(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso questa mattina della situazione relativa all’emergenza Covid19 in Umbria. La presidente della Regione, Donatella Tesei, ha fatto il punto sulla situazione pandemica in Umbria, cui ha fatto seguito l’intervento del portavoce dell’opposizione, Fabio Paparelli (Pd).
L’INTERVENTO DELLA PRESIDENTE TESEI
“Stiamo combattendo la fase 3 del virus, caratterizzata dalle varianti. L’Umbria è stata colpita per prima e ha reagito con le tre settimane di zona rossa che sono state decise. Ad oggi i contagi sono 6850, tremila in meno rispetto al picco registrato in questa terza fase. l’indice Rt è allo 0,79 fra i più bassi in Italia. anche il tasso di mortalità del 2,3 per cento è fra i più bassi, la media nazionale è 3,2. Continua a preoccupare la situazione ospedaliera, con 507 ricoverati nonostante il calo dei contagi, soltanto 50 in meno rispetto al picco, e con 78 ricoverati in terapia intensiva, solo 8 in meno rispetto al picco. le cause di questi dati sono da ascrivere alle mutazioni del virus, che costringono all’ospedalizzazione e a cure più lunghe. A fronte di tutto ciò, stiamo predisponendoci a un ulteriore potenziamento delle strutture ospedaliere, a migliorare il tracciamento, accelerare le vaccinazioni e allentando il rigore delle misure da adottare se e quando possibile, sulla base di dati scientifici e indicazioni dei Cts. Per quanto riguarda il potenziamento, anche in ottica di una eventuale fase 4 arriveremo a 800 posti di ospedalizzazione entro fine marzo, mentre a settembre potremmo arrivare a 180 posti di terapia intensiva dai 141 attuali. Non bisogna dimenticare che partivamo da 59 posti in tutta la regione. Stiamo cercando di recuperare l’attività ordinaria. Per quanto riguarda il tracciamento due sono le misure adottate: la piattaforma informatica unica con i dati allineati in tempo reale e l’estensione del ‘modello Todi’ nelle aree più critiche. Sui vaccini ricordo che l’Umbria è fra le regioni più performanti per dosi somministrate rispetto a quante pervenute; c’è stato un peggioramento dal 27 febbraio al 3 marzo ma le misure prese ci hanno consentito di essere di nuovo fra i migliori in Italia. Per dosi somministrate rispetto alle ricevute siamo al 70 per cento, con la media nazionale al 77 per cento. Dobbiamo continuare. Oggi abbiamo una capacità di vaccinazione per 5mila dosi al giorno, più del doppio rispetto alla precedente informativa. Se avessimo i vaccini necessari, in 5 mesi avremmo vaccinato tutti, compresi i neonati. Ho quindi chiesto al governo il riequilibrio delle dosi per popolazione, all’Umbria spettano 16mila dosi che Arcuri non ci ha consegnato, nonostante le richieste. E le ulteriori 50mila dosi richieste al Ministro della salute spero siano all’attenzione delle nuove linee direttive del nuovo commissario. Alla sanità dico che è fondamentale portare avanti la vaccinazione con tutte le dosi di cui possiamo disporre, perché solo con una vaccinazione spinta possiamo uscire dalla pandemia. Sulle misure di contenimento ricordo che le ordinanze hanno carattere sanitario, quindi sottostanno a sanità regionale e nazionale dei cts, indicazioni che non sono eludibili dal presidente di regione. Non sono interpretabili. I lockdown sono misure rigorose ma mirate. Per il prossimo fine settimana ho chiesto a Cts e sanità due modifiche: riaprire gli esercizi commerciali di vicinato già da sabato e ho chiesto al governo di porre in essere ristori adeguati a coprire anche le ordinanze regionali, chiesti prima di tutti perché siamo stati i primi a entrare in zona rossa. Siamo consapevoli che serve un nuovo approccio per la scuola, ora sono chiuse tutte sopra il limite di 250 per 100mila abitanti. A livello nazionale si sta riflettendo su questo, per misure di carattere nazionale da declinare sui territori. Le varianti stanno mandando fuori controllo molte regioni. Nel resto del territorio regionale, spero nella riapertura degli asili, ho chiesto anche le elementari, ma c’è un contagio molto diffuso fra le fasce più giovani quindi sarà un’evoluzione su cui lavoreremo in settimana. L’uscita dalla Dad per medie e superiori non sarà possibile, i dati non ce lo consentono. Monitoriamo giornalmente la situazione, abbiamo numeri in crescita su ternano e orvietano, ci sono misure da prendere per il contenimento. La situazione è molto pesante, le persone manifestano insofferenza, siamo stati la prima regione colpita dalle varianti, sono state adottate misure stringenti e dolorose per imprese e famiglie, si poteva fare forse meglio ma siamo stati la prima regione duramente aggredita in fase 2 e 3 e siamo i primi che ne stanno uscendo. Serve ancora impegno da parte di tutti. Ribadisco che quello della scuola è un tema mai sottovalutato”.