(ASI) Perugia – Il debito della Regione Umbria è sempre stato sotto controllo e rientra abbondantemente entro i limiti stabiliti dalla legge. Ad oggi, la Regione ha utilizzato infatti solo il 70% della propria capacità di indebitamento. È quanto si afferma dagli uffici di Palazzo Donini in merito alle affermazioni dei consiglieri regionali del Movimento 5Stelle che, riprendendo i dati della relazione della Corte dei Conti con la quale è stato parificato il consuntivo 2014 della Regione, dati che la Regione stessa ha fornito alla Corte dei Conti, rilevano che l’indebitamento complessivo è cresciuto tra il 2013 e 2014 da 457 a 539 milioni e invitano, pertanto, la Presidente a intervenire in Consiglio regionale.


È evidente, secondo Palazzo Donini, che va fatta chiarezza su una materia che dovrebbe essere comunque ben conosciuta da tutti i consiglieri regionali. Va preliminarmente chiarito che per indebitamento si intende il ricorso al mercato a cui le Regioni si rivolgono per finanziare esclusivamente (a differenza dello Stato) spese di investimento. Si tratta di opere ed interventi in materia di realizzazione di opere pubbliche, di infrastrutture, viabilità e così via che, altrimenti, non sarebbe possibile finanziare.
È anche, necessario precisare che i bilanci regionali, così come quelli degli altri enti pubblici, sono ispirati al cogente principio del pareggio, nel senso che le entrate devono essere sufficienti a far fronte alle spese contestualmente autorizzate con la legge di bilancio dei rispettivi esercizi finanziari. L’autonomia finanziaria propria delle Regioni consente, poi, alle stesse Regioni, a differenza dei Comuni e delle Province, di pareggiare le spese di competenza anche attraverso il ricorso a mutui e/o altre operazioni finanziarie specificatamente destinate a spese di investimento.
La legge condiziona la contrazione del debito all’esistenza di reali esigenze di cassa. Tale regola, come anche riconosciuto dalla Corte dei Conti, risponde ad un elementare principio di sana gestione finanziaria, in quanto limita l’aumento dell’esposizione debitoria dell’ente qualora si sia in presenza di una sufficiente dotazione di cassa evitando, così, inutili e costosi oneri per il servizio del debito.
Il debito regionale è aumentato nel 2014, rispetto al 2013, per effetto della contrazione, a fine anno, con la Cassa Depositi e Prestiti, di un prestito di 132,7 milioni relativo ai mutui autorizzati e non contratti dei bilanci dal 2006 al 2008. Le giacenze della cassa regionale, infatti, hanno permesso di realizzare i corrispondenti interventi consentendo, così, di risparmiare i connessi oneri per le rate di ammortamento.
Va infine ricordato che la Corte dei Conti, inoltre, attesta, a pag. 111 della Relazione di parifica, che “l’Ente, nella dimostrazione del rispetto del limite di indebitamento, si è ispirato a criteri di stima prudenziali considerando vincolate anche quota parte di alcune entrate (Irap, Addizionale regionale Irpef) il cui vincolo di legge, invece, è cessato allo scadere del periodo transitorio connesso alla riforma di cui al decreto legislativo n. 56/2000 (a partire cioè dal 2003).


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