(UMWEB) «Abbiamo appreso con preoccupazione e sdegno la notizia che la Regione, su proposta dell’assessore Barberini, che ha dato seguito all’azione iniziata otto anni fa dalla Presidente Marini, ha approvato definitivamente le linee guida del protocollo sull’interruzione di gravidanza volontaria tramite la somministrazione del farmaco RU 486».
Con queste parole Saimir Zmali, coordinatore del Popolo della famiglia Umbria e membro del Movimento per la Vita di Todi, attacca il mandato definitivo della giunta regionale, avvenuto il 4 Dicembre scorso, con cui si dà il consenso alle aziende sanitarie regionali, che già attuano l’aborto chirurgico, di praticare l’interruzione di gravidanza volontaria anche tramite somministrazione farmacologica.
«I giovani di Todi hanno risposto a tutto questo con un incontro informativo sulla contraccezione d’emergenza, tenuto il 6 Dicembre dal dott. Giorgio Epicoco, nel corso del quale si sono approfonditi i temi medici, etici e morali che si nascondono dietro questa pratica. Restiamo profondamente indignati di fronte alle dichiarazioni di Marina Toschi, presidente nazionale di Agite, che biasima la scarsa preparazione dei futuri medici, frequentanti l’Università di Perugia, nel praticare un aborto o applicare una spirale. Sono parole che nelle premesse e nelle intenzioni dimostrano un chiaro attacco alla vita e al diritto universale della persona a nascere. Consideriamo grave la liberalizzazione ufficiale della RU 486 anche perché, nonostante venga da più parti sventolata la bandiera della vittoria per la libertà della donna, in realtà questo farmaco, già solo nelle sue implicazioni mediche, si mostra totalmente ostile e negativo per la donna. Non a caso prima dell’assunzione della pillola abortiva, la donna deve firmare il consenso informato».