(UNWEB) – Perugia - Riceviamo e pubblichiamo la risposta dell’assessore regionale alle infrastrutture, Enrico Melasecche, al segretario regionale del Partito Democratico in merito alla Ferrovia Centrale Umbra.
“Alle notizie positive che si rincorrono nella storia recente della Ferrovia Centrale Umbra, un anno e mezzo da quando l’abbiamo presa in mano, il segretario regionale del PD cerca comprensibilmente di ridurre i meriti di chi sta lavorando attribuendoli ai nostri predecessori, suoi compagni di partito, in via di estinzione politica a causa della rottamazione in corso. E’ comprensibile il suo sforzo e doverosa la sua difesa d’ufficio, ma poco credibile. Semplicemente perchè il quadro generale in cui versava e versa ancora, purtroppo, la ferrovia storica degli umbri è troppo forte ed evidente per non essere ancora ben viva nella carne della nostra gente la drammatica chiusura avvenuta cinque anni fa della intera dorsale ad iniziativa della sua parte politica che per vari lustri ha tenuto banco in mezzo a polemiche infinite, decisioni inconcludenti, fino al tragico epilogo che per convinzione generale ne costituiva il definitivo de profundis. Abbiamo tutti ben presenti le immagini della stazione di Sant’Anna, nel cuore di Perugia, ridotta ad un bosco di pioppi, con i binari venduti per pagar debiti, e la richiesta da parte di Umbria Mobilità di vendersi anche i binari che da Ponte San Giovanni si snodano fino a Terni, sempre per pagare creditori che ci stanno rincorrendo per strada. Non sono questi ricordi del passato ma drammi che viviamo nel presente, da superare con tenacia, perizia e coraggio”.
“E cosa dire – prosegue l’assessore Melasecche - delle banche che solo dopo un anno e mezzo di incredibili quanto umilianti trattative stanno accondiscendendo ad accettare la montagna di pagherò che questa giunta regionale sta di fatto sottoscrivendo, solo per senso di responsabilità istituzionale e visione politica, e che la Regione e gli umbri tutti saranno costretti ad onorare nei prossimi decenni? Stiamo accompagnando, fra non pochi problemi, Umbria Mobilità, dopo mille peripezie, societarie, economico finanziarie, giudiziarie, nella speranza di uscire fra qualche lustro da questa sorta di tunnel di cui solo la diversa cultura che anima il nostro modo di amministrare ed il rispetto che abbiamo per i cittadini fa intravedere la luce del riequilibrio finanziario. E ci siamo fatti carico di questa croce per amore della Politica e del Buon Governo. Che poi il PD sia stato costretto dagli errori ripetuti nei decenni della propria classe dirigente a cedere la gestione della gomma e del ferro al gruppo statale, facendo perdere agli umbri quasi completamente la propria autonomia non è cosa di cui mi vanterei molto. Da considerare inoltre che il covid per l’Umbria non è stata solo e non è ancora una prova del tutto eccezionale per le difficoltà che ha creato in sanità ma anche una prova durissima che nel settore dei trasporti ha ritardato e complicato non di poco l’avvio di soluzioni decorose alle quali stiamo lavorando. Quanto ai rapporti con ANAS e Ferrovie di cui il gentile Segretario ci ricorda che non sono nostri dipendenti, lo sappiamo bene, ed abbiamo sempre riconosciuto le loro professionalità ed il loro ruolo, come abbiamo sempre riconosciuto i meriti, quando c’erano, dei vari Governi che si sono succeduti. L’enorme differenza con il passato – conclude Melasecche - è che oggi l’Umbria non si presenta più tendendo la mano per chiedere elemosine ma con grande dignità partecipa ai tavoli nazionali chiedendo rispetto ed utilizzando ogni occasione per far valere i propri diritti, recuperando ove possibile situazioni indecenti, come quelle sulle ciclabili nazionali, dal cui programma la nostra Regione era da anni completamente esclusa a causa di leggerezze e dimenticanze delle giunte che ci hanno preceduto. Se non è rivoluzione questa ..........”.