votoAula L’Assemblea legislativa dell’Umbria, con il voto favorevole dei consiglieri dei gruppi Pd, SeR, Misto-Articolo1, Lega, Misto-Ricci Presidente/IC, Misto-Fiorini per l’Umbria, e l’astensione di Leonelli (Pd), ha approvato il Piano faunistico venatorio regionale 2019-2023.

(UMWEB) Perugia,  L’Assemblea legislativa dell’Umbria, con il voto favorevole dei consiglieri dei gruppi Pd, SeR, Misto-Articolo1, Lega, Misto-Ricci Presidente/IC, Misto-Fiorini per l’Umbria, e l’astensione di Leonelli (Pd), ha approvato il Piano faunistico venatorio regionale 2019-2023.

Il relatore dell’atto, Attilio SOLINAS (presidente Terza commissione), ha sottolineato che il Piano, predisposto dall’Esecutivo di Palazzo Donini, “è un atto importante e molto atteso. Portarlo oggi in Aula non è una velleità elettorale, ma un modo di rispettare una domanda forte che viene dal territorio, in particolare dalle associazioni venatorie e da quelle degli imprenditori agricoli. Votarlo oggi è un atto di buon senso”.

Al momento del voto dell’Assemblea per poter discutere l’atto nella seduta di oggi, il consigliere Valerio MANCINI (Lega) ha sottolineato come “senza la presenza della Lega e di altri consiglieri dell’opposizione questa seduta non si sarebbe potuta svolgere. Stona l’assenza del presidente della Giunta, Paparelli”. Anche il consigliere Claudio RICCI (misto-Rp/Ic) ha detto di rimanere in Aula perché “il Piano è un atto istituzionalmente doveroso per la gestione del quadro faunistico venatorio, ma anche per rispetto delle associazioni venatorie e delle attività agricole ambientali”.

SCHEDA

Il nuovo PIANO FAUNISTICO VENATORIO è stato redatto sulla base del precedente. Effettua la riunificazione di quanto già previsto nei Piani delle due Province (che hanno di nuovo in capo la gestione della materia), e approfondisce alcuni aspetti relativi alla pianificazione territoriale. In aggiunta c’è un corposo studio sullo status della fauna selvatica in Umbria sulla base del quale sono state fatte le scelte sulle zone di ripopolamento, le oasi, le aree di rispetto venatorio e gli appostamenti. Altri elementi di novità introdotti sono la formazione delle guardie venatorie e degli stessi cacciatori, oltre all’adeguamento delle normative rispetto alle prescrizioni del nuovo Psr in materia di tutela dell’ambiente.

Il Piano ha come obiettivi principali la TUTELA E IL RECUPERO DELLA BIODIVERSITÀ e si pone come nuovo ed aggiornato punto di riferimento delle strategie per ottimizzare la PIANIFICAZIONE FAUNISTICO VENATORIA. Inoltre punta al conseguimento delle densità ottimali e alla conservazione delle popolazioni di fauna selvatica, attraverso la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio.

Il Piano, oltre all’analisi faunistico-ambientale, considera l’insieme delle dinamiche sociali ed economiche nelle quali è inserito e con le quali deve interagire. In particolare punta a COMPORRE LE DIVERSE ESIGENZE che animano le categorie sociali del mondo venatorio e agricolo, ma anche quelle di ambientalisti, ricercatori, educatori e formatori ambientali, utenti del turismo escursionistico e non solo.

Il nuovo piano aggiorna e migliora il precedente sulla base delle attività di ricerca, coordinamento e raccolta dati dell’OSSERVATORIO FAUNISTICO REGIONALE, struttura di coordinamento, raccolta ed elaborazione dei dati faunistici a livello regionale.

Lo scopo principale del Piano è quello di coordinare ed armonizzare tutti gli interventi di gestione e pianificazione riguardanti la fauna selvatica presente sul territorio regionale. Gli STRUMENTI FUNZIONALI sono: linee di indirizzo e coordinamento con precise indicazioni per conseguire l’omogeneità e l’uniformità delle normative emanate a livello regionale; la costante raccolta, controllo ed analisi degli interventi gestionali programmati nell’ambito conservazionistico ed in quello venatorio; l’individuazione delle metodologie da utilizzare per il monitoraggio ed il controllo delle popolazioni di fauna selvatica; la predisposizione e il continuo aggiornamento di un archivio cartografico tematico di base, riguardante tutte le componenti dell’habitat che interessano ed influenzano la presenza e la distribuzione della fauna selvatica sul territorio, nonché dei dati di presenza faunistici sul territorio.

