(UNWEB) L’Assemblea legislativa ha approvato a maggioranza le sei proposte di referendum abrogativi presentate dal capogruppo della Lega Stefano Pastorelli riguardanti: riforma del Consiglio superiore della magistratura, separazione delle carriere tra magistrati, valutazione dei magistrati, responsabilità diretta dei magistrati per dolo o colpa grave nell’esercizio delle loro funzioni, abolizione della cosiddetta “Legge Severino”, valutazione delle esigenze di misure cautelari. L’Assemblea ha anche designato, ai sensi dell’articolo 29 della legge “352/1970” sui referendum, Stefano Pastorelli quale delegato effettivo dell’Assemblea Legislativa dell'Umbria e quale supplente il consigliere Daniele Nicchi (entrambi Lega).
In Aula il presidente della Prima commissione, Daniele Nicchi, ha illustrato i sei quesiti referendari: “Con l’atto 997 all’ordine del giorno si propone la riforma del Consiglio superiore della magistratura con modifica nella presentazione delle candidature per l’elezione della quota di magistrati componenti: tale modifica aprirà ad ogni magistrato la possibilità di presentare la propria candidatura, diversamente da com’è oggi”. Voto: approvazione unanime da parte dei 14 consiglieri presenti in Aula (Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi-Lega; Morroni-FI; Pace-FDI; Bianconi-Misto; Fora-Patto civico, Agabiti-Tesei per l’Umbria e Donatella Tesei).
“L’atto 998 riguarda la separazione delle carriere fra i magistrati, separazione tra funzione requirente e giudicante: il magistrato sceglierà all’inizio della carriera e manterrà la sua funzione fino al termine, essendo due compiti completamente diversi”. Voto: 14 voti favorevoli (Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi-Lega; Morroni-FI; Pace-FDI; Bianconi-Misto; Fora-Patto civico, Agabiti-Tesei per l’Umbria e Donatella Tesei); presente ma non votante Bori (PD).
“L’atto 999 riguarda una equa valutazione dei magistrati: uguale potere di discussione e deliberazione ai componenti ‘laici’, avvocati e professori universitari, e ‘togati’, magistrati, in tutte le materie di competenza del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei consigli giudiziari. Anche i componenti ‘laici’ dei due organismi potranno pertanto formulare i pareri per la valutazione di professionalità dei magistrati, competenza attribuita attualmente in via esclusiva ai componenti ‘togati’”. Voto: 13 favorevoli (Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi-Lega; Morroni-FI; Pace-FDI; Fora-Patto civico, Agabiti-Tesei per l’Umbria e Donatella Tesei), 1 no (Bianconi-Misto) e 3 presenti non votanti (Bori, Bettarelli e Meloni-PD).
“L’atto 1000 concerne l’abolizione del decreto Severino, quindi il superamento della disciplina sui requisiti per la candidabilità alle cariche effettive e per la sospensione o la decadenza: viene abrogato il decreto e si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici. Voto: 12 favorevoli (Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi-Lega; Morroni-FI; Fora-Patto civico, Agabiti-Tesei per l’Umbria e Donatella Tesei), 1 no (Bianconi-Misto).
L’atto 1001 riguarda la responsabilità diretta dei magistrati, configura la possibilità di azione civile contro un magistrato da parte di chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato con dolo o colpa grave nell'esercizio delle sue funzioni, ovvero per diniego di giustizia. Con questo quesito si introduce la possibilità di chiamare direttamente in causa il magistrato che ha procurato illecitamente il danno. I magistrati saranno considerati pertanto alla pari di tutti i funzionari pubblici”. Voto: 13 favorevoli (Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi-Lega; Morroni-FI; Pace-FDI; Fora-Patto civico, Agabiti-Tesei per l’Umbria e Donatella Tesei), 1 no (Bianconi-Misto) e 2 presenti non votanti (Bettarelli e Meloni-PD).
L’atto 1002 interviene sull'articolo 274 del codice di procedura penale che, trattando il tema delle ‘esigenze cautelari’ che legittimano misure coercitive o interdittive, ivi compresa la custodia in carcere, individua, elencando i relativi presupposti, le condizioni al ricorrere delle quali possono essere applicate le misure cautelari a carico degli indagati, o comunque di soggetti non ancora condannati in via definitiva. Con l’approvazione del quesito resterebbe in vigore la carcerazione preventiva per chi commette reati più gravi e si abolirebbe la possibilità di procedere alla privazione della libertà in ragione di una possibile reiterazione del medesimo reato. Voto: 12 favorevoli (Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi-Lega; Morroni-FI; Fora-Patto civico, Agabiti-Tesei per l’Umbria e Donatella Tesei), 1 no (Bianconi-Misto).
INTERVENTI:
Thomas De Luca (M5S): “La maggioranza non si è nemmeno scomodata a motivare il proprio voto contrario all’inserimento all’ordine del giorno della richiesta di indizione del referendum sull’eutanasia legale. Contestualmente viene data priorità ai referendum sulla giustizia. Non parteciperò al voto perché ritengo allucinante quello che è successo. Nella proposta della Lega si propone di abrogare completamente la legge Severino, relativa ai reati contro la pubblica amministrazione. I corrotti, che hanno avuto condanne definitive, potranno nuovamente candidarsi. Non capisco come si possa sostenere allo stesso tempo le ragioni della sicurezza urbana e poi sostenere questi quesiti”.
Andrea Fora (Patto civico): “Ho già sottoscritto i referendum come privato cittadino, perché sono convinto che i cittadini debbano potersi esprimere ed anche perché deve tornare sovrano il principio dell’innocenza fino a prova contraria. Voterò quindi a favore di questa proposta. Molte dirigenti di partiti di Centrosinistra stanno sottoscrivendo la richiesta di indizione dei referendum. La magistrature italiana è divisa in correnti e non ha mai smesso di influenzare la politica italiana. La riforma della giustizia riguarda le libertà individuali ma è anche un fattore di sviluppo per l’Italia. La durata ordinaria dei processi di primo grado nella giustizia civile è eccessiva e porta ad una perdita di Pil stimata nel 2020 in 40 miliardi di euro”.
Vincenzo Banconi (Misto) “Condivido alcuni punti dei referendum, anche se non è così che si riforma la giustizia in Italia. Voterò contro la responsabilità civile diretta dei magistrati, che non esiste in alcun paese democratico. È importante la separazione carriere tra giudici e pubblici ministeri. Sui limiti alla custodia cautelare, questo lascerebbe liberi anche criminali colti in flagranza. No all’abrogazione totale della legge Severino, che pure andrebbe rivista”.