(UNWEB) “Puntare sullo sviluppo delle tecnologie semplificando la normativa, ma non a patto di svendere l’Umbria. Al primo posto c'è sempre la tutela della salute dei cittadini e del paesaggio. Le comunità locali devono avere un ruolo centrale nei processi decisionali e nella scelta consapevole del loro futuro”, lo afferma il consigliere regionale Vincenzo Bianconi in merito alla “complessa questione della modifica della legge regionale in tema di ‘norme in materia di infrastrutture per le telecomunicazioni’ che oggi approderà in Aula.
“La questione – spiega Bianconi – già affrontata in Seconda Commissione, ha messo in evidenza, ancora una volta, come questo Governo regionale abbia scelto la via della rivoluzione tecnologica e semplificazione ad ogni costo, trascurando necessarie riflessioni che impattano sulla vita e sul benessere dei cittadini. Sì allo sviluppo e anche alla facilitazione burocratica - aggiunge Bianconi (sul punto sarà relatore per la minoranza) -, ma questo non significa delegificazione indiscriminata o una normativa confusa, soprattutto in un settore così strategico e delicato per gli umbri”.
“A nostro avviso – commenta - il nuovo testo proposto non salvaguarda né l'interesse delle imprese, che sono alla ricerca di chiarezza e certezza nelle norme, né il ruolo delle autonomie e comunità locali nella tutela della salute e del paesaggio. L’attuale versione dell’Articolo 15 della legge regionale 23 stabilisce, per fare un esempio, che: ‘i Comuni devono provvedere, secondo le modalità previste dal regolamento comunale per l'installazione degli impianti radioelettrici, all'individuazione sul proprio territorio delle aree di installazione, nonché identificare le aree sensibili. L’articolo nella nuova versione, invece, viene modificato prevedendo che i comuni ‘possono provvedere, fatto salvo quanto prescritto dall’articolo 8, comma 6, della L. 36/2001”.
Per Bianconi “è inspiegabile come la legge voluta dal Governo umbro debba prevedere una sorta di ‘normativa volontaria’. Sarebbe come prevedere non il ‘dovere’ di rispettare un ‘limite di velocità, ma offrire la ‘possibilità’ di farlo. In una materia così complessa – osserva - è comprensibile anche il timore di alcuni amministratori locali di commettere errori e doverne rispondere in eventuali sedi amministrative, civili o addirittura penali”. “Questo problema – sottolinea - può essere risolto fornendo come Regione, alle amministrazioni locali che lo richiedano, un supporto tecnico e giuridico per redigere questi documenti e gestire le incertezze nell’interesse generale. La Regione - rimarca - ha il dovere anche di fornire le necessarie rassicurazioni ai cittadini sulla tecnologia 5G. Con un atteggiamento di ambiguità e intransigenza si rischia soltanto di alimentare allarmismi e proteste. Ecco perché, secondo noi, ogni comunità locale dovrebbe condividere e partecipare alla definizione delle regole che ispirano il piano delle telecomunicazioni del loro territorio, autodeterminando così il proprio futuro”.
“Uguale trasparenza – continua Bianconi - sarebbe dovuta agli operatori del settore che, come è legittimo, chiedono un quadro normativo chiaro nel quale poter pianificare i propri investimenti e la propria attività con tempi certi, pari dignità e in armonia con le comunità locali. Il Governo ha scelto di udire le parti sociali solo all’inizio della trattazione della materia, prima dell’emanazione della nuova normativa statale e delle successive modifiche regionali, dunque su un testo diverso da quello che l’Assemblea legislativa umbra è chiamata a votare. Per questo motivo, noi come minoranza, avevamo chiesto in Commissione di riaprire il confronto, invitando anche le associazioni dei consumatori visto che il testo era cambiato. Ma, ancora una volta, non c’è stato nulla da fare: la condivisione e la partecipazione vera non appartiene a questo governo regionale”.
“Vi è infine la questione di tutte le pratiche autorizzatorie in itinere per la quale manca chiarezza. Cosa ne sarà – si domanda Bianconi - degli operatori con autorizzazioni in sospeso? Si applicherà la nuova normativa, la precedente o si prevede una sorta di ‘finestra’ entro cui si devono completare determinate formalità? Siamo perfettamente consapevoli che la tecnologia e le telecomunicazioni sono di grande importanza strategica per il futuro dell’Umbria, ma una normativa lacunosa e confusa, scritta forse troppo velocemente, nel timore di restare ‘gli ultimi della classe’, rischia di far impantanare ancora di più una ripartenza che – conclude - per essere reale ha bisogno di basi solide, di certezze e chiarezza per tutti, di un approccio condiviso e partecipato che metta al primo posto il ‘bene comune’ degli umbri” e nient’altro”.