Gli AMBITI DI INFLUENZA del Piano:

- Natura e Biodiversità: individuazione delle aree di rilevante interesse da sottoporre a tutela faunistica; Interventi orientati al miglioramento degli ecosistemi; Contenimento dei rischi derivanti dalla presenza/introduzione di specie critiche;

- Attività agro-forestali: interventi di miglioramento ambientale e svolgimento delle normali attività di coltura con piccoli accorgimenti per il rispetto della fauna;

- Pianificazione del territorio e interventi antropici: individuazione delle criticità nella connettività ecologica; indicazioni per conservazione, ripristino e incremento della connettività;

- Sicurezza pubblica: per quanto riguarda specie che causano incidenti stradali o danni all’ambiente naturale (boschi, alvei, vegetazione lacustre) o all’agricoltura.

Le risorse finanziarie necessarie per le attività di programmazione e gestione faunistica, derivano dai proventi delle tasse pagate dai CACCIATORI. La Regione Umbria conta circa 27mila possessori di licenza di caccia e le associazioni venatorie, che ne riuniscono una parte, hanno un importante rilievo sociale.

GLI INTERVENTI

Carla CASCIARI (Pd): “IL PIANO È IMPORTANTE PER LA CACCIA ED È STRATEGICO PER LA GESTIONE DEL TERRITORIO. Solo di recente, con la riforma delle Province, la Regione ha ripreso le deleghe su questa materia. L’Umbria è una delle prime Regioni ad approvare il Piano senza andare in deroga. L’Umbria è una terra ricchissima da un punto di vista ambientale e servono strumenti di tutela. Il documento prevede il riequilibrio ecologico e la salvaguardia delle produzioni agricole, oltre alla tutela della biodiversità”.

Claudio RICCI (misto Rp-Ic): “QUESTO È UN ATTO QUALIFICANTE DELLA LEGISLATURA, CHE RIGUARDA I CIRCA 30MILA CACCIATORI UMBRI CHE OPERANO ANCHE PER LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE. La visione tecnica e la pianificazione appare molto adeguata. Il documento pianifica tutto ciò che concorre al sistema faunistico venatorio, delinea linee strategiche importanti che entrano in relazione con scelte in materia venatoria e ambientale. L’Osservatorio faunistico regionale rappresenta poi un elemento qualificante dell’atto, che contiene prospettive urgenti come quella relative al periodo della caccia. Rilevanti anche il monitoraggio delle postazioni fisse di caccia ed anche la sperimentazione di un sistema di sorveglianza stradale che eviti gli incidenti con la fauna selvatica”.

Marco Vinicio GUASTICCHI (Pd): “IL PIANO NON RIGUARDA SOLO I CACCIATORI MA UN MONDO INTERO CHE COMPRENDE GLI AGRICOLTORI E GLI AMBIENTALISTI. Va sottolineato positivamente l’atteggiamento dell’assessore Cecchini, che pure in regime di prorogatio ha avuto la forza di perfezionare l’iter di questo atto e a portarlo in Aula. Sulle questioni di ordinarietà e straordinarietà ci muoviamo in modo ondivago ma le segnalazioni da parte degli agricoltori circa i danni causati dalla fauna selvatica e quelle che arrivano dai cacciatori rendono necessario questo Piano, che rappresenta la base per ulteriori iniziative su questo argomento. Dobbiamo avere il coraggio di approvare questo atto, al di là dei bizantinismi, per fare del bene alla nostra regione ed avere il coraggio delle nostre azioni”.

Giacomo LEONELLI (PD): “MI ASTERRÒ PER UNA QUESTIONE DI PRINCIPIO E DI METODO E NON CERTO SUI CONTENUTI, CHE SONO DI ALTA QUALITÀ. Mi sono astenuto nella votazione con cui l’atto è stato iscritto, ma sono rimasto in Aula garantendo il numero legale e permettondone l’approvazione. Ricordo che questa stessa Aula ha votato a suo tempo la soppressione della Commissione antimafia e in assenza di un qualsivoglia parere negativo, mentre oggi in presenza di parere negativo si procede nella votazione di un atto così importante: due pesi e due misure non giustificabili. Del Piano condivido i contenuti perché permette una gestione virtuosa della caccia, utile alla salvaguardia dell’ambiente nel suo complesso. Grazie all’assessore Cecchini per aver svolto il lavoro nella difficile fase che l’istituzione regionale sta attraversando dando dimostrazione di grande serietà istituzionale.”.

