DEF 2018: vaghe le parole, le famiglie vogliono i fatti"
(ASI) "Martedì 9 Ottobre presso la sala del Cenacolo di Montecitorio alla presenza del Ministro Fontana, sono stati rilasciati i premi a quelle imprese o organizzazioni no profit che hanno fatto della flessibilità organizzativa e dell’armonizzazione tra il lavoro e la famiglia il loro punto di forza.
Il premio “Aziende familiy friendly” promosso dal Forum delle Associazioni Familiari del Lazio, con la collaborazione di altre associazioni e movimenti persegue lo scopo di promozione e incentivazione nella Pubblica amministrazione, nelle imprese e nelle organizzazioni no profit al fine di attuare una politica del lavoro che tenga conto delle necessità della famiglia, tutelando la genitorialità nella duplice direzione della maternità e della paternità, mettendo in campo buone pratiche quali il telelavoro, la valorizzazione delle risorse umane, benefit a favore dei dipendenti per le nuove nascite e asili nido nelle strutture stesse.
La necessità di una rivoluzione radicale nel mondo del lavoro è conclamata dai dati statistici che riflettono, purtroppo, una situazione drammatica rispetto al calo demografico registrato in Italia negli ultimi anni, tant’è che se nel DEF del 2017 si sottolineava la necessità di porre un freno alla rapida discesa del tasso di natalità, nell’unico capitolo riservato alla famiglia del DEF 2018 (la parola “famiglia” viene riportata solo 6 volte, una sola volta l’espressione “maternità”), si fa menzione in modo molto generico a quelle che potranno essere le forme di sostegno ed incentivo alla maternità che, secondo il Popolo della Famiglia (ma anche secondo la natura), sono la chiave principale per contrastare questo “contesto di severa crisi demografica”, come è scritto nel capitolo dedicato alla “Famiglia e disabilità” del DEF.
Purtroppo, in termini di risorse ed incentivi alla maternità, il Documento di Economia e Finanza non va oltre una serie di buone intenzioni, ma al momento, come Popolo della Famiglia, non abbiamo individuato quella concretezza economica diretta che proposte - come il reddito di maternità - volevano mettere in campo per incrementare quell’indice chiamato ”tasso di fecondità”. che nel 2016 l’ISTAT ha rilevato pari a 1,26 per le donne italiane.
L’economia italiana può risollevarsi solo se è la famiglia a risollevarsi. Il welfare familiare, generato, in termini economici, da sussidi concreti come il reddito di maternità, il quoziente famigliare e gli incentivi alla natalità, ma anche dalle agevolazioni per la conciliazione del binomio lavoro-famiglia, origina un effetto boomerang sulla produttività dell’azienda stessa e quindi di ritorno sull’economia del paese.
Per far questo ci vuole il coraggio di politiche economiche veramente espansive che solo i governi centrali possono mettere in atto. Nel nostro territorio, alla nostra Regione e a tutti i comuni umbri, in particolare alle giunte comunali che hanno mostrato interesse nei confronti di temi quali la natalità e la tutela della maternità, chiediamo almeno di dare seguito all’iniziativa del Forum della Regione Lazio, proponendo politiche economiche di sgravi fiscali per quegli imprenditori che operano in direzione della famiglia, della genitorialità e della natalità. In questa prospettiva, è un segnale positivo l’istituzione dell’Osservatorio per il welfare aziendale promosso dal Comune di Todi.
Abbiamo bisogno della politica che guarda oltre l’immediato tornaconto elettorale, i frutti verranno raccolti solo fra parecchie legislature". Lo dichiara in una nota il Popolo della Famiglia – Umbria.