(UNWEB) Tra i punti all’ordine del giorno della riunione odierna della Seconda Commissione, presieduta da Valerio Mancini, la ‘riperimetrazione delle zone Ancs’, lo schema delle aree agricole soggette a vincoli naturali. La richiesta di approfondire il tema è stata dello stesso Mancini e del consigliere Manuela Puletti (Lega) a seguito di alcuni incontri nei territori dove sarebbero emerse criticità rispetto ad una nuova normativa europea in materia.
Alcuni comuni umbri – come è stato nuovamente sottolineato da Mancini e Puletti – sarebbero stati infatti esclusi dalle zone agricole svantaggiate, tra le quali rientravano fino a poco tempo prima, causando molteplici danni agli imprenditori agricoli.
Per approfondire l’argomento, è stato invitato, in audizione, il dirigente regionale del Servizio Sviluppo Rurale e programmazione delle attività agricole, Franco Garofalo, che ha provveduto ad illustrare nei dettagli la materia e di come il percorso avviato ha portato alla determinazione delle nuove zone soggette a vincoli naturali specifici, spiegando come la normativa non sia comunque cambiata per la classificazione delle aree montane.
È stata in sostanza la Commissione europea a modificare i parametri utilizzati per l’individuazione delle zone svantaggiate, in precedenza basati prevalentemente su criteri socio economici. In questo modo l’Umbria aveva coperto quasi l’intero territorio regionale. Diversamente vengono ora previsti criteri bio fisici (climatici, pedologici, morfologici) applicabili sulla superficie territoriale agricola utilizzabile (Sau). La situazione attuale riguardante il territorio umbro vede dunque alcune zone non ricomprese. La Regione – da come è emerso nel corso dell’audizione – si è comunque attivata coinvolgendo l’Università di Perugia per meglio analizzare i dati ministeriali. C’è anche stato un confronto con l’Ateneo di Firenze, con cui lo stesso Ministero ha collaborato, fino ad arrivare a una interlocuzione diretta con gli uffici della Commissione europea, ma il confronto – come ha rimarcato Garofalo - non ha dato esito positivo.
Tuttavia è emerso che a seguito della ridistribuzione dello ‘svantaggio’ (da 54 a 28 comuni) c’è stato addirittura un aumento dei beneficiari e la superficie svantaggiata è rimasta pressoché identica, seppure con una diversa distribuzione.
Garofalo è entrato comunque nello specifico della materia attraverso la proiezione di numerose slide spiegando in maniera dettagliata e puntuale ogni passaggio cronologico della nuova normativa.
Il presidente Mancini ha espresso la sua contrarietà, dicendosi sorpreso rispetto alle ragioni politiche e istituzionali, soprattutto in sede Comunitaria, che hanno portato alla riperimetrazione dei territori. Il vice presidente della commissione regionale, Vincenzo Bianconi, ha auspicato comunque che le imprese agricole non più ricomprese nella riperimetrazione possano essere supportate attraverso risorse del Psr e/o di altra tipologia.