Silvano ROMETTI (SeR): “GRANDE QUALITÀ E COMPLETEZZA DEL PIANO, IMPORTANTE STRUMENTO DI PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN COMPARTO DELICATO COME QUELLO AMBIENTALE E VENATORIO. Ho sottoscritto la convocazione dell’Aula di oggi e l’iscrizione all’ordine del giorno di questo atto che condivido in maniera convinta. Continuo a ritenere che, sia pure nella situazione politico-istituzionale che stiamo attraversando, dobbiamo procedere nel nostro lavoro di discussione e approvazione di atti, senza preoccuparsi se di ordinaria o straordinaria amministrazione. Il nostro è un ruolo ruolo di programmazione e a questo dobbiamo adempiere, anche in questo scorcio di legislatura. I cacciatori svolgono un ruolo decisivo nella gestione appropriata e nella tutela del territorio”.

Emanuele FIORINI (Misto): “Sono SODDISFATTO PERCHÉ OGGI IL PIANO FAUNISTICO ARRIVA IN AULA SCONFIGGENDO QUEL BOICOTTAGGIO CHE QUALCUNO HA TENTATO DI FARE. Grazie ai colleghi che sono rimasti in Aula, a votare questo importante atto. La caccia è tradizione, passione ed anche economia, merita perciò di avere a disposizione strumenti normativi corretti. Sono esterrefatto e condanno in maniera netta l’assenza in Aula del presidente Paparelli e di numerosi consiglieri della maggioranza, che anche oggi ha dato il peggio di sé”.

Valerio MANCINI (Lega): “Voto convintamente a favore di un ATTO LEGITTIMO E LEGALE, CHE RAPPRESENTA UN PASSO AVANTI VERSO LA TUTELA DELLE IMPRESE, DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE. ATTO OGGI APPROVATO GRAZIE ALLA MINORANZA. Un Piano in cui ci sono cose buone. È migliorabile e lo faremo. Grave che il presidente Paparelli non sia presente. Il calendario venatorio non era a rischio. Quello approvato a gennaio è tuttora in vigore. Il Piano è un documento di oltre 200 pagine che è arrivato in Commissione il 23 luglio. C’era troppo poco tempo per esaminarlo. Anche perché il precedente Piano è scaduto da quattro anni. Pero oggi non facciamo polemiche. Un atto che ci porta avanti con il lavoro va apprezzato. Anche le associazioni agricole chiedono questo Piano”.

Fernanda CECCHINI (ASSESSORE): “IL PIANO È UN ATTO STRAORDINARIAMENTE IMPORTANTE CHE IL MONDO VENATORIO E AGRICOLO ATTENDE. NON È IN RITARDO. È uno strumento che guarda all’interesse complessivo e generale, che va a incidere nel governo del territorio dell’Umbria. L’Aula deve svolgere il suo lavoro senza andare contro la legge, ma dando un senso a quello che si fa. La politica deve fare valutazioni non strettamente coincidenti con la parte tecnica. Il Piano vigente attualmente è quello delle due Province, non c’è qualcosa di scaduto. SIAMO UNA DELLE PRIME REGIONI CHE APPROVA UN NUOVO PIANO dopo il ritorno delle funzioni dalle Province. Abbiamo dovuto integrare i due piani faunistici. Come Giunta avevamo immaginato di approvate l’atto entro la fine della legislatura non immaginando che saremmo entrati in ordinaria amministrazione. Quindi è un dovere portare questo piano in Aula. LA STAGIONE VENATORIA NON È A RISCHIO. Il calendario venatorio 2019-2020 è stato approvato a maggio e sono scaduti i tempi per eventuali ricorsi. La stagione non prevede la preapertura al momento. Ma la legge dice che è facoltà delle Regioni prevedere una o più giornate di preapertura. Il Tar a gennaio ci ha detto che senza approvazione del Piano non ci sarebbe stata preapertura. Quindi non l’abbiamo prevista per non incorrere in problemi. Laddove l’Aula approvasse il Piano, valuteremo se fare un atto di Giunta per la preapertura. Questo Piano non riguarda solo i cacciatori, ma va a rendere armonico gran parte del governo delle funzioni legate alle attività faunistiche, economiche ed agricole. RENDE ARMONICA LA GESTIONE DELLE POLITICHE VENATORIE, MA ANCHE L’UTILIZZO COMPLESSIVO TERRITORIO. Nel 2018 solo per i danni all’agricoltura abbiamo sforato gli 800mila euro che potrebbero esser sfruttati per una politica di arricchimento faunistico dell’habitat umbro. Il Piano è composto anche di una parte tecnica che fa tesoro di quello che è avvenuto in Umbria negli ultimi dieci anni, dando la possibilità di fare PIANIFICAZIONE con cognizione di causa. Questo è un Piano ordinario, che dà gli strumenti per portare avanti una gestione ordinaria di funzioni legate all’ambiente e al paesaggio, consentendo di gestire al meglio le parti più naturalistiche dell’Umbria”.


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