(UMWEB) Perugia. “Nulla di politico, ma di artistico genere ‘operetta’, questa mattina tra Città di Castello e Perugia. Uno spettacolino che non ha convinto nessuno, con Catiuscia Marini quale maldestra protagonista, con lo stesso copione di sempre, le stesse trame, gli stessi personaggi, gli stessi logori ambienti e perfino gli stessi errori”. Così i consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S) che commentano la cerimonia di riconsegna del tratto Città di Castello-Perugia della ex Fcu (Ferrovia centrale umbra) dopo i lavori iniziati nel mese di settembre dello scorso anno.
Liberati e Carbonari si chiedono poi come si possa “festeggiare la non-riapertura di una modesta quota della tratta, con velocità da tartaruga, pensando poi di non suscitare l'ilarità generale, inneggiando poco credibilmente a un non-servizio che, dopo un glorioso secolo di attività, è tuttora chiuso a causa di una pluriennale mala-gestio, meritevole di riflessioni in ogni sede. Discorso ben diverso – spiegano - sarebbe stato se, in questi anni, la Regione Umbria avesse iniziato a disegnare il domani e il dopodomani dei nostri territori. Avrebbero potuto proporre ai Governi nazionali un utilizzo nuovo della piattaforma ex Fcu quale parziale base, intanto tra Terni e Perugia, per realizzare in futuro l'alternativa non in sede rispetto all'attuale Direttissima Roma-Firenze, un’infrastruttura che ha ormai 40 anni di vita alle spalle, prossima alla saturazione dell'Alta Velocità-Alta Capacità, di giorno e di notte. L'idea – ricordano i due esponenti pentastellati - già vagheggiata dal Comitato Ultimo Treno, è vincente e proietterebbe l'Umbria nella rete delle regioni che contano perché ben collegate tra loro, con forti chances di risalita economica per tutti, conformandoci al modello francese, laddove ormai i treni di qualità raggiungono quasi ogni provincia”.
“La Regione Umbria – proseguono Liberati e Carbonari - ha invece finora scelto la soluzione più comoda: dopo la crapula ferroviaria passata, dopo non aver individuato un solo responsabile di tanto sperpero, ha bellamente svenduto l'infrastruttura ex Fcu al Gruppo Fs, manifestando una certa quanto immotivata generosità coi soldi di tutti, come da sempre fa pure con i Contratti di servizio per i treni regionali. Su questo – concludono -, Palazzo Donini continua a sborsare da tempo oltre 40 milioni all’anno, mentre il Gruppo FS, assai lesto nell'incassare, fornisce ai pendolari servizi tutt'altro che di qualità, dal materiale rotabile in giù, costringendoci alla medesima infrastruttura di un secolo fa, senza investimenti, fuorché quelli necessari alla sicurezza. L'arrivo in Umbria del Ministro Danilo Toninelli per il tour governativo sui trasporti regionali rappresenterà allora l'occasione per una diagnosi più accurata rispetto a criticità esistenti da lunga e lunghissima data”.