(ASI) Perugia, - In merito alla proposta di riorganizzazione della Provincia, che entrerà in vigore dal 1 ottobre, ed alla conseguente proroga delle posizioni organizzative e delle indennità accessorie, si rendono necessarie alcune puntualizzazioni. Innanzitutto, va ribadito come la nuova organizzazione preveda una sensibile riduzione delle Aree e dei Servizi, con una conseguente diminuzione dei dirigenti: 15 dirigenti (compreso il direttore generale) rispetto agli attuali 29.

I nuovi servizi svolgeranno la propria attività nelle funzioni fondamentali dell’Ente di Area Vasta: attività amministrativa di supporto e di assistenza ai Comuni, strade provinciali e regionali, trasporti, edilizia scolastica e servizi ambientali, così come previsto dalla riforma Delrio. Allo stesso tempo, tale modello organizzativo si svilupperà attraverso un numero di uffici tendenzialmente non superiore a 30: la nuova struttura dell’Ente, pertanto, si caratterizzerà per un significativo snellimento anche delle posizioni organizzative ed individuali, che verranno ridotte addirittura ad un quarto di quelle attuali (appunto 30 contro le 120 previste dall’organigramma attuale). Contestualmente, si procederà ad una razionalizzazione dei turni e delle reperibilità, ridefinendone la turnazione per i soli servizi indispensabili, alla luce delle funzioni della nuova Provincia. La nuova organizzazione, come detto, entrerà in vigore al completamento del processo di riordino delle funzioni e comunque a partire dal 1° ottobre: tale slittamento temporale (a meno che non si vogliano fare polemiche gratuite) è facilmente comprensibile, dal momento che a tutt’oggi la Provincia sta esercitando anche tutte le funzioni che la legge Delrio ha attribuito ad altri enti. Con senso di responsabilità e con l’obiettivo di non creare disagi ai cittadini, infatti, l’Ente di Area Vasta sta continuando a gestire i servizi relativi a rifiuti, valutazioni ambientali, risorse idriche, energia, governo del territorio, industria, commercio e artigianato, cave e miniere, caccia, pesca, turismo, politiche attive del lavoro, formazione professionale e diritto allo studio. Il tutto con gravi e pesanti conseguenze sul proprio bilancio (per le funzioni non più di competenza della Provincia i costi per il solo personale ammontano a circa 20 milioni di euro), dal momento che lo stesso è stato praticamente dimezzato a partire dal 1 gennaio. La proroga dell’attuale struttura organizzativa fino al 30 settembre (oggetto di un Accordo firmato con la RSU) si spiega, pertanto, con l’esigenza di non produrre disservizi ai danni dei cittadini, ma anche con l’esigenza dell’Ente di procedere alla individuazione del personale che ricoprirà i futuri incarichi di posizioni organizzative attraverso delle procedure selettive. Le scelte adottate ed il percorso avviato appaiono, dunque, ineccepibili, tanto più che le risorse destinate alle posizioni organizzative ed alle indennità accessorie non possono essere in alcun modo utilizzate per la spesa corrente: è, perciò, falso che eventuali risparmi possano essere spesi per i servizi. Lasciare intendere il contrario, pertanto, è particolarmente grave, specie se si considera la pesante situazione di difficoltà di bilancio in cui versa la Provincia di Perugia, così come la totalità delle Province italiane. Situazione quest’ultima che l’Ente di Area Vasta ha dovuto affrontare con il solo sostegno della Regione Umbria e nell’indifferenza degli altri livelli istituzionali, nonostante le difficoltà dell’ente siano da tempo note a tutti ed il Presidente abbia sollecitato più volte un intervento concreto, tanto da parte del Governo quanto da parte del Parlamento, per permettere la predisposizione del bilancio preventivo 2015.


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