(UMWEB) – Perugia- “La Regione Umbria con una delibera della Giunta del 08/10/2018, proposta dal vice-presidente Fabio Paparelli, ha dichiarato la propria disponibilità al cofinanziamento del progetto di Sviluppo presentato dalla Società Leolandia Umbria S.r.l., rispondendo così positivamente alle richieste pervenute dal Ministero dell’o sviluppo economico e da Invitalia”.
Lo rende noto lo stesso vice presidente e assessore allo sviluppo economico Paparelli il quale sottolinea, con soddisfazione, che “il progetto che si andrà a localizzare nel comune di Narni si inquadra perfettamente fra le iniziative di investimento e valorizzazione del settore turistico, rese possibili grazie al riconoscimento dell’area di crisi complessa dell’area Terni-Narni, sottoscritta dall’ex ministro Calenda”. “L’iniziativa proposta dalla Leolandia Umbria S.r.l. - ricorda Paparelli - prevede un programma di investimento, che ammonta a circa 36,2 milioni di euro e che si estenderà su una superficie di circa 55.000 mq., con una occupazione a regime di circa 250 unità. Come noto il complesso ed articolato programma di sviluppo proposto è volto alla realizzazione di un Parco divertimenti tematico e di una struttura ricettiva, in grado di stimolare e intercettare un importante flusso turistico in questa parte della Regione. Tale progetto – conclude il vice Presidente – è coerente con il Piano di sviluppo per il turismo recentemente varato dalla stessa Regione Umbria a seguito degli eventi sismici del 2016 e 2017, in cui si riconosce al settore turistico, e alle imprese che a diverso titolo ne fanno parte e vi operano, un ruolo fortemente strategico per lo sviluppo economico ed occupazionale oltre che per la crescita culturale e sociale dell'Umbria”.
L’iter istruttorio dei contratti di sviluppo era stato interrotto lo scorso mese di Luglio per mancata disponibilità, ora ripristinata, dei fondi a ciò destinati dalla finanziaria 2017. A tal proposito lo stesso vice presidente Paparelli aveva sollecitato al ministro Di Maio lo sblocco dei fondi al fine di non vanificare le potenzialità di attrazione di imprese delle aree di crisi complessa.