Il presidente dell’Assemblea legislativa, Marco Squarta, auspica la creazione, in Umbria, di una “Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza”. Per Squarta “gli autori di reati dichiarati incapaci ma socialmente pericolosi devono essere curati in strutture sanitarie protette. Ne va della sicurezza di tutti".
(UNWEB) Perugia, - “Gli autori di reati dichiarati incapaci ma socialmente pericolosi devono essere curati in strutture sanitarie protette. Ne va della sicurezza di tutti". Lo dichiara il presidente dell'Assemblea legislativa umbra, Marco Squarta, secondo cui è "necessaria la realizzazione di una ‘Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza’ (Rems) nella nostra regione”.
"Non si comprendono le ragioni - dichiara Squarta – per le quali le precedenti Giunte di sinistra abbiano deciso di non dotare il nostro territorio, con circa 900 mila residenti, di una Rems. La creazione di una struttura in grado di ospitare persone che hanno commesso reati dichiarate incapaci di intendere e di volere, per le quali la legge non prevede il carcere, è indispensabile affinché queste vengano curate in complessi sanitari attrezzati per lo scopo. E' anche molto importante per ragioni di sicurezza, in quanto si tratta di soggetti potenzialmente pericolosi, difficili da controllare fuori da strutture sprovviste di infermieri e operatori sanitari che, insieme alla somministrazione delle terapie, nei fatti, impediscono ai pazienti di allontanarsi".
Squarta spiega che "in Umbria non esistono Rems e nel 2013 la Regione ha deciso di appoggiarsi alla Toscana per avere alcuni posti alla Rems di Volterra. Lì, però, il più delle volte la disponibilità è minore rispetto alle nostre esigenze e le liste d'attesa sono particolarmente lunghe. E' per questa ragione che due persone responsabili di gravissimi delitti sono state tenute per un anno al Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura oppure al Repartino, con rischi e responsabilità decisamente troppo alti per tutti".
Il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria evidenzia che "sono tuttora una decina, nella provincia di Perugia, le persone che dovrebbero essere collocate nelle Rems e che, invece, sono sottoposte a misure di sicurezza. Talvolta viene riscontrata una pericolosità sociale che impedisce loro di poter tornare in libertà e quindi, come non si dovrebbe fare, vengono lasciate in carcere, piantonate al Reparto psichiatrico oppure messe agli arresti domiciliari con la possibilità concreta che possano uscire. Un'altra questione riguarda i costi, collocare queste persone nella struttura protetta fuori regione comporta un aggravio superiore importante per le casse pubbliche. Per tutte queste ragioni - conclude l'esponente di Fratelli d'Italia - è indispensabile realizzare in Umbria una Rems con una capienza di una decina di posti e, più in generale, sono necessari maggiori investimenti nei trattamenti psichiatrici".