(ASI) Gli studenti si sono mobilitati questa mattina a Perugia, come in molte altre città d'Italia, di fronte alle scuole superiori con striscioni e megafoni.
Nel giorno in cui si sarebbe dovuti rientrare in presenza il messaggio degli studenti e del Fronte della Gioventù Comunista - organizzazione promotrice delle iniziative - è netto: il clima di incertezza nelle scuole è inaccettabile, a pagarne le conseguenze saranno migliaia di studenti esclusi dal diritto allo studio.
I dati IPSOS pubblicati due giorni fa denunciano che almeno uno studente per classe ha abbandonato a causa del COVID. In questo periodo di didattica a distanza l’abbandono scolastico è aumentato in modo vertiginoso. La DAD è stata un fallimento data l’assenza di un supporto reale del Governo alle scuole, la mancanza di dispositivi come tablet computer e di corsi di sostegno e misure volte a garantire il diritto allo studio.
«Rivendichiamo un rientro a scuola con misure di sicurezza che in questo momento sono inesistenti» dichiara Maria Chiara Verducci, responsabile del FGC-Perugia «Per le aziende e i settori produttivi si è subito deciso che si sarebbe fatto tutto il possibile per tenerli aperti, nonostante il mese di novembre sia stato quello con il più alto numero di morti dall’inizio della pandemia, mentre le scuole rimangono chiuse senza prospettive per diritto allo studio e per un’apertura sicura.»
«Scenderemo in piazza a fine di gennaio » continua Verducci «nella stessa data dello sciopero generale dei lavoratori indetto dai sindacati conflittuali per conquistare ampie misure per la sicurezza delle scuole. Esprimiamo tutta la nostra contrarietà alle politiche del Governo che gestisce la crisi pandemica per gli interessi delle aziende a scapito di quelli dei lavoratori e, di conseguenza, anche dei figli dei lavoratori, gli studenti. Nelle prossime settimane le proteste studentesche con quelle dei lavoratori continueranno.» Così in una nota il Fronte della Gioventù Comunista.