DeLuca1407(UNWEB) “Ci trova pienamente d'accordo il programma illustrato dal commissario D'Angelo che prevede di avviare una campagna di vaccinazione a tappeto su tutta l'area del cratere sismico con il dovuto supporto ai sindaci e una migliore comunicazione ai cittadini. Ma al tempo stesso chiediamo che questa campagna venga estesa a tutte le aree disagiate”. È quanto dichiara il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca.

“Uno sforzo – spiega De Luca - in cui il M5S cercherà di fare la propria parte sensibilizzando le comunità locali. Auspichiamo un concreto coinvolgimento dei sindaci e delle associazioni di volontariato locale che in questo senso possono risultare un valore aggiunto. Nel chiaroscuro della campagna vaccinale umbra, ad oggi, il distretto più penalizzato è quello della Valnerina con una percentuale di vaccinati con prima dose del 45,56%. I distretti con la migliore percentuale di vaccinati sono Tuderte e Alto Chiascio che sono rispettivamente sopra il 55% e il 57%, mentre la media regionale si attesta intorno al 53%. Una differenza rilevante che penalizza proprio quell'area già in forte sofferenza e che stenta a ripartire dopo il sisma del 2016. Una zona che più di altre sta pagando la mancanza di servizi sanitari. Ma la situazione è critica in tutte le aree interne. Nell'orvietano così come nel distretto di Narni-Amelia le percentuali sono ancora sotto la soglia del 50%”. 

“I motivi legati a queste problematiche – continua De Luca - sono molteplici. Dall'indice di anzianità particolarmente elevato di queste zone, all'isolamento dovuto alla dislocazione abitativa in piccole frazioni. La scarsa attitudine all'uso degli strumenti digitali utili alla prenotazione, ma soprattutto la mancanza dei minimi servizi di rete che non arrivano in queste zone. Anche nell'ottica di un auspicabile e rilevante afflusso turistico che potrebbe arrivare nei nostri borghi, in particolar modo nella Valnerina e nelle aree del cratere, riteniamo doveroso concentrarci maggiormente per mettere in sicurezza sia i turisti che le persone più fragili che abitano in queste zone. Comunità – conclude - che da tempo sono rimaste indietro rispetto alle aree a più alta densità abitativa e dove, ad oggi, mancano adeguati presidi sanitari”.


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