FORAIl consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) fa sapere di aver scritto una lettera alla presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei, all’assessore Luca Coletto, al direttore Claudio Dario, al Commissario regionale per l'emergenza covid e ai due Commissari delle Aziende ospedaliere di Perugia e Terni, con la quale li sollecita “ad attivare e codificare la procedura amministrativa per le prestazioni in telemedicina. Molto bene aver attivato il progetto sperimentale ad aprile, ma ora – sottolinea Fora - occorre approvare la procedura amministrativa che definisca procedure e tariffe delle prestazioni”.

 

(UNWEB) Perugia,  - “Ho scritto una lettera alla presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei, all’assessore Luca Coletto, al direttore Claudio Dario, al Commissario regionale per l'emergenza covid e ai due Commissari delle Aziende ospedaliere di Perugia e Terni, con la quale li sollecito, ciascuno per la propria parte, ad attivare e codificare la procedura amministrativa per le prestazioni in telemedicina. Molto bene aver attivato il progetto sperimentale ad aprile, ma ora occorre approvare la procedura amministrativa che definisca procedure e tariffe delle prestazioni”. È quanto fa sapere il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) ricordando che “l’assessore Coletto, il 24 aprile scorso annunciava che l'Umbria stava predisponendo un progetto sperimentale di telemedicina che permette il monitoraggio a distanza delle condizioni cliniche dei pazienti curati a domicilio attraverso la trasmissione di referti per via telematica”.

“L’obiettivo del progetto e l’utilizzo della telemedicina – spiega Fora - era ed è certamente condivisibile in quanto la sorveglianza e il controllo costante delle condizioni di salute della popolazione sono elementi fondamentali per la ripartenza. Grazie alla telemedicina si riduce l’esposizione del personale sanitario e i pazienti al rischio di infezioni, si evitano il più possibile gli spostamenti in situazioni di emergenza sanitaria, si favorisce uno scambio di informazioni in tempo reale tra i medici anche relativi al monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti per la somministrazione di terapie adeguate. Mi risulta inoltre che durante la prima ondata di epidemia sono state effettuate in regime di telemedicina attività di ‘televisita’ anche per le patologie croniche”.

“Una attività – continua Fora - che a maggior ragione dovrebbe essere riproposta nell’attuale stato di emergenza, in quanto si rischia di ritardare ulteriormente i controlli periodici dei pazienti cronici. Ad aprile, durante il lockdown, il concetto di ‘progetto sperimentale’, ancora non ben codificato, poteva trovare le sue ragioni, oggi ritengo sia davvero venuto il momento di procedere in maniera formale con gli adempimenti conseguenti, quasi tutti già individuati nelle linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina approvate il 10 luglio 2012 dall'Assemblea generale del Consiglio Superiore di Sanità, ed in particolare che venga deliberata con procedura amministrativa e con massima urgenza l’attivazione dei servizi di telemedicina al fine di regolamentare e rendere agevole l’attivazione e la comunicazione ai pazienti”.

“La codificazione amministrativa delle procedure, mediante la regolamentazione dei servizi di telemedicina – osserva Fora - permetterebbe di uscire dalla quasi ‘clandestinità’ dei servizi di telemedicina, effettuati sulla buona volontà e il buon senso dei sanitari, delle USL e delle Aziende ospedaliere che hanno preferito attivare tali servizi in maniera ufficiosa sull’onda della sperimentazione e dell’emergenza pur di ridurre gli accessi nelle strutture al fine di garantire comunque il diritto alla cura dei cittadini”.

“Mi risulta – puntualizza Fora – che le Aziende sanitarie sono pronte a partire, ed anzi sono partite; ma manca la copertura amministrativa di tale attività e dunque la tutela medico-legale per gli operatori e la possibilità di definizione dei tariffari regionali per tale tipologia di visita che permettano, da un lato un corretto tracciamento delle attività, dall’altro lato il recupero e controllo della spesa sanitaria regionale. Inoltre, la mancanza di un’attivazione formale di tale attività, di fatto, si traduce nell’aumento del carico di lavoro per quei sanitari che decidono di attivare tale metodologia di visita, che dovranno procedere a contattare uno ad uno i pazienti che hanno prenotato visite in presenza per offrirgli la possibilità di attivare la modalità in telemedicina senza sfruttare gli ufficiali canali del servizio CUP e i servizi di comunicazione di massa”.

Fora conclude dicendosi “certo, che pur in questo momento di emergenza, aver focalizzato la vostra attenzione su questo punto potrà favorire la celere definizione degli adempimenti necessari”.


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