(UNWEB) Il consigliere regionale Tommaso Bori (PD) ha interrogato l’assessore Luca Coletto per “conoscere i tempi di ripresa a pieno regime delle attività di screening oncologici, essendo risalente a marzo 2020 l’ultima comunicazione fruibile sul sito, e sull’attuale adesione ai vari percorsi di screening e in merito alla volontà di potenziamento dei servizi di diagnostica e prevenzione della Regione attraverso gli screening, nonché in merito alla loro capillarità nel territorio”.
Bori chiede anche conto del “lavoro attualmente in corso sul Registro Tumori umbro, senza il quale l’attività di screening riscontrerebbe degli evidenti limiti, soprattutto per la corretta analisi statistica ed epidemiologica della situazione nella Regione Umbria; infine, sull’attivazione degli screening relativi alla ricerca delle neoplasie allo stomaco, particolarmente aggressive nelle zone dell’Alto Tevere e Alto Chiascio, attraverso la proposta di sperimentazione già depositata e approvata, ma mai realizzata”.
Illustrando l’atto in Aula Bori ha detto che “nessun sistema di screening può offrire benefici effetti visibili prima di qualche anno, cosa che rende indispensabile il costante incremento e finanziamento di questi servizi, in modo da non generare scossoni nelle statistiche complessive. Gli screening pesano sul sistema sanitario infinitamente meno del costo di cura di una neoplasia: uno screening costa 5 euro a persona, un tumore 150 mila euro a individuo. Il registro Tumori umbro offriva un quadro in costante aggiornamento ed evoluzione sulla situazione clinica dei cittadini della regione, la cui organizzazione è stata ridiscussa nel corso della seduta della Terza Commissione del 4 febbraio 2020, durante la quale il Coordinatore della rete Oncologica regionale ha espresso profonda preoccupazione per lo stato dei servizi, affermando che ‘si è al collasso, ogni giorno vengono visitate 150 persone, che aspettano anche diverse ore, il personale è all’esasperazione e in ‘burn out’, e i fondi non sono più sufficienti a fare ricerca. L’Umbria è passata da eccellenza nazionale nella pianificazione e nella adesione agli screening, ad essere una delle regioni più inefficienti nei sistemi di prevenzione delle patologie cliniche”.
L’assessore Coletto ha risposto che “dopo l’interruzione degli inviti agli screening dovuta al lockdown già nel giugno 2020 le attività sono riprese. L'attività di secondo livello non si è mai interrotta. Tutte le persone con invito sospeso nel lockdown sono state richiamate entro il 2020. Nonostante il blocco dell’epidemia, le percentuali di adesione sono rimaste in linea con gli anni precedenti, registrando solo un lieve calo per il colon retto. L’Umbria è una delle poche regioni italiane ad aver recuperato nel 2020 gli inviti sospesi e aver invitato tutta la popolazione target per tutti e 3 gli screening. Lo sforzo fatto dalla nostra Regione è stato riconosciuto anche a livello nazionale: il rapporto dell’Osservatorio nazionale screening dice che nel 2020 per lo screening cervicale solo 4 regioni, tra cui l’Umbria, presentano una riduzione sotto al 25%, con l’Umbria +1,8%, mentre tutte le altre presentano performance più scadenti. Da segnalare che 3 regioni, tra cui la nostra, nell’ultimo trimestre hanno avuto un recupero effettivo rispetto al 2019. Nello screening mammografico a fine 2020 le regioni che presentano meno dei 2 mesi e mezzo di ritardo sono poche tra cui l’Umbria. Per lo screening del colon rettale tra le regioni che riescono a contenere la perdita di inviti inferiore al 20 per cento c’è anche l’Umbria e nel 2020 solo 3 regioni, tra cui l’Umbria, hanno recuperato parte del ritardo accumulato. Nel 2021 le attività di screening sono proseguite a pieno regime per il primo livello ma con aumento tempi attesa per gli approfondimenti per cervicale e colon retto. Il lavoro del registro tumori umbro è fondamentale ed è ripartito. Il progetto per le neoplasie dello stomaco era stato presentato nel 2016 per renderlo operativo nel 2019. ma tale progettazione non è mai stata approvata e mai realizzata. Con i nuovi interventi di prevenzione verrà valutata la possibilità di una sperimentazione di screening del cancro gastrico a partire dal progetto del 2016 con l'obiettivo di produrre un risultato per le misure di prevenzione e contrasto di questa neoplasie. Questo verrà attivato, monitorato e gestito attraverso il registro tumori”.
Nella sua replica BORI ha detto che “a noi arrivano quotidiane segnalazioni da operatori e pazienti di impossibilità di accedere a screening oncologici. Il registro tumori ad oggi ancora non è attivo, nonostante dovrebbe essere stato riattivato da 2 anni”.