(ASI) Intervista ad Alessia Dorillo
Alessia Dorillo ha 36 anni ed è un'esperta in comunicazione, componente della segreteria regionale del Partito Democratico. Di quali princìpi è espressione la sua candidatura?
La mia è la candidatura di chi da sempre ha speso tempo ed energie nello studio e nell'approfondimento delle maggiori tematiche della politica dell'Europa, dell'Italia e dell'Umbria. Sono a contatto ogni giorno con i nostri amministratori, conosco le loro istanze e le difficoltà che ogni giorno incontrano. La mia candidatura è prima di tutto l'espressione della volontà di un territorio, quello del Trasimeno, di essere rappresentato nelle tematiche del lavoro, dei collegamenti, delle emergenze che lo riguardano. Mi è stato detto, e di questo riconoscimento sono grata alle persone che credono in me, che la mia candidatura è in grado di garantire fattori come competenza e passione. Non posso che esserne onorata.
I punti salienti del Suo programma?
Ho stilato un programma "alfabetico" che va dalla A di ascolto alla U di Umbria, voglio aggiungere le due lettere che mancano, la V di valori, che sono quelli dell'appartenenza alla mia Regione, alle persone e al Partito che rappresento e la Z di zelo che rappresenta la dedizione assidua e tenace al compito che mi impegno a portare avanti. Ma il punto che considero dirimente del mio programma è quello che riguarda l'Europa. Nel governo della Regione e nel sostegno delle politiche a livello regionale e territoriale è imprescindibile il legame e la connessione che facciamo con le politiche europee. Ogni altro tema che si affronta oggi dalle politiche giovanili alla crisi dell'imprenditoria a quella del mercato del lavoro è strettamente connesso al modo in cui un territorio è in grado di avere un rapporto costante con le scelte che avvengono a livello europeo. Perché è dai fondi strutturali e dalle capacità oggi di utilizzare al meglio programmi come Horizon 2020 o l'Efsi, che oggi dipendono lo sviluppo e l'innovazione della Regione.
Perchè gli elettori dovrebbero riconfermare la fiducia a Catiuscia Marini e perchè non dovrebbero votare Claudio Ricci?
Claudio Ricci ha dimostrato competenza nella sua attività di sindaco di Assisi, ma purtroppo questo non basta per dimostrare di essere in grado di governare una Regione come l'Umbria. Catiuscia Marini ci riconsegna oggi dopo 5 anni una Regione che ha eliminato i vitalizi, che ha abbattuto ogni forma di spreco e che è esempio virtuoso a livello nazionale. Una regione che fa della Sanità il suo fiore all'occhiello. Questo è già molto ma non è tutto, il punto è che non esiste nemmeno il paragone per autorevolezza e competenza tra la candidatura di Catiuscia e quella di chi con maschera da indipendente ha riunito Alfano e Salvini nella sua coalizione.
Quale la sua prima iniziativa una volta eletta?
Prima di tutto vorrei completare il lavoro iniziato con questa intensa e meravigliosa campagna elettorale. Vorrei raggiungere quanti non sono riuscita ad incontrare per questioni di tempo, perchè il senso del mio lavoro sarà proprio quello di una necessaria congiunzione tra i territori e le istituzioni regionali. Tra l'altro con il venir meno delle funzioni alle Province questo necessario ponte dovrà essere più solido che mai tra le amministrazioni comunali e la Regione. E' chiaro che si comincerà dai temi del lavoro, per una serie di proposte che voglio portare avanti anche e sopratutto nel mio territorio, pronta a confrontarmi con quanti in Umbria credono in un modello innovativo e smart di sviluppo.
Quale appello faresti agli elettori ancora indecisi per venire a votare?
C'è molta disillusione non solo verso la politica, ma anche verso il futuro che ci attende. Un atteggiamento che lascia troppo spazio a chi non si adopera seriamente per il bene comune ma è capace solo di dire no e muovere critiche senza fare proposte ed avere progetti realizzabili per far crescere il territorio e creare sviluppo, tenendo insieme tutti. La politica deve tornare ad alimentarsi di pensieri positivi e di impegno disinteressato, per non essere sostituiti solo dalla rabbia e dalla protesta. Non facciamo prevalere la rassegnazione, partecipiamo, non lasciamo ad altri la possibilità di decidere per noi. Non andare a votare toglie solo la voce ai cittadini ed alle persone che ci mettono la faccia per dare una speranza di cambiamento.