Bori Paparelli Coletti(UNWEB) Perugia. Nella seduta odierna dell'Assemblea legislativa (question time), i consiglieri regionali del Partito democratico Fabio Paparelli e Tommaso Bori hanno interrogato l’assessore alla sanità Luca Coletto per sapere “se corrisponde al vero che la Regione Umbria, abbia intenzione di cambiare modello di gestione dei servizi socio-sanitari rispetto alle persone con disabilità, andando verso una sorta di privatizzazione del modello e conseguente de-responsabilizzazione del sistema pubblico, senza peraltro rispettare i passaggi partecipativi previsti dalle norme e alla base della programmazione socio sanitaria del Fondo PRINA (Piano regionale integrato per la non autosufficienza) e se, e in quale modo, intenda modificare i criteri di attribuzione dei fondi rispettando la centralità del progetto di vita sancita dal piano vigente e dalle norme in vigore”.

Illustrando l’atto in Aula Bori ha detto di “aspettare con preoccupazione la rielaborazione del Piano regionale perché il tema delle disabilità può essere affrontato solo mettendo in campo tutti gli strumenti per rimuovere gli ostacoli. Per raggiungere il concetto di vita indipendente e di inclusione nella società bisogna avere un progetto di vita condiviso che tocca la persona con disabilità, la propria famiglia, ma anche le strutture pubbliche e gli operatori. Questa è la base da cui partire per pensare il Prina. In realtà dalle dichiarazioni dell’Assessore di questi giorni il quadro è ben diverso: le uniche valutazionI riguardano l’utilizzo del criterio Isee per l’accesso ai fondi, con una soglia di 5mila euro che non corrisponde alla realtà. E una scelta di intervento che esclude il budget di progetto e monetizza la prestazione, escludendo la programmazione sociosanitaria. Questa privatizzazione del modello e deresponsabilizzazione del pubblico ci preoccupa. È mancato qualunque tipo di progetto partecipativo. Nonostante ciò ci risulta sia in essere la modifica dei criteri”.

L’assessore Coletto ha risposto che “la pandemia ha creato problemi per lo svolgimento della normale attività, quindi anche dell’iter di concertazione. Ma il 27 maggio si è tenuto un primo confronto tecnico con le organizzazioni sociali, sindacali e l’Anci. Un ulteriore incontro c’è stato il 29 maggio. Dopo questa fase partecipativa il 3 giungo in Giunta è stato adottato il Prina per il triennio 2019-2021. Questa programmazione pone più attenzione ai concetti di autodeterminazione, di libertà di scelta e di progetto di vita. Il programma di azioni contiene obiettivi che amplificano il rispetto dell’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte e l’indipendenza delle persone, la non discriminazione, la piena ed effettiva partecipazione ed inclusione nella società, il rispetto delle differenze e l’accettazione delle persone con disabilità come parte dell’umanità, la parità di opportunità, l’accessibilità e il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto a preservare la propria dignità. Comunque c’è la massima disponibilità al confronto in Commissione e in Assemblea legislativa per migliorare il testo proposto dalla Giunta”.

Nella replica Paparelli ha detto di ritenersi “totalmente insoddisfatto della risposta dell’Assessore. Si vede che le politiche sociali non sono nelle sue corde. Non ha risposto all’interrogazione, c’è l’assenza della politica nella sua risposta. Non c’è traccia della commissione regionale degli esperti, non c’è la partecipazione, non è stato smentito l’uso del criterio dell’Isee per l’accesso ai fondi Prina, senza spendere una parola per un intervento socio sanitario programmato che può essere garantito solo con la centralità del progetto e solo con un budget di progetto. Altrimenti c’è una privatizzazione del sistema sociale, con la fine del concetto stesso di vita indipendente. Infine non è chiaro se integrando tutti i livelli di disabilità il budget rimane lo stesso degli anni precedenti, allora diminuisce la possibilità di budget personali di progetto”.


 AVIS

80x190