(UNWEB) Il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) annuncia un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta per sapere “se la Regione non intenda confrontarsi con gli organismi sanitari preposti e favorire una interpretazione delle norme, sempre rimanendo ovviamente nel campo della legittimità, che sia la più possibile orientata alla scuola in presenza, e se non intenda comunque interloquire con il Governo nazionale al fine di semplificare le procedure previste raccordando le diverse circolari con le disposizioni del decreto legge”.

“Il Governo Draghi sulla scuola ha sempre tenuto fermo il principio del valore della ‘scuola in presenza’ – ricorda Fora - e da ultimo lo stesso Presidente del Consiglio ha ribadito che è illogico tenere i ragazzi chiusi in dad e magari vederli la sera insieme in pizzeria, o in altri luoghi di socialità certamente meno sicuri della scuola stessa dove, per la maggior parte dei casi, trascorrono il tempo muniti di mascherine, a differenza di quando si incontrano nei momenti conviviali. Oltre a spingere sulla massima vaccinazione dei ragazzi in età scolare, il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione in data 8 gennaio hanno diffuso una circolare congiunta sulle graduazioni e casistiche per attivare come extrema ratio la dad per tutta la classe. Successivamente è stato emanato anche un decreto legge che, soprattutto rispetto a coloro che hanno avuto contatti con i positivi, differenzia la durata della quarantena a seconda dello status di soggetto vaccinato con due o tre dosi e del tempo intercorrente dalla data di vaccinazione”.

“Anche a livello nazionale – prosegue - si sta sviluppando il dibattito su una maggiore chiarezza e raccordo fra le norme del decreto legge e la circolare per la scuole e si attende una nuova circolare chiarificatrice. Allo scrivente giungono ogni giorno da più parti e da più famiglie segnalazioni di applicazione della circolare in maniera difforme da una corretta interpretazione larga e favorevole alla scuola in presenza. In alcuni episodi si interpreta la presenza del secondo alunno positivo a distanza di oltre 11 giorni dal primo caso destinando tutti i ragazzi in dad quando invece è ovvio e ragionevole che il primo caso dei 10 giorni prima non debba essere conteggiato e quindi il successivo, è un altro nuovo e singolo caso positivo che di per sé non implica la classe in dad. Fra l’altro, nel caso precedentemente illustrato, non esiste logica in questa indicazione, in quanto i bambini/ragazzi fra il primo caso e il secondo hanno comunque frequentato la scuola in presenza ed è evidente che attuare la dad dopo, anche ai fini del contenimento del virus, non produce alcun effetto”.

“In altri casi – continua - bambini e ragazzi vaccinati da più di 120 giorni sono stati posti in quarantena per 10 giorni invece di 5, per non dire poi della differente gradualità fra le scuole dei diversi gradi (scuola primaria, secondaria di primo e di secondo grado). Bambini e ragazzi guariti dal covid da meno di 120 giorni e che risultano contatti stretti di positivi a scuola, vengono posti in quarantena dalle USL per 10 giorni, quando invece il decreto legge 229 del 30/12/2021 esclude l'applicazione della quarantena preventiva, prevedendo invece una auto-sorveglianza, con obbligo di indossare mascherine FFP2 per 10 giorni. Si è quindi in presenza di norme diverse fra circolari e leggi che, pur necessitando di un chiarimento e semplificazione nazionale, è ragionevole applicare con una declinazione che favorisca la presenza degli alunni nelle scuole ed invece non sia eccessivamente prudente, tenendo anche conto che molti di loro sono vaccinati e la quasi totalità degli umbri è completamente vaccinata e oltre il 50 per cento anche con terza dose”.


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