Il capogruppo regionale del Partito Democratico, Tommaso Bori, intervenendo in tema di coronavirus, auspica la definizione di un “accordo con la sanità privata, prima che venga compromessa la nostra capacità di risposta ai problemi connessi all’emergenza”. Nel sottolineare che l’accordo “si sarebbe già dovuto fare da tempo”, Bori spiega che, in tal senso, “si può procedere oggi stesso attraverso l’integrazione di personale sanitario e strumentazioni, servizi e strutture, così come consentito dal Decreto legge ‘18/2020’ e già realizzato in altre Regioni italiane”.
(UNWEB) Perugia, “L'emergenza coronavirus richiede scelte rapide e puntuali: il potenziamento della rete di diagnosi, assistenza, terapia e riabilitazione della sanità umbra, messa sotto stress dal Covid-19, attende da troppo tempo il supporto decisivo del comparto privato”. Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori secondo cui “ si sarebbe già dovuto fare da tempo, ma si può procedere oggi stesso attraverso l’integrazione di personale sanitario e strumentazioni, servizi e strutture, così come consentito dal Decreto legge ‘18/2020’ e già realizzato in altre Regioni italiane”.
Per Bori, “serve definire subito un accordo con la sanità privata, prima che venga compromessa la nostra capacità di risposta ai problemi connessi all’emergenza. È incomprensibile – aggiunge - che si continuino a tenere in panchina 413 operatori sanitari privati, che rischiano peraltro di essere messi a breve in cassa integrazione andando a gravare sulla collettività invece di esserle utili, e si stiano tenendo fermi oltre 290 posti letto disponibili della sanità privata, mentre le strutture pubbliche sono giunte quasi al limite. I ritardi accumulati e questo paradosso possono diventare a breve una colpevole responsabilità”.
“La scelta della Giunta - ricorda Bori - di richiedere alla sanità privata soltanto le apparecchiature per la rianimazione e la terapia intensiva, non solo non risolverebbe il problema, ma lo amplificherebbe: è banale sottolineare che la strumentazione ha bisogno di professionalità formate per funzionare; spostandole semplicemente dal privato al pubblico si va a sovraccaricare ulteriormente il sistema sanitario regionale già al limite”.
Secondo Bori, “Il peso e gli sforzi per combattere l'emergenza Coronavirus dovrebbero essere redistribuiti tra sanità pubblica e comparto privato, così da alleggerire un sistema in difficoltà e non appesantirlo ulteriormente. Pertanto, non riteniamo che la strada fin qui intrapresa dalla Regione sia è quella più utile a centrare l’obiettivo, perché si è mostrata ancora insufficiente a risolvere i problemi reali”.
“Con rinnovato spirito di una piena e leale collaborazione – rimarca Bori -, auspichiamo dunque che ci sia una presa di coscienza della situazione e una intelligente, quanto urgente, retromarcia che tenga in considerazione anche modelli positivi come quelli delle regioni Emilia-Romagna e Toscana”. “Noi – conclude il capogruppo PD - continueremo ad essere uniti nella vicinanza alle nostre comunità e a tutti gli operatori sanitari, che stanno combattendo questa difficile battaglia in cui c'è una risorsa fondamentale: il tempo, che non può più essere sprecato”.