Paparelli PD(UNWEB) “Continuiamo a ricevere decine di segnalazioni da parte di cittadini indignati per il livello di disorganizzazione raggiunto in questa campagna vaccinale che vede essere l’Umbria maglia nera d’Italia per 50 e 60enni, non certo a causa dei troppi anziani, come ha dichiarato recentemente la Presidente Tesei, ma per un’evidente incapacità di programmazione e pianificazione delle attività oltre che per scelte sbagliate che hanno privilegiato solo alcune categorie professionali a scapito di tutti gli altri”, così il consigliere regionale Fabio Paparelli (Pd) ricordando che “l’Umbria è sesta tra le regioni per indice di anzianità e le altre cinque stanno tutte messe meglio di noi”.

“Una situazione – aggiunge - che di giorno in giorno non sembra migliorare, ma, al contrario, sta peggiorando anche a causa di iniziative estemporanee come quelle della pre-adesione, una modalità del tutto ‘farlocca’, fumo negli occhi, che in realtà non dà diritto a nulla, se non ad essere ricontattati, in un tempo indefinito, quando sarà effettivamente possibile prenotare il vaccino. Una vera e propria presa in giro – osserva - che poteva essere risparmiata e, a conti fatti, non gioverà certo all’immagine del Governo regionale”.

“In questa fase così delicata – commenta Paparelli - sarebbe invece stato meglio destinare tempo e attenzione alla revisione della macchina organizzativa, specie quella relativa alle prenotazioni che avviene su una piattaforma regionale, quando sarebbe stato possibile utilizzare quella nazionale che ha dimostrato di essere decisamente più performante. A tal proposito – continua - ricordiamo un caso emblematico, quello che ci è stato rappresentato in questi giorni da un cittadino di Norcia, allorquando, a seguito della sua prenotazione per la fascia 60/69 anni, confermata per l’indomani via mail senza l’indicazione del Comune in cui recarsi per la vaccinazione (il messaggio ricevuto recava solo la via). Non solo – aggiunge -, dopo affannosa ricerca, il vaccinando, si è recato nel luogo rintracciato, ma ha trovato il centro vaccinale di riferimento chiuso (Centro comunità del Comune di Cascia). Questo fatto – stigmatizza Paparelli -, la dice lunga sul grado di approssimazione che è stato ormai raggiunto, tanto più se pensiamo che, in quell’occasione, insieme a lui, c’erano oltre 30 persone convocate che, però, al posto del vaccino hanno trovato solo un cartello con su scritto che il centro sarebbe stato riaperto il giorno 21 maggio, ma solo se fossero arrivati in tempo i vaccini e soprattutto personale”.

“Invitiamo dunque la Giunta regionale – conclude Paparelli - a verificare bene questi fatti ed a provvedere a cambiare radicalmente l’organizzazione di una campagna vaccinale che sta rischiando di lasciare l’Umbria indietro e di condizionare fortemente la ripresa e il turismo”.


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