliare del Partito Democratico contestiamo fortemente il comportamento opaco e contraddittorio tenuto finora dal Vice Sindaco Barelli in tutta la vicenda, e ci auguriamo che vengano accolte le sollecitazioni dell’Assessore regionale Antonio Bartolini: occorre risolvere la questione con prudenza e ragionevolezza, attraverso atti amministrativi da parte di chi ha la titolarità del governo sulla città, ossia il Comune di Perugia.
A conclusione dell’annosa vicenda, che il Vice Sindaco Barelli ha strumentalizzato per conquistarsi la sua carica, è arrivato il momento per il Sindaco Romizi e la sua maggioranza ormai a fine mandato di prendersi la responsabilità di approvare la variante al piano regolatore che sancisca una volta per tutte la totale inedificabilità dell’area prospiciente il complesso monumentale di San Bevignate. Dalle parole del Vice Sindaco Barelli da una parte, e dal silenzio complice e colpevole del Sindaco Romizi dall’altra, emerge la volontà di ostacolare questa possibilità ed andare avanti a suon di slogan e propaganda: metteremo alla prova il Sindaco Romizi con il suo Vice nei prossimi giorni, depositando una proposta ufficiale sul tema e costringendo chi governa a prendere, dopo 4 anni, una posizione chiara e netta. Proprio perché, come già ricordato, la politica non si fa con ricorsi strampalati o uscite a mezzo stampa, ma con atti ufficiali, unica espressione delle scelte amministrative di chi governa.