(UNWEB) “Questa maggioranza a trazione leghista si dimostra non solo incapace di programmare ma anche di legiferare nell’interesse degli umbri. L’impugnazione della legge in materia di edilizia residenziale sociale, operata recentemente dal Governo, conferma come questa alleanza delle destre produca poche leggi e, per di più, fatte male, perché intrise di ideologismi”.
Lo dichiarano in una nota congiunta i consiglieri di minoranza dei gruppi Pd, Movimento 5 Stelle, Patto Civico e Gruppo Misto, ricordando che “la prima legge di iniziativa della maggioranza approdata all’Assemblea legislativa da due anni a questa parte, ovvero la legge regionale numero 15 del 9/11/2021, (Ulteriori modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 28 novembre 2003, numero 23 - Norme di riordino in materia di edilizia residenziale sociale) è stata impugnata dal Governo in quanto talune disposizioni violano l'articolo 117 della Costituzione”.
“Ora che la legge regionale promossa da Lega e Fratelli d’Italia è stata impugnata, - sottolineano i consiglieri – non dobbiamo dimenticare altri due atti che giacciono ancora in commissione: il disegno di legge promosso dal PD e dalla minoranza e la proposta di modifica del regolamento per la rideterminazione dei canoni. Una modifica che rischia in taluni casi di determinare importanti aumenti, così come hanno tenuto a sottolineare recentemente le stesse associazioni e sindacati degli inquilini. Due provvedimenti che possono essere l’occasione per recuperare, in un confronto aperto con le parti sociali, la consapevolezza che le politiche abitative non possono essere disgiunte dalle politiche sociali, e quindi dal Piano sociale vigente, che parla espressamente di ‘stretta integrazione tra le politiche per la casa e le politiche sociali’ per contenere le maggiori fragilità, anche con azioni di supporto a carattere preventivo”.
“Nello specifico - spiegano i consiglieri di opposizione - l’impugnativa del Governo mette nero su bianco che le disposizioni previste dalla legge eccedono le competenze regionali, determinando un’indebita ingerenza nella materia ‘ordine pubblico e sicurezza’, riservata allo Stato, oltre ad introdurre competenze nuove ed ulteriori delle forze di polizia, determinando uno sconfinamento nella materia dell’ordinamento amministrativo dello Stato. L’impugnativa del Governo - aggiungono - interviene per sanare quei punti che avevamo già segnalato come critici sia in commissione che in aula al momento del voto ”.
“La paventata esclusione dei cittadini stranieri che lavorano in Umbria non è poi entrata nella legge - ricordano dalla minoranza - perché stoppata dagli uffici per palese incostituzionalità, ma ora anche gli altri aspetti caratterizzanti la legge e contrari non solo ai nostri valori ma allo spirito della Costituzione, vengono cassati con l’impugnativa del governo dinanzi alla Corte Costituzionale, dal momento che le pene devono tendere alla riabilitazione del condannato e al suo reinserimento nella società e non possono essere usate per sbattere sulla strada interi nuclei familiari, con conseguenze sociali nefaste. Inoltre, come avevamo fatto più volte presente, la legge recava in sè un enorme controsenso, prevedendo la decadenza dall’assegnazione di alloggi in caso di condanne per spaccio di stupefacenti o di favoreggiamento della prostituzione ma nulla veniva indicato circa altri reati ancor più gravi, come l’omicidio e il femminicidio o l’associazione mafiosa, solo per fare qualche esempio”.
“La tentata riforma delle destre - concludono i consiglieri di minoranza - al netto delle eccezioni costituzionali, diventa un tiepido pannicello caldo che non cambia la sostanza delle norme precedenti che invece andrebbero aggiornate, unitamente al calcolo delle tariffe per renderle più eque per tutti i nuclei familiari, tenendo anche conto della crisi economica e sociale generata dalla pandemia”.