(UMWEB) – Perugia – “Aver dedicato l’incontro di oggi, utile anche per la formazione professionale, ai 40 anni dall’entrata in vigore delle legge Basaglia, fa onore alla professione infermieristica perché, prima di una legge per la salute mentale, la Basaglia è una legge di civiltà per il diritto di cittadinanza delle persone”: lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo stamani a Perugia all’incontro “L’assistenza infermieristica in salute mentale a 40 anni dalla legge Basaglia”, organizzato dall’Ordine professioni infermieristiche della Provincia di Perugia, con UslUmbria1 e Comune di Perugia.
“Grazie per aver promosso questa riflessione pubblica sulla centralità della professione infermieristica nel servizio sanitario, - ha detto la presidente - ma anche per aver voluto evidenziare il vostro lavoro in riferimento all’organizzazione dei servizi di salute mentale e al ruolo di questa professione nei percorsi di inclusione sociale delle persone che vengono coinvolti all’interno dei servizi stessi e della comunità. Questo è un anno in cui ricorrono i 40 anni dell’entrata in vigore della legge Basaglia – ha proseguito - ma anche i 40 anni dall’istituzione del servizio sanitario nazionale. Il ’78 fu un anno fecondo di innovazione legislativa e culturale in cui l’Umbria ha avuto un ruolo centrale, con grandi medici, ricercatori e studiosi che hanno portato un loro apporto specifico alla riforma che ha rivoluzionato il mondo della psichiatria, con Perugia che anticipò molti temi che ebbero poi una loro declinazione nella legge”.
In riferimento alla professione infermieristica la presidente ha evidenziato che “è in continua evoluzione ed avrà un ruolo sempre più centrale, non solo nel servizio sanitario, ma anche nel socio-sanitario. A tal fine, la presenza nei servizi degli infermieri assume importanza da una parte per la gestione della persona bisognosa di cure, ma dall’altra per la prima accoglienza e per l’emergenza. In questo contesto di trasformazione e adattamento della figura professionale diventa prioritaria quindi la formazione per garantire non solo la quantità dei professionisti che operano nei servizi, ma anche la qualità delle prestazioni che sono garantite anche da una continuità della presenza degli infermieri”.
“C’è un terreno di sperimentazione e innovazione per la professione che è quello della continuità dei luoghi sociali tipo i diurni, case famiglia, centri residenziali, dove oltre alle classiche figure professionali, la figura dell’infermiere può avere un ruolo importante per l’inclusione sociale delle persone accolte con una contaminazione di questa figura prettamente sanitaria in luoghi dove la componente sociale è preponderante. Nella stesura del Piano sanitario affronteremo anche queste tematiche”.