(UNWEB) “Al netto delle valutazioni su sostenitori e promotori del World Water Forum 2024 che la sindaca Stefania Proietti vorrebbe portare ad Assisi per sostenere la convenzione ONU sull'acqua, c'è solo stupore di fronte all'attacco mediatico a cui stiamo assistendo”, così il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca secondo il quale “Il vero motivo della partecipazione del Comune di Assisi è la convocazione di una piattaforma di confronto e collaborazione internazionale sull'acqua, bene comune, diritto inalienabile per tutti. Dov'erano queste persone quando anche l'ultima goccia d'acqua in Umbria veniva privatizzata?”.

“Non entro nel merito delle scelte dei Frati del Santo Convento di Assisi – continua De Luca - che hanno deciso di sottolineare il loro contributo ‘valoriale e ideale, ma non organizzativo’ all'evento togliendo nomi, loghi e firme dal materiale informativo. Né tantomeno – aggiunge - ha bisogno la sindaca Proietti che il sottoscritto stia qui a fare l'avvocato difensore, con la volontà di attrarre un evento mondiale per dare ulteriore lustro alla città di Assisi sul fronte del turismo, costruendo uno spazio per ribadire in maniera inequivocabile, anche in sede istituzionale, il messaggio sul diritto inalienabile all'accesso universale all'acqua”.

“Non posso però fare a meno – commenta De Luca - di osservare che solo adesso ci si accorge del tema dell'acqua pubblica, dopo che la gestione del servizio idrico è stata privatizzata in gran parte della regione. Umbra Acque che opera nell'area degli ex ambiti 1 e 2 è proprietà al 60 per cento pubblica e al 40 per cento di Acea; il SII nella Provincia di Terni è sotto controllo di Acea senza contare il percorso in atto per alienare la partecipata al 100 per cento pubblica ASM; solo la Valle Umbra Servizi nell'area dell'ex ambito 3 è al 100 per cento a controllo pubblico. Il referendum del 2011, in Umbria – ricorda il capogruppo pentastellato - ha visto la partecipazione del 59 per cento degli elettori con un 95 per cento a favore della gestione pubblica del servizio idrico. Invece, siamo di fronte al sistematico proposito politico di porre nelle mani del privato la governance della gestione del servizio idrico in Umbria. Non solo con la cessione delle quote, ma dichiarando addirittura di rinunciare al controllo pubblico”.

“La stessa legge in discussione in Regione – spiega De Luca - è totalmente a misura delle multiutility. Chi si indigna oggi non ha mai fatto un fiato mentre veniva approvata una legge che ha svenduto e messo nelle mani delle multinazionali estrattiviste le nostre sorgenti, calpestando anche i diritti di dominio collettivo. Di fronte a tutto questo, con l'Umbria che è la seconda regione italiana ad avere le bollette dell'acqua più care, reti usurate che portano dispersione e perdite vicino al 50 per cento, nessuno tranne i comitati e il M5S ha mai aperto bocca. È un dato di fatto che quando arrivano i privati nella gestione dell'acqua le bollette diventano da capogiro. Ci voleva la sindaca Stefania Proietti – conclude - per portare l'attenzione sull'acqua pubblica. Peccato che l'abbiamo già venduta tutta ai privati”.